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Al via la VIª edizione di “Rifugi di cultura”

Il Club alpino italiano organizza anche quest’anno il suo evento a promozione del patrimonio naturale e culturale montano “Rifugi di cultura“. Dal 23 giugno al 23 settembre si terranno spettacoli, escursioni, concerti, racconti e reading in 18 rifugi su numerose regioni del territorio italiano. I temi di questi incontri saranno la Grande Guerra, la storia della resistenza e il brigantaggio, dal punto di vista di chi li ha vissuti e affrontati sulle nostre montagne. Il centenario della conclusione del Primo Conflitto Mondiale è un’occasione per ricordare ed educare le nuove generazioni circa gli errori del passato, in modo che il futuro sia fatto di scelte accorte e armonia.

CAI, Rifugi di Cultura, Grande Guerra
La locandina dell’iniziativa, © CAI

I primi appuntamenti si svolgeranno in Piemonte: il 23 e il 24 giugno, al Rifugio Oliva-Brusa Perona (Alpe Cortevecchio, VB), avranno luogo una conferenza sulla linea posta in tempi di guerra a difesa della Pianura Padana (la celebre Linea Cadorna) e un’escursione lungo quelle che una volta erano le trincee italiane che la costituivano; il 24, al Rifugio Bruno Piazza (Traversella, TO), si terrà uno spettacolo teatrale dove verranno rappresentate storie di vita contadina del periodo di guerra.

I rifugi che ospiteranno le iniziative sono però ampiamente distribuiti su Alpi e Appennini, dai 660 fino ai 2.200 metri di quota, dal Cuneese allo Zoldano, dalla Ciociaria alla Daunia, passando per la Valle Spluga e la Val Codera. Il tema che accomunerà tutti e 18 gli eventi estivi sarà quello delle montagne in conflitto, promosso dal CAI in concomitanza con il Gruppo Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale.

Molto significative a proposito dell’iniziativa sono le parole del Presidente Generale del CAI Vincenzo Torti: “Anche quest’anno Rifugi di cultura offre l’occasione per coniugare l’avvicinamento alla montagna con una rivisitazione storica di vissuti che hanno visto Alpi e Appennini fare da sfondo a eventi bellici e a profondi mutamenti sociali. Così il rifugio diventa punto di raccordo di esperienze sensoriali e culturali a un tempo, dove riscoprire storie di uomini e donne, talvolta tragiche e talaltra cariche di speranze, in una dimensione capace di coinvolgere ancor più, proprio per la peculiarità dell’ambientazione.

È già possibile trovare il programma completo degli eventi sul sito del Comistato Scientifico Centrale del CAI e su quello del Gruppo Terre Alte.

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