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I progetti dei tre giovani vincitori di ReStartAlp, l’incubatore d’impresa per il rilancio della montagna

Sono stati premiati a Milano, in occasione di “Fa’ la cosa giusta!” – la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili-, i tre giovani vincitori della terza edizione di ReStartAlp, l’incubatore d’impresa per il rilancio della montagna.

 I premi, per un valore complessivo di 60.000 euro, sono stati assegnati da Fondazione Edoardo Garrone ai tre migliori progetti elaborati nel corso del Campus residenziale, che si è svolto dal 18 giugno al 28 settembre 2018 a Premia (VCO), nel cuore delle Alpi Nord Occidentali.

Ad aggiudicarsi il primo premio di 30.000 euro Francesco Trovò (33 anni, Torino) con “Future is Nature – Playground”, un progetto in più fasi per la realizzazione, nell’area della Serra biellese, di un parco giochi che, attraverso attività ludiche, vuole avvicinare giovani e adulti alla riscoperta sensoriale della natura. Ha vinto il secondo premio, del valore di 20.000 euro, Chiara Spigarelli (28 anni, Udine) con “Vello D’oro”, impresa che si propone di trasformare gli scarti della lana ovina in teli per la pacciamatura, più funzionali di quelli in plastica, secondo una filiera corta e sostenibile. Terzo premio di 10.000 euro a Luisa Lodrini (32 anni, Brescia), che con SAMBLOOM intende sviluppare un progetto di ecoturismo esperienziale in valle Sabbia e successivamente dedicarsi alla gestione di piante spontanee autoctone presenti a margine del bosco, tra cui sambuco e altre erbe officinali, per creare prodotti alimentari e cosmetici.

I nostri ragazzi sono lo specchio dell’evoluzione che l’imprenditoria giovanile sta avendo negli ultimi anni. Spesso laureati e provenienti da una vita più cittadina che rurale, scelgono la montagna per avviare le proprie imprese in ambiti che spaziano dai servizi all’agroalimentare, dal turismo all’allevamento – ha commentato Francesca Campora, Direttore Generale di Fondazione Edoardo Garrone -. Non è solo la ricerca di uno stile di vita più sostenibile ma è anche e soprattutto la consapevolezza di poter trovare, in montagna e nelle aree marginali, ampi spazi di sperimentazione e innovazione per concretizzare i propri progetti imprenditoriali come vero e proprio contributo al rilancio di quei territori. I nostri campus si inquadrano in questo panorama, dove l’impegno concreto del singolo e soprattutto delle reti imprenditoriali sono rivolte al recupero e alla valorizzazione delle Terre Alte italiane”.

 

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Un commento

  1. Io voto per i teli per pacciamatura in lana ovina di scarto.Esistono gia’rotoli e pannelli misto lana e calce per isolamento thermoacustico.
    In pianura qualcuno ha escogitato la pensata promozionale dei percorsi cicloturistici fluviali.In pratica erano gia noti a tutti i cicloamatori, solo aggiunta di pali metallici e pannelli smaltati con diciture aggiunte a spiegare l’ovvio..Ferraglia gia’ semiarrugginita o sbiadita…o vandalizzata a sassate ….spray…abbattimento.

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