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Alla scoperta di un itinerario dell’Isola d’Elba con gli scarponi INCA WP di Trezeta ai piedi

Sito Web: trezeta.com
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Le peculiarità dell’Isola d’Elba, la più grande tra tutte quelle che compongono l’arcipelago toscano, sono molte e quasi tutte conosciute: la meravigliosa successione delle spiaggette e delle anse, bagnate da acque cristalline, le rovine etrusche, i resti dei porti romani, la zona mineraria tra le più importanti di tutta Europa. Un altro fatto unico è che, in poche ore di cammino su percorsi hiking di tutto rispetto, passiamo dal mare alla vetta di una montagna di granito (che è il materiale di cui è fatta l’isola) di più di 1000 metri di altezza.

Questo è l’itinerario che abbiamo scelto di percorrere insieme alla scoperta degli scenari che mutano ad ogni curva, ogni volta più sorprendenti ed emozionanti, grazie alla complessità dei paesaggi e della loro origine.

Partendo da Marciana, uno dei borghi medievali dell’isola e il più alto sul livello del mare, ci incamminiamo per raggiungere la vetta del Monte Capanne, un pezzo di granito che si erge nella parte occidentale dell’isola. Ad accompagnarci nella nostra escursione, le nostre fedeli Trezeta Inca WP, uno scarponcino leggero e traspirante, ideale per affrontare escursioni di livello anche impegnativo su percorsi misti, proprio come quello dell’isola d’Elba.

Grazie alla suola Vibram® Grivola abbiamo trazione efficace su ogni superficie, ottima ammortizzazione e stabilità. La tomaia, in pelle scamosciata e inserti traspiranti, è accoppiata alla membrana Water Stopper, sviluppata in esclusiva da Trezeta, che rende la calzatura inaccessibile all’acqua e agli elementi esterni. La forma studiata per fornire il massimo comfort anche per utilizzi prolungati completa le funzionalità di questo scarponcino, che ripaga la nostra fiducia a ogni passo.

Prendiamo allora il sentiero che parte proprio dal paese di Marciana e passiamo nella valle di Pedalta, che giunge poi al romitorio di San Cerbone, che venne eretto dai monaci Benedettini nel 1421 proprio vicino alla grotta dove l’eremita passò gli ultimi momenti della sua vita. La salita verso la vetta del monte comincia in corrispondenza di un bosco di castagni, popolato tra gli altri da mufloni autoctoni, e passa poi attraverso grandi lastre di granito franate, i cosiddetti “macei”, all’ombra dei lecci. Dopo aver incontrato un ricovero per il bestiamo con annesso manufatto di ristoro per i pastori, il sentiero si apre sulla verde valle della Nivera e arriva finalmente sulla cima del Monte Capanne. Qui, nelle giornate più serene, la vista incomparabile su tutta l’isola, sulle altre isole dell’arcipelago toscano, su Corsica e sulla costa toscana saranno un autentico premio per lo spirito e cancelleranno la fatica sostenuta per raggiungere la vetta.

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