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Stefi Troguet dopo il Nanga Parbat vola verso il Manaslu

L’aveva detto Stefi Troguet, nell’intervista di qualche settimana fa, che il suo obiettivo sarebbe stato quello di salire tutti e 14 gli Ottomila. L’aveva annunciato con semplicità e, con altrettanta semplicità, ha deciso di continuare a perseguire questa sua ambizione.

L’alpinista andorrana, rientrata lo scorso luglio dal Pakistan dov’è riuscita nella salita senza ossigeno del Nanga Parbat, si sta preparando ora a ripartire, direzione Manaslu. Il volo per il Nepal è fissato per il prossimo 3 settembre. Da zero a ottomila, in tutti i sensi per questa ragazza che ha incontrato, per la prima volta, l’altissima quota meno di tre mesi fa e che oggi già si sta preparando per una nuova esperienza. Due vette himalayane in un anno, senza ossigeno, sono sintomo di grande allenamento oltre che di una determinazione senza pari, soprattutto per chi è alle prime armi con queste montagne.

La ragazza salirà, con tutta probabilità, dal versante nord-est lungo quella che è la via normale alla montagna. Percorso aperto nel 1956 dalla spedizione giapponese che ha segnato la prima assoluta. Sempre giapponesi furono le prime donne in vetta all’ottava vetta della Terra. Naoko Nakaseko, Masako Uchida e Mieko Mori le alpiniste in cima lungo la via normale, il 4 maggio 1974. Tra le curiosità più interessanti, questa fu anche la prima ascensione femminile di un Ottomila, seguita poi l’anno successivo da Everest e Gasherbrum II.

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