Turismo

Alpinismo in Valle d’Aosta – Speciale Outdoor Estate

Camminate in famiglia, salite alpinistiche, adrenaliniche gite in mountain bike. È questa l’estate che propone lo speciale Outdoor disponibile in allegato al numero 99 di Meridiani Montagne. Sette località per sette avventure da vivere all’insegna della fresca aria di montagna. Il nostro racconto oggi arriva sulle vette della Valle d’Aosta.

È la Regione più piccola  d’Italia, ma nel suo  territorio si trovano le montagne più alte delle Alpi. Il suo aspetto trae origine dall’erosione glaciale che ha scavato e modellato costruendo quella che oggi è la geografia della Valle d’Aosta. Basta percorrere il bacino centrale per rimanere basiti di fronte al grande lavoro svolto dalla natura. Quando poi si mette mano sulla roccia verticale si percepisce concretamente la potenza degli elementi. Dal Monte Bianco al Cervino, le alte vette sono state cesellate in forme uniche e inconfondibili. Lo sa bene Marco Camandona, guida alpina e alpinista himalayano, che in valle vive, si allena e porta i clienti alla scoperta delle più alte cime delle Alpi. “Dove ci giriamo ci sono montagne, impossibile non appassionarsi” sorride, “anche per me  è stato così“.

 

Marco, vivi da sempre in Valle d’Aosta, i Quattromila sono stati l’orizzonte con cui sei cresciuto. Quando ha iniziato ad appassionarti l’idea di salire fin sul tetto d’Europa?

La passione vera è nata durante l’allenamento per diventare aspirante guida alpina. I primi passi, però, li ho mossi in Valgrisenche con alcune belle esperienze di arrampicata ma, fin da subito, ho preferito l’alpinismo. In breve tempo sono arrivato a cimentarmi sul Brouillard e, rimanendo sul Monte Bianco, lungo la Cresta dell’Innominata. E, ancora, sulla più celebre Integrale del Peutérey, una lunga cresta che parte dalla Val Veny e concatena le vette dell’Aiguille Noire de Peutérey, dell’Aiguille Blanche de Peutérey, del Grand Pilier d’Angle e, infine, del Monte Bianco. Una bella e impegnativa cavalcata, sul massiccio più alto d’Europa, che costituisce anche una delle ascensioni utili a costruire il curriculum di un aspirante guida“.

 Come ci hai detto, stiamo parlando di una Regione in cui la montagna è tutt’intorno a te, dove la professione di guida va di pari passo con la storia alpinistica…

“Sì, anche se personalmente sono lontano dalle varie società delle guide alpine. Abbiamo però una grande tradizione che affonda le proprie origini nell’Ottocento e che oggi costituisce un tassello fondamentale, non solo della nostra storia, ma dell’alpinismo. Ne è un esempio concreto la Società delle Guide di Courmayeur, prima in Italia, e seconda al mondo, fondata nel 1850. Ne han fatto parte grandi nomi dell’alpinismo valdostano come Giuseppe Petigax, i fratelli Ollier e Walter Bonatti, che non era valdostano, ma che sul Monte Bianco ha realizzato alcune delle sue più belle e significative imprese. 

Quindici anni dopo, all’altro capo della valle, è poi nata l’altrettanto celebre Società delle Guide del Cervino, di cui fa parte l’amico François Cazzanelli. Quando lo guardi negli occhi, vedi l’orgoglio con cui sente di appartenere a quella storia secolare”.

Guide, come te, che ogni giorno accompagnano gli appassionati alla scoperta delle montagne della Valle. Quali sono le grandi classiche su cui ti capita di portare più spesso qualche cliente?

“Sicuramente su Cervino e Monte Bianco. L’Aiguille Noire de Peutérey che ancora oggi reputiamo, con i clienti, una via veramente tosta, è un grande classico”.

 

…continua sullo speciale Montagne Outdoor Estate

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