Turismo

Foliage, la meraviglia e il business

 

“L’autunno è una seconda primavera, nella quale ogni foglia è un fiore”. Così, ottant’anni fa, si esprimeva Albert Camus. L’immagine del grande scrittore francese, però, è ben nota a chi ama camminare in montagna. Ottobre, grazie ai colori dei boschi, è un mese di straordinario fascino. Nei primi giorni del mese i faggi posti alle quote più alte si tingono di rosso e d’oro, poi il colore si diffonde rapidamente verso il basso. 

A novembre, lo spettacolo si sposta verso i boschi di querce che rivestono le pendici più basse, e le tante colline d’Italia, e tra i vigneti dal Monferrato al Chianti. Sulle Alpi, dove gran parte delle foreste è formata da abeti e da altre specie sempreverdi, lo spettacolo è affidato ai larici. Alla fine dell’autunno, in molte valli, il loro giallo contrasta con il bianco della prima neve. 

Foliage, una passione nata negli Usa

La scoperta che lo spettacolo dei boschi d’autunno possa far viaggiare migliaia di persone arriva dal Canada e dagli Usa. Da decenni, a partire da settembre, accanto alle previsioni del tempo, il New York Times, il Washington Post e altri quotidiani pubblicano le foliage maps, che suggeriscono su dove andare nel weekend per godere degli spettacoli migliori. 

Destinazioni preferite di questi spostamenti autunnali sono Stati poco visitati in estate, come il Vermont, il New Hampshire e il Maine, dove i dollari degli appassionati di natura danno una boccata d’aria alle strutture ricettive. Lo stesso accade ai piedi degli Appalachi, dalla West Virginia allo Stato di New York, a due passi dalle metropoli della costa atlantica. Se da noi, con il progredire dell’autunno, il foliage scende progressivamente di quota, negli Usa lo spettacolo cala da nord verso sud. 

Il foliage, un business anche italiano

Da qualche anno, la passione per i colori del foliage è arrivata anche in Italia, con qualche errore veniale dovuto al troppo entusiasmo. Anche se la parola è inglese (americana, in realtà), molti alla televisione e nelle radio si ostinano a pronunciarla alla francese, ma tant’è… 

Oltre allo spettacolo dei boschi, l’elenco delle attrattive dell’autunno include il bramito dei cervi in amore, i panorami, le suggestioni dei cibi e del vino, e i prezzi da bassa stagione. Per gran parte delle montagne italiane, strette tra inverni aleatori ed estati troppo brevi, il turismo di mezza stagione è prezioso.

Certo, nell’ambito del calendario, molte presunte novità sono state inventate da tempo. Per capirlo basta una puntata in Alto Adige, dove da decenni decine di rifugi e gran parte delle strutture ricettive di fondovalle restano aperti fino ai primi giorni di novembre. Anche una parte degli impianti di risalita funziona, per favorire questo tipo di camminate. Nei weekend (ma non solo) di ottobre, file di escursionisti si snodano tra i larici del Sentiero delle Odle, in Val di Funes, scandito da malghe aperte per buona parte dell’anno. Lo stesso accade in Val d’Ultimo, nel Parco Nazionale dello Stelvio, dove oltre ai larici gialli d’alta quota si raggiungono a piedi i patriarchi vegetali (alcuni hanno duemila anni di vita) dei pressi di Santa Gertrude. A ottobre, in Sudtirolo, sono frequentate anche le piste ciclabili, parallele alle ferrovie del Brennero, della Val Pusteria e della Val Venosta. Nel pubblico, tradizionalmente formato in maggioranza da svizzeri, austriaci e tedeschi non giovani, aumentano ogni anno gli italiani.

C’è molta attenzione ai colori dei boschi anche tra il Canton Ticino (in Svizzera) e l’Ossola (in Piemonte), dove la Ferrovia Vigezzina, dal 14 ottobre al 10 novembre, organizza i Treni del foliage. È possibile includere nel proprio viaggio delle soste gastronomiche o culturali nei paesi, o camminate sui sentieri segnati che iniziano dalle stazioni.

Dalle regioni di confine, la moda del foliage si è diffusa rapidamente nel resto d’Italia. Lo dimostrano gli articoli e le gallery di foto pubblicate dai quotidiani e dalle riviste di viaggio. E lo dimostra il successo di Foliage, vagabondare in autunno, un libro del filosofo Duccio Demetrio, che cita le luci di Gauguin e Van Gogh e che è stato pubblicato nel 2018 da Raffaello. Lo dimostrano infine gli eventi, più numerosi ogni anno, dedicati allo spettacolo dei boschi. 

Quest’anno la Provincia di Trento, dove il turismo estivo e invernale è una realtà consolidata e le stagioni intermedie sono ancora troppo lunghe, ha iniziato a settembre a celebrare, con molte pubblicità sui quotidiani e nella radio, le meraviglie del Trentino in autunno. Sul sito ufficiale del turismo in Provincia, insieme ad altre proposte, campeggia l’invito ad ammirare i colori del foliage sulle rive dei laghi di Cei, di Lamar e di Tovel. Di fatto, è anche un invito a visitare anche zone diverse da quelle più frequentate come le Dolomiti di Brenta o le valli di Fiemme e di Fassa. 

In Veneto, sul più famoso altopiano d’Italia, il 19 e il 20 ottobre, si celebra il festival Asiago foliage, con passeggiate guidate, sport, degustazioni e incontri con artisti legati al legno. Nel weekend successivo, il 26 e il 27, i colori dei boschi vengono celebrati a Bagno di Romagna, sul confine del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi.

Lungo la dorsale dell’Appennino, decine di magnifiche faggete consentono di immergersi tra i colori dei boschi. Dall’Appennino Emiliano fino al Gargano e ai Nebrodi, questa sfilata all’insegna del foliage passa per molte altre regioni, dalla Toscana fino al Lazio, alla Campania e alla Calabria. Ai piedi del Sirente, del Velino e del Gran Sasso, propongono escursioni nei colori dei boschi d’autunno le guide alpine di Mountain Evolution e gli accompagnatori di Abruzzo Mountains Wild. Nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, altre organizzazioni propongono camminate all’insegna delle faggete autunnali, anche per ascoltare i bramiti dei cervi.

Certo, man mano che si scende verso sud, è più difficile trovare la parola foliage nei programmi, e imbattersi in fiere e feste organizzate. Ma il fascino dei boschi d’autunno muove le persone anche qui. Nello scorso weekend, per quel che conta, tra Pescasseroli, Civitella Alfedena e Opi era praticamente impossibile trovare una camera libera. 

Basta uno sguardo ai calendari di gita delle sezioni del Cai, degli accompagnatori di media montagna, delle altre associazioni di trekking per capire che decine di camminate, ogni weekend, hanno come meta il rosso e l’oro dei larici, delle querce e dei faggi. La meraviglia dei boschi è a portata di mano. E, oltre ai piedi dei camminatori, serve a muovere l’economia.  

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Un commento

  1. In Veneto…” il” piu’famoso altipiano..: Asiago,Cansiglio, Lessini, Grappa ? ??
    C’e abbondanza di scelta…gratis..poi si prosegue in Parco prealpi friulane.

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