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Soccorso Alpino Trentino: Alimonta e Parisi chiamati in causa dalla Corte dei Conti

Il presidente del Soccorso Alpino Trentino Adriano Alimonta e il suo vice Ezio Parisi sono stati convocati dalla Corte dei Conti per rispondere in merito ad alcune presunte irregolarità riguardanti da un lato la fornitura delle divise al soccorso e dall’altra parte alcuni compensi indebitamente percepiti dai due.

Tutto è iniziato ormai mesi fa a causa di un esposto presentato da un capostazione del soccorso che evidenziava alcune supposte irregolarità nell’assegnamento del contratto di fornitura delle divise, senza gara d’appalto, e un presunto spreco di fondi pubblici.

Per quanto riguarda la questione delle divise il Soccorso Alpino, giuridicamente associazione di diritto privato, percependo circa un milione e 500mila Euro di contributi provinciali e svolgendo funzione pubblica avrebbe dovuto indire una gara d’appalto per selezionare la concessionaria delle divise anziché decidere arbitrariamente per un’azienda o per l’altra.

La parte però più clamorosa di questa vicenda arriva quando si parla di indebita percezione di compensi da parte del vice Ezio Parisi per un totale di 18600 Euro come indennità di istruttore e tecnico di elisoccorso. Un’attribuzione economica di cui, secondo la procura, sarebbe stato a conoscenza anche il presidente Alimonta. Ma, soprattutto, un’attribuzione illegittima in quanto vietata dal regolamento nazionale che non consente ai soci titolari di cariche elettive (con eccezione di capostazione e vice capostazione) di svolgere funzioni operative, salvo permesso da parte del consiglio nazionale. Una regola di cui Alimonta e Parisi sarebbero stati a conoscenza e che i due, inquadrati da un mandato elettivo, avrebbero volutamente ignorato.

Un irregolarità di cui il presidente Alimonta sarebbe a conoscenza fin dal 2013, secondo gli inquirenti. Nella corrispondenza tra il presidente Trentino e quello nazionale del CNSAS (Maurizio Dellantonio) ci sarebbe infatti una lettera di fine 2013 indirizzata da Alimonta al presidente nazionale a cui Dellantonio avrebbe risposto sottolineando che nessuno tipo di rimborso sarebbe stato previsto per chi titolare di cariche elettive. I due, affermano i magistrati, avrebbero comunque continuato nella stipula di contratti per svolgere attività di istruttori e tecnici operativi indebitamente retribuiti.

I due indagati hanno 45 giorni dalla notifica per presentare nuovi documenti e la facoltà di essere ascoltati in procura, seguiremo gli sviluppi della vicenda.

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