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Val di Fassa, cambiano le regole per l’accesso a Gardeccia. Preoccupazione da parte dei rifugisti

Cambiano le regole per l’accesso a Gardeccia, la conca ai piedi del Catinaccio da cui iniziano alcuni degli itinerari più famosi di tutte le Dolomiti. Un elenco che include i sentieri verso i rifugi Vajolet, Preuss, Passo Principe e d’Antermoia, la ripida salita verso il rifugio Re Alberto e Passo Santner, il sentiero delle Scalette e le ferrate del Catinaccio d’Antermoia. 

L’8 giugno, con l’apertura estiva della funivia che sale da Vigo di Fassa al Ciampedie, è entrata in vigore la nuova regolamentazione degli accessi. Il servizio di minibus con partenza da Pera di Fassa è stato abolito. Per raggiungere Gardeccia, da quest’anno, occorrono 40 minuti di cammino dal Ciampedie, o poco più di mezz’ora da Plan Pecei e Pra Martin, che si raggiungono in seggiovia da Pera. 

Per non lasciare senza lavoro i minibus, che nel 2018 hanno trasportato più di 30.000 persone, sono stati potenziati i servizi tra i paesi e gli impianti, ed è stata chiusa alle auto la strada che da Pozza raggiunge le valli di San Nicolò e dei Monzoni. Anche in questa zona, dall’inizio di giugno, sono in funzione le navette. 

Sono stati potenziati anche i bus-navetta che salgono da Campitello di Fassa al rifugio Micheluzzi in Val Duron, che da quest’anno diventa il punto di partenza più comodo per salire al rifugio d’Antermoia. Orari e prezzi dei nuovi servizi si trovano sul portale www.fassa.com.  

La nostra decisione ha due motivi” spiega Germano Pedrotti, maestro di sci e vicesindaco del Comune di San Giovanni di Fassa, nato due anni fa dall’unificazione di quelli di Pozza e di Vigo di Fassa. Il primo motivo è la sicurezza, dato che negli scorsi anni delle frane scese dai Dirupi di Larsec ci hanno costretto a chiudere più volte la strada. Il secondo è la preoccupazione per l’ambiente. Tutti sappiamo che il traffico, in Valle di Fassa, è un problema serio. Vogliamo convincere i nostri turisti a lasciare sempre più spesso l’auto in albergo”. 

Il nuovo regolamento preoccupa i proprietari e i gestori degli otto rifugi che sorgono tra Gardeccia, la Torri del Vajolet e il Catinaccio d’Antermoia. Tra questi, ed è un’ottima notizia, è tornato il rifugio Passo Santner, balcone sulla Croda di Re Laurino e il Catinaccio, che Michael e Romina Perathoner hanno riaperto dopo cinque anni di chiusura. 

Temo che la nuova regolamentazione ci farà dei seri danni” spiega Marco Desilvestro, proprietario del rifugio Gardeccia, che fino all’estate 2018 si raggiungeva con i minibus da Pera. Il Comune non ci ha consultato, siamo stati convocati quando la decisione era già stata presa. Prima hanno parlato di sicurezza, poi di ambiente. Tra le guide alpine e il personale dei rifugi, per la strada di Gardeccia sono stati rilasciati quasi 400 permessi. Com’è possibile, se la strada è pericolosa?”. “Perderemo i turisti più pigri, che non vogliono o non possono camminare. E perderemo i più sportivi, dato che con i nuovi orari sarà più difficile raggiungere in giornata il rifugio d’Antermoia o le ferrate. Lo stesso vale per gli alpinisti diretti al Catinaccio o alle Torri del Vajolet” conclude Desilvestro.

E’ preoccupato anche Martin Riz, che gestisce da tre anni il nuovo rifugio d’Antermoia, a tre ore di cammino da Gardeccia. “Da un servizio siamo passati a un disservizio, staremo a vedere” spiega in un momento strappato al lavoro per rifornire il rifugio. Ha meno timori Valeria Pallotta, proprietaria del rifugio Re Alberto, storico punto di appoggio ai piedi delle Torri del Vajolet. “Il sentiero che sale al mio rifugio è ripido e impegnativo, ma non molto lungo. Gli escursionisti che vengono da noi sono allenati, non credo che un’ora e mezza in più di cammino tra andata e ritorno possa creare loro dei problemi”.  

Oltre alla fatica in più, sono gli orari a preoccupare i rifugisti. Fino al 2018, escursionisti e alpinisti potevano partire con la prima navetta alle 7, e incamminarsi un quarto d’ora dopo da Gardeccia. Quest’anno la funivia da Vigo al Ciampedie apre alle 7.15, e può essere raggiunta con una navetta che parte alle 7 da Pera. Tra la salita con l’impianto e il tratto a piedi si arriva a Gardeccia si arriva più o meno alle 8.15, un’ora dopo. Le cose sono più complicate al ritorno, quando la funivia chiude alle 19, e bisogna lasciare Gardeccia poco dopo le 18. Per gli escursionisti che passano le vacanze in Valle di Fassa, e sono vincolati agli orari della pensione completa negli alberghi, i tempi sono stretti.   

Fino all’anno scorso, chi arrivava da noi in ritardo dopo un’escursione o un’ascensione poteva chiamare un taxi. Spendeva di più, ma tornava a valle. Ora questo servizio non c’è più” spiega Marco Desilvestro del rifugio Gardeccia. 

C’è anche un problema di spesa. Con le navette, per salire da Pera di Fassa a Gardeccia, si pagavano 10 euro andata e ritorno. Quest’anno, chi utilizza la seggiovia da Pera spende 8 euro a/r, ma se si usa la funivia il costo sale a 18 euro a/r. Per gli escursionisti-villeggianti dotati di Panorama Pass, l’abbonamento agli impianti, non cambia nulla. Per gli altri è un piccolo salasso, che potrebbe dirottare parte del traffico verso altre zone.

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