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Il Giro d’Italia con Montagna.tv: domani prima tappa alpina con salita al Kaiser

Con la sua quattordicesima tappa il centunesimo Giro d’Italia arriva sulle Alpi. Un tappone da 181 chilometri con 4400 metri di dislivello e 5 Gran Premi di Montagna su cime conosciute e marchiate indelebilmente dalla Grande Guerra. Segni visibili fin dal primo GPM al Monte di Ragogna, oggi patria di escursionisti e amanti della mountain bike, un tempo cima dalle postazione fortificate raggiungibili ancora oggi seguendo le originarie strade militari. Le stesse che probabilmente porteranno in vetta i corridori del giro prima di farli buttare nella discesa verso Pinzano al Tagliamento dove l’ingresso passa per il fiume Tagliamento e poi per un arco di roccia dalla porte blindate, ancora visibili su bordo strada. Queste sono montagne ferite due volte, una prima dalla guerra, una seconda dal terremoto del Friuli che il 6 maggio del 1976 con una magnitudo di 6.5 radeva al suolo una quarantina di comuni oltre a cancellare la vita di una comunità. Società che è potuta rinascere grazie alla generosità d’Italia e del mondo intero, che ha voluto contribuire con un aiuto concreto alla ricostruzione di queste terre martoriate. Aiuto che i friulani ricordano ancora sia nel cuore che nel loro motto “il Friuli ringrazia e non dimentica”.

Si pedala quindi ancora sulla scia del ricordo in questo Giro d’Italia. Si avanza, in salita, tra montagna pregne di storia umana. Una storia che affonda le sue radici fino ai primordi della nostra cultura, fin dentro la storia Biblica che ha visto, oltre a i ciclisti, anche San Pietro calcare le montagne di Lauco per diffondere i dieci comandamenti tra le genti di queste montagne. Un tentativo vanificato, racconta la leggenda, dalla caduta di una delle tavole che si scheggiò trasformando il settimo comandamento (non rubare) in rubare. Il non è andato perduto nella caduta. Subito allora i valligiani obbedirono e iniziarono a saccheggiare e rubare nei luoghi attorno al nostro secondo GPM di Avaglio da cui il percorso prosegue, sempre in salita, verso le quote montane che segneranno la fine di questa tappa. Prima il Passo Duron, poi Sella Valcada e infine il gran finale con la salita al Kaiser, il Monte Zoncolan nel cuore della Carnia. Alta 1750 metri questa cima è un punto panoramico spettacolare sulle cime della Carnia. Quando infatti il tempo è sereno lo sguardo abbraccia quasi tutta l’area alpina offrendo ottimo scorci panoramici sul Coglians, il Peralba, il Crostis, il Sernio e molte altre montagne spettatrici, per sei volte, di un arrivo di tappa del Giro d’Italia sullo Zoncolan.

 

Commento tecnico a cura di Giuseppe Guerini

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Giuseppe Guerini

Questa è la tappa con la salita più dura del Giro. L’arrivo sullo Zoncolan è certamente decisivo per la classifica considerando soprattutto che si arriva da tre giorni di tappe abbastanza semplici e che invece il fine settimana sarà decisamente intenso. Saranno tappe che richiederanno forza e impegno.

Chi vorrà vincere il Giro qui dovrà dare tanto.

Sicuramente ci si sarebbe aspettati qualche attacco in più fino al Gran Sasso. Attacco che non c’è stato. Sono rimasti tutti quanti raccolti in pochi secondi. Quindi qui bisognerà tirare fori qualcosa. Si tratta di una tappa non lunghissima ma con, oltre alla prima e all’ultima, altre salite intermedie con anche il passo Duron molto impegnativo.

 

Giuseppe Guerini, classe 1970, è originario di Gazzaniga, un piccolo comune in provincia di Bergamo. Dal 1993 al 2007 è stato un ciclista professionista. Uno scalatore, un atleta particolarmente adatto alle salite. Ha corso per Navigare, Polti e per la tedesca Telekom con cui conclude la carriera nel 2007. È soprannominato Beppe Turbo e non solo perché cresciuto vicino alla centrale idroelettrica d Vertovo.

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