Alpinismo

Davide Chiesa: il mio Everest “diverso”

Nella stagione 2017 in cima all’Everest arrivarono durante i 13 giorni di bel tempo in 648, quest’anno dovrebbero essere tra i 900 e i 1000, distribuiti in soli 8 giorni di meteo favorevole. Una situazione che ha messo in crisi l’organizzazione tra le varie spedizioni e che ha generato le lunghe code e gli ingorghi visti nell’ultima settimana.

Il 20 maggio 2017 in vetta all’Everest arrivano una ventina di alpinisti, tra cui Davide Chiesa, che ha voluto condividere con noi una riflessione e alcune fotografie di quel giorno, che appaiono decisamente diverse da quelle viste nell’ultima settimana.

 

Ecco alcune immagini di un Everest “diverso” da quello mostrato dai media in questi giorni! Non so sarei rimasto bloccato ad aspettare oppure avrei deciso di tornare indietro se fossi stato obbligato a rimanere fermo e rischiare i congelamenti o l’ipossia… Magari si, ma non lo posso sapere con il senno di poi. Ricordo bene però che avevo voluto portare la picozza nel caso avessi deciso di sganciarmi dalle corde fisse, perchè la mia paura erano proprio le famigerate code di alpinisti bloccati nei passaggi.

Di certo so che quel 20 maggio 2017 poco più di una ventina di alpinisti giunsero in cima (dei quali però ben due anche quel giorno -non del nostro gruppo- fecero più ritorno).

Noi fummo molto fortunati a vivere l’Everest in quel modo, alle ore 7 in cima ed alle ore 21 già al campo 2, e che mi diede anche modo di poter girare straordinarie ed uniche immagini video, sfociate poi nel film “Fino alla Fine dell’Everest”, mostrato proprio in questi giorni di maggio anche agli studenti di un liceo.

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