Montagna.TV

Ci siamo fottuti la libertà anche in montagna

Liberté, egalité e fraternité, parole magiche che pronunciate ci facevano sentire immediatamente francesi e uomini liberi del mondo.

A proposito di Liberté, egalité e fraternité voglio parlare del sindaco di Sant Gervais Les Bains, monsieur Jean-Marc Peillex, che finalmente è riuscito a limitare la libertà dell’uomo che aspira a salire i monti e in particolare il Monte Bianco. Riduttivo? Banale? Forse.

Ma d’ora in avanti solo 214 fortunati e prescelti potranno ogni giorno salire in vetta alla sua, del sindaco Peillex, montagna.

Ed è singolare che il più grande alpinista vivente, Reinhold Messner, ne apprezzi l’operato. Lui che della passione di tanti fan per le sue imprese, dei lettori di suoi libri e dei visitatori dei suoi musei ne ha fatto l’emblema quale eccelso promotore e divulgatore d’alpinismo e montagna.

Limitare e controllare in maniera estesa ed efficiente”, questa pare la nuova vulgata che accompagnerà gli ambiziosi intenti di nuovi e vecchi emuli di Rey, Comici, Cassin, Bonatti e ovviamente del grande Reinhold.

Questa la nuova direttrice politica degli amministratori alpini e montani. Altro che green economy. Tutto nel nome della sacrosanta sicurezza e incolumità pubblica dei cittadini, ovviamente.

Una piccola tassa poi sarebbe del tutto educativa e utile a far comprendere il valore della cima prescelta, limiterebbe di certo l’accesso dei tirchi e dei sempre più numerosi poveri. Anche l’esempio dell’Everest incoraggerebbe in questa direzione, visto che il governo del Nepal, con grande soddisfazione, ha comunicato al mondo che ben 563 alpinisti son saliti sul tetto del mondo questa primavera dal loro versante, pagando (almeno quelli stranieri che sono la stragrande maggioranza) il permesso che s’aggira sui 10.000 usd a testa e, udite udite, con solo un paio di morti, seppur con qualche confusione organizzativa e qualche problemino ecologico. Poca cosa.

Utile per le casse proprie e per la salvezza degli sprovveduti o birbanti cittadini.

Si potrebbe, perché no, applicare non solo alle cime. ma anche alle vie.  Et voilà che il sindaco di Auronzo, oltre che al biglietto per la strada asfaltata che raggiunge da Misurina l’omonimo Rifugio, potrebbe così incassare anche per la salita dello Spigolo Giallo, della Cassin alla Piccolissima o della normale della Grande; a nord, ovviamente, ci penserebbero per competenza gli splendidi esattori della Provincia Autonoma di Bolzano.

Di sicuro c’è che le montagne splendenti hanno attirato quest’anno il 15 % in più di turisti, ma c’è anche lo strisciante dubbio che l’alpinismo possa essere uno sport diseducativo, con quelle sue pretese d’essere libero da regole e inquadramento, con quei sui morti e feriti che turbano l’opinione pubblica e per contro ne solleticano gli istinti più torbidi.

Limitare e controllare la circolazione degli alpinisti e scoraggiare il propagarsi di idee alpinistico-sovversive potrebbe essere un proponimento politico in vista delle elezioni europee del prossimo anno.

Farneticazioni post estive? Mah

Exit mobile version