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Alpinismo antieroico, la montagna dei fratelli Squinobal

La copertina del libro
La copertina del libro

Non è un libro nuovo, ma è un libro di cui si sentiva il bisogno. La riedizione di “Due Montanari. Arturo e Oreste Squinobal dalle Alpi all’Himalaya” (Corbaccio, 2019) è un storia di alpinismo più unico che raro. È una ricetta di passione, onestà e umiltà. Da tre ingredienti come questi non può che nascerne il racconto di due uomini puri, onesti. Due guide coscienti delle loro capacità e preparati ad affrontare l’imprevedibile sempre con lo spirito dell’avventura. Quello che li ha spinti nel 1971 a scalare la parete Sud del Cervino in inverno e, la stagione successiva, sulla cresta Integrale del Peuterey. Sono stati i primi a farlo, e l’hanno rifatto quando hanno scelto di affrontare la Ovest della Gran Becca, salita nell’inverno del 1978. Nel 1982 invece Oreste Squinobal tocca gli Ottomila metri, sul Kangchenjunga. Il primo italiano in vetta.

Perché hanno fatto tutto questo? “Per provare” rispondono ricalcando un po’ l’inglese Mallory con il suo “Perché è lì”. Non c’è una spiegazione, esiste però un’attrazione che ti porta a salire, a cercare qualcosa lassù. Che ti porta, come accaduto a due fratelli, a lasciare il lavoro da falegname per cercare qualcosa in più, per diventare guida e inseguire un sogno fatto di sacrifici, difficoltà, situazioni al limite che induriscono animo e corpo. Attimi che spesso fanno trasalire ma che riempiono dando un senso ulteriore, accessorio per molti, alla nostra esistenza.

Arturo e Oreste scalavano per se stessi, lo racconta bene Maria Teresa Cometto nelle pagine del libro, lo dimostra il fatto che non ne hanno fatto un business ma una passione interiore. Artisti in montagna, falegnami nella vita di tutti i giorni.

 

“Da ragazzino passavo le estati a Gressoney e imparavo ad andare in montagna da Renzo, l’ultimo dei fratelli Squinobal, guida alpina anche lui. Renzo aveva un negozio di materiale d’alpinismo nella grande casa che Oreste e Arturo avevano costruito anni prima, e in cui abitavano entrambi. Ogni tanto comparivano i suoi fratelli maggiori, con la famosa andatura ciondolante che cercavo di imitare: quella di chi ha camminato così tanto in salita che il suo passo non si adatta al piano, e allo stesso modo la montagna, tutta la montagna che dovevano aver visto, segnava il loro sguardo e i loro gesti” scrive Paolo Cognetti nella postfazione al volume.

 

Titolo: Due Montanari. Arturo e Oreste Squinobal dalle Alpi all’Himalaya

Autore: Maria Teresa Cometto

Editore: Corbaccio

Pagine: 227

Prezzo: 19,90 €

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