Arrampicata

Barbara Zangerl, tra El Cap, Eiger e 9a: “La routine della vita mi sprona ancora di più in parete”

Austriaca, classe 1988, Barbara Zangerl è una delle arrampicatrici più forti del momento. La sua vita si divide tra un lavoro normale, come assistente di radiologia in ospedale e la passione per la roccia. Questo non le impedisce però di scalare su gradi alti e collezionare alcune delle vie più estreme che le pareti hanno da offrire, tracciati come El Nino, Zodiac, Magic Mushroom sul granito di El Capitan o anche Gondo Crack (8c, trad) in Svizzera fino ad arrivare a Speed Integrale (9a) a Voralpsee, la falesia di casa. E ancora Odysee, tra le più difficili vie dell’Eiger, scalata insieme a Jacopo Larcher. Un curriculum unico che le ha fatto guadagnare il premio Adventurer of the Year di National Geographic e che oggi la vede entrare a far parte del Climbing Team Vibram. Andiamo però a conoscerla meglio.

 

Barbara, oggi sei una delle climber più complete e forti in circolazione. Ricordi la tua prima volta sulla roccia?

“La ricordo molto bene. Mio fratello ha portato me e mio fratello su una parete rocciosa delle nostre montagne di casa, un monotiro da 40 metri. La scalata non era stata un grosso problema, ma io e mia sorella eravamo terrorizzate all’idea di calarci da quella verticalità. Dopo questa esperienza abbiamo iniziato a frequentare la vicina palestra di boulder e da lì abbiamo iniziato ad arrampicate con regolarità. Abbiamo fatto molta palestra, ma il vero fascino rimaneva la scalata all’aperto, su roccia.”

Tra l’altro, l’arrampicata non è il tuo lavoro. Come riesci a combinare i turni in ospedale con allenamento e arrampicata?

“Mi piace molto la mia professione, mi aiuta ad avere un equilibro nella vita. È importante avere qualcosa di diverso dall’arrampicata nella mia vita, se dovessi lavorare in palestra o fare un altro lavoro legato alla scalata perderei sicuramente la motivazione. Apprezzo molto la routine giornaliera: alzarmi presto per andare a lavorare, avere turni da seguire, rimanere bloccata in ospedale. Sono tutte cose che mi aiutano a motivarmi ancora di più quando sono in parete, che mi spingono a sognare a occhi aperti. Nonostante io abbia un lavoro devo dire un grande grazie ai miei sponsor, come Vibram, che mi supportano permettendomi di scalare quanto voglio realizzando bellissimi progetti.”

A proposito di progetti, ci racconti qualcosa su Speed Integrale a Voralpsee, in svizzera, la tua via più difficile fino a oggi?

“Avevo come obiettivo di salire un 9a una volta nella vita. Un tracciato di resistenza, difficile, leggermente strapiombante con prese molto piccole. Una linea bellissima, è stato facile trovare la motivazione per affrontarla. La mia vera passione sono però le big wall.”

Qual è stato il tuo progetto più interessante su big wall?

“Senza dubbio Magic Mushroom su El Cap, è stato veramente difficile. Ho investito tanto tempo ed energie in questo progetto e non sono stata sicura di poterlo portare a termine fino all’ultimo giorno. Sono rimasta in parete 11 giorni per riuscire a portare a termine tutti e 33 i tiri della linea.”

Dimostri una passione smisurata per l’arrampicata…

“È così incredibile ciò che l’arrampicata ha da offrire, adoro passare da uno stile all’altro. Un giorno sono motivata per l’arrampicata trad e l’altro per delle vere avventure sulle big wall. Poi c’è il bouldering, che è tutt’altra cosa. In generale però a entusiasmarmi davvero sono le grandi pareti perché regalano una sfida non solo fisica ma anche mentale.”

La scarpetta è il tuo strumento più importante in parete, cosa ti piace portare ai piedi quando scali?

“Adoro le scarpe morbide, sono un’arma assoluta per l’arrampicata. La Vibram XS GRIP2 è la mia preferita di tutti i tempi.”

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Un commento

  1. Mi sa tanto che sono in arrivo le gomme e tomaie AL GRAFENE..nel settore meglio non dormire sugli allori e poi dare i prototipi a campionesse e campioni da testare.
    Piace il non professionismo arrampicatorio esclusivo..la doppia attivita’ avventurosa e routinaria ma socialmente utile.

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