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«Per le consumazioni al sacco 10 euro a persona»: polemiche per un cartello a Foppolo

“Per le consumazioni al sacco 10 euro a persona“. È questo il contenuto di un cartello esposto dai gestori della Terrazza Salomon del Rifugio Montebello di Foppolo, in alta Valbrembana.

Un cartello che è stato poi postato sui social network, e che ha scatenato una scia di polemiche e commenti, divisi tra chi è a favore e chi invece si dice contrario all’iniziativa.

Un’immagine della Terrazza Salomon. Foto @ Forum Valle Brembana

C’è chi per esempio, ha tentato di riportare alla normalità la questione, scrivendo: «Semplicemente sarebbe di buon gusto esporre un cartello con scritto “Sono vietate le colazioni al sacco”, come fanno (o dovrebbero fare) tutti gli esercizi pubblici che lavorano per il loro profitto».

C’è chi invece ha scritto che «con quella cifra di solito mangio al ristorante: primo, secondo, contorno, dolce, acqua, un quarto di vino e caffè». Tra i tanti commenti anche molti a favore dell’iniziativa: «Fanno bene. Io penso che sia maleducazione andare a mangiare cibo portato da casa sulla terrazza di un ristorante».

Alla fine sono intervenuti gli stessi gestori del rifugio, che con un lungo post hanno motivato la scelta, che, secondo loro, è da leggersi unicamente come una provocazione: «Troviamo veramente assurdo dover specificare che in un ristorante sia vietato poter consumare del cibo portato da casa. Semplicemente per una questione di buon senso e perché immaginiamo che nessuno di voi si permetta di fare lo stesso in un ristorante di città.

I gestori fanno inoltre notare come: «Ogni giorno dobbiamo avere discussioni con gente che questa cosa non la capisce o, più probabilmente, fa finta di non capirla. Perché è troppo comodo avere un tavolo pulito a disposizione piuttosto che portarlo da casa. Ed è per questo che è stato messo il cartello di divieto».

Molte volte infatti i gestori si ritrovano «con la Terrazza del ristorante piena di clienti che si lamentano perché non trovano posto, quando molti tavoli sono occupati da gente che mangia al sacco».

E si chiedono: «È giusto che un cliente che paga non abbia il posto a sedere perché rubato da altri che non ne hanno diritto? È giusto che siamo noi a doverci rimettere? Per quelli che non riescono a capirlo, vi invitiamo a risparmiare i 10 euro ed investirli una volta in un buon pranzo da noi».

Lo sfogo dei gestori della Terrazza è solo l’ultimo in ordine temporale di una discussione infinita tra ciò che è consentito fare solo in montagna e non altrove. Come successo meno di un anno fa al Rifugio Casati e Guasti, a 3.269 metri nel cuore del gruppo Ortles-Cevedale, dove un cartello recitava “Pisciare a 3.000 metri costa un euro”.

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