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“Magistrati troppo severi”, in fuga le guide francesi

È di qualche giorno fa la notizia che le Guide Alpine francesi siano in fuga dalla Valle d’Aosta. Secondo alcune voci avrebbero paura della magistratura italiana. “Lamentano un’esagerata severità da parte della magistratura italiana nei confronti delle guide in caso di incidenti” ci spiega Pietro Giglio, presidente dell’UVGAM (Unione Valdostana Guide Alta Montagna). “Si tratta ovviamente di un loro giudizio” aggiunge ancora prima di spiegare che “per questo hanno chiesto al collegio valdostano di farsi promotore di iniziative culturali volte a far conoscere alla magistratura italiana e, nel particolare del caso, a quella valdostana la professione di guida”. Un modo per mostrare quindi  il lavoro, i rischi e le modalità di operazione e accompagnamento. “Ce l’hanno richiesto con la, non tanto velata, minaccia di disdire le attività sul territorio valdostano”.

 

Come funziona il rapporto magistratura-guide in Francia?

Faccio l’esempio di una pratica che è ormai entrata a far parte di usi e costumi delle guide francesi. Ci sono organizzazioni che realizzano stage, ad esempio sul Gran Paradiso. Li si organizza con una guida che lega alla sua cordata il numero di partecipanti che ritiene opportuno. Gli altri partecipanti si legheranno quindi in altre cordate minori, così che una sola cordata sarà legata alla guida. Se dovesse capitare qualcosa alle cordate che seguono la guida, alla guida viene attribuita una responsabilità minore.

Tutto questo ovviamente avviene in Francia. Da noi questo lavoro non si fa. Non c’è l’abitudine di portare un gruppo in cui due si legano alla guida e gli altri si legano in altre cordate a seguire.

Questo, tra l’altro, è un argomento di cui abbiamo già dibattuto nel giugno scorso quando, presso la Fondazione Montagna Sicura, abbiamo organizzato un incontro tra magistrati valdostani e francesi che hanno potuto confrontarsi.

Se le guide francesi dovessero mantenere la promessa e non portare più clienti in Valle d’Aosta, ci sarebbero ripercussioni sul territorio?

Come dicevo prima ci sono delle organizzazioni che realizzano stage al Gran Paradiso. Si tratta di gruppi numerosi, diciamo un totale di circa cento persone durante l’estate ed è ovvio che questa mancanza porterebbe un danno all’indotto turistico.

In alcuni casi avevano già disdetto le prenotazioni, poi sono intervenuto cercando di mediare la cosa e evitare la perdita.

Cosa pensano invece le guide valdostane riguardo la severità della magistratura?

Noi non pensiamo. O meglio Montesquieu aveva teorizzato la separazione dei poteri dove ognuno ha i suoi compiti e le sue responsabilità. La magistratura svolge quindi i suoi compiti e ha i suoi poteri.

Un aspetto positivo è che proprio oggi ho consegnato al tribunale di Aosta le candidature delle guide che si sono proposte per l’albo dei periti. Fino ad oggi non avevamo periti per la valutazione degli incidenti in montagna e ci appoggiavamo ad altri tribunali.

Questo albo per noi è un aspetto molto positivo in quanto permette a degli esperti, che devono essere super partes e rigorosi nel giudizio, di valutare i casi in montagna. Ci rimettiamo comunque alle decisioni della magistratura. È il giudice a dover giudicare e a doverlo fare in totale autonomia.

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