Montagna.TV

Il Latok I di Gukov e Glazunov: prima salita della cresta nord?

Nei giorni scorsi è arrivata la notizia della vetta del Latok I da parte di Luka Stražar, Aleš Česen e Tom Livingstone, la prima in assoluto dalla parete nord. Il team non ha però percorso per intero la cresta nord, preferendo invece tagliare a circa due terzi della stessa in direzione del colle ovest, per poi raggiungere la vetta dal versante sud.

Poche settimane prima su quella mitica cresta c’erano i russi Sergey Glazunov e Alexander Gukov. I drammatici eventi che hanno caratterizzato a fine luglio la loro salita sono ormai noti: la fatale caduta del primo ha lasciato il secondo intrappolato per quasi una settimana sulla parete nord della montagna, finché una rischiosa operazione di salvataggio ha permesso ai soccorritori di riportarlo a terra sano e salvo.

Il resoconto di Gukov lascia però intendere che, prima della tragedia, il team possa essere riuscito nella scalata. Il dubbio sollevato dal russo è se lui e il compagno di cordata abbiano effettivamente scalato per intero la cresta e siano giunti in cima ai 7.145 metri del Latok I, oppure si siano fermati prima. Se così fosse, questo farebbe della loro la prima salita del Latok I realizzata interamente dalla cresta nord.

In una comunicazione fatta da Sergey al fratello Evgeny, il russo diceva di aver raggiunto la vetta. Ciò implicherebbe, data la via scelta e seguita dai due alpinisti, l’avvenuto superamento della cresta nord. Gukov conferma che il 23 luglio il compagno, primo di cordata, gli avrebbe comunicato attraverso la nebbia di aver raggiunto l’obiettivo e Evgeny assicura sulla bontà e sulla correttezza del fratello.

La visibilità era però molto ridotta e l’impossibilità di mettersi in sicurezza ha impedito che Alexander potesse raggiungere Sergey, tanto che i due hanno deciso di scendere per ritentare la salita il giorno seguente, cosa che non è poi avvenuta.  La discesa dei due è iniziata il 24, ma Alexander riporta di non avere ricordo di quella giornata in particolare e il 25 è stato il giorno della caduta di Sergey. Quello che ricorda per certo è di aver discusso con lui circa la possibile vetta: secondo Gukov avevano raggiunto solamente la parte superiore del pilastro nord, senza superare la cresta, mentre secondo Glazunov il punto raggiunto il 23 era proprio la vetta. La foto, realizzata da Mountain.ru, mostra la via seguita dai due russi e mette in evidenza l’ultima parte del percorso, secondo le versioni dei due membri del team, una che si ferma a 7.050 metri sopra il pilastro e una che raggiungere i 7,145 metri della vetta.

I traumi subiti da Gukov durante i lunghi giorni passati al freddo e senza cibo gli impediscono inoltre di ricordare con precisione gli eventi di quei giorni, motivo per cui non si sente a posteriori di confermare l’ipotesi di vetta.

Quello che sappiamo con certezza è che Gukov e Glazunov hanno superato il punto raggiunto da Jeff Lowe e compagni nel 1978, fino ad oggi il più alto sull’infinita e complicata cresta nord, che con tutta probabilità hanno scalato completamente. Che i due alpinisti siano arrivati in cima o meno, forse ad oggi poco importa: vetta o non vetta, quella dei due russi è stata una grande impresa, purtroppo terminata in tragedia.

Exit mobile version