Cronaca

Vandali nel Parco dell’Etna. Graffiti sulle pareti della Grotta del Gelo, il ghiacciaio più a sud d’Europa

Se di fronte alle Madonnine decapitate sui sentieri di montagna sorgono a volte dibattiti tra chi accusi i colpevoli del gesto di mancanza di rispetto nei confronti del bene comune montano e chi sottolinei invece che il problema siano le statue stesse, che non dovrebbero trovare posto in un luogo non strettamente religioso, ci sono situazioni in cui di certo l’opinione pubblica resta unanime. Situazioni in cui non si può parlare di altro se non di vandalismo.

È il caso della Grotta del Gelo, sita ad oltre 2000 metri di quota sul versante Nord dell’Etna, contenente al suo interno il ghiacciaio più meridionale d’Europa, le cui pareti sono state deturpate negli scorsi giorni.

La denuncia ancora una volta arriva attraverso i social, grazie agli scatti di Luca Gangi, escursionista abituale della zona, che mostrano le scritte spray comparse di recente sulla roccia.

Come si vede dalle foto, le pareti dell’ingresso della Grotta (una delle più importanti e belle del nostro Vulcano che contiene al suo interno il ghiacciaio più a Sud dell’Europa) sono deturpate dalle solite scritte incivili” – scrive Gangi nel post ricco di indignazione pubblicato sul suo profilo Facebook – “la cui vernice ha rovinato (forse irrimediabilmente) i blocchi lavici. Tanta bellezza rovinata dalla ignoranza, strafottenza, deficienza, cafonaggine di qualche stupido idiota. L’epiteto che si addice di più a questi esseri viventi (mi viene difficile definirle “persone”) non lo dico perché non voglio essere volgare, ma sicuramente sono peggio delle bestie. Infatti le bestie non sporcano… loro invece sporcano e fanno danno!”.

Ancora una volta un gioiello rovinato forse in maniera irreversibile senza un motivo logico, senza rispetto di un patrimonio naturale che dovrebbe essere dovere di ciascuno conservare.

Cosa dicono queste scritte? Leggiamo “Giarre”, paesino del catanese e altri nomi di persone nonché date, il tutto difficilmente contestualizzabile.

Un atto vandalico che assume peso significativo soprattutto in relazione al fatto che la Grotta non sia “una qualunque”. Grazie al ghiacciaio custodito al suo interno, costantemente monitorato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, la cavità naturale insieme alla zona che la accoglie è entrata a far parte della World heritage list dell‘Unesco. Una lista di luoghi che dovremmo considerare sacri nel senso più ampio del termine, che non comprende di fatto tutto il parco dell’Etna, ma la sola zona “A”, quella che racchiude l’area protetta.

La Grotta non è vicina ai sentieri più frequentati dagli escursionisti e non è sottoposta a vigilanza. Sta al buon cuore e al rispetto per la natura dei frequentatori la conservazione della sua integrità.

Come dichiarato da Gangi in apertura del suo post, il gesto non è inedito. Simili atti vandalici sono già stati perpetrati nella grotta di Piano Noce, lo scorso gennaio, e ancor prima sui Dicchi magmatici della Valle del Bove.

Sono al momento in corso accertamenti da parte della Forestale, anche se come sempre accade in simili casi, trovare i colpevoli del gesto, che tra l’altro non è possibile datare con precisione, sarà un’impresa non facile. La collaborazione di chiunque abbia visto in precedenza le scritte rese pubbliche da Luca Gangi risulterà certamente di grande importanza.

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