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Le sanzioni di Trump contro l’Iran non bloccano il film su Nasim Eshqi – di Stefano Ardito

Le sanzioni sono raramente un buon sistema per risolvere i problemi tra i popoli. Molto spesso, invece dei responsabili politici, questi progetti colpiscono la vita e il lavoro di persone innocenti. E’ quanto è successo a “Climbing in Iran”, il film di Francesca Borghetti sulla vita e le arrampicate della climber iraniana Nasim Eshqi (per leggere l’intervista, qui). Un progetto che è stato presentato nell’edizione 2018 del Festival di Trento.

Per sostenere la produzione del film è stato lanciato un crowdfunding. Il 2 luglio è stato raggiunto il traguardo di 10.000 euro, donati da centinaia di persone. Poi, all’improvviso, l’arrivo dei fondi si è bloccato, a causa delle nuove sanzioni contro l’Iran volute dal presidente Donald Trump.

La parola Iran ha automaticamente allarmato il sistema di pagamento di Stripe, che ha base negli Stati Uniti. E i soldi sono stato restituiti ai donatori” ha spiegato la regista Francesca Borghetti il 30 novembre. “Pensavo di essere libera di raccontare qualsiasi storia, anche se ambientata in Iran, che parla di una donna che si confronta coraggiosamente con i limiti alla sua libertà. Mi sbagliavo, io stessa non sono libera, seppur italiana ed europea” continua Borghetti.
L’America filtra ogni nostra transazione economica, sino a decidere quali storie raccontare e quali no. Ho toccato con mano quanto sia ingiusta e sottile la censura, quanto ci si sente impotenti di fronte all’arbitrarietà e ottusità delle sanzioni. Per progetti di questo genere bisogna usare uno Swiftcode europeo!”.

Ma il progetto di “Climbing in Iran” va avanti. Dopo il blocco da parte del sistema Stripe, i sostenitori del progetto hanno iniziato a inviare le loro donazioni direttamente a Francesca Borghetti, con dei bonifici sul suo conto bancario. “Sono una cittadina del mondo, sono una esploratrice del mondo. Il blocco non mi ha fermato e il film va avanti” spiega con orgoglio Nazim Eshqi da Teheran. La parte del film ambientata in Italia, sulle pareti del Tonale, è stata girata nella scorsa estate. Manca la parte più delicata, quella da girare in Iran.

Siamo due donne toste, andiamo avanti” aggiunge Francesca Borghetti. “Il blocco del crowdfunding è stato doloroso. Il vero problema, però, è che finora nessuna grande produzione e nessuna televisione italiana ha accettato di coprodurre il film”.

“Climbing in Iran”, quando verrà terminato, sarà probabilmente un film europeo, non italiano. Per i grandi media italiani l’alpinismo e l’arrampicata non esistono. Anche se, ad accompagnarli, sono storie straordinarie come quella di Nasim Eshqi.

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