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Messner: «Si all’abbattimento del lupo». E la guerra di petizioni continua

Una guerra di firme con al centro il grado di tutela del lupo sulle Alpi. È quanto sta accadendo in Alto Adige da ormai dieci giorni, da quando l’assessore provinciale alle politiche agricole Arnold Schuler aveva lanciato una petizione per chiedere alle istituzioni europee l’abbassamento del grado di tutela del grande carnivoro.

Petizione a cui aveva fatto immediatamente seguito un’iniziativa contraria, promossa dalla Lega Abolizione Caccia, dal titolo “Petizione contro il lupo? No grazie: viva i lupi!”. Mentre la prima ha raggiunto quota 21mila firme, la seconda si aggira attorno alle 14mila. Un’esercito di favorevoli e contrari a cui hanno preso parte anche celebri personalità della montagna.

Esemplari di lupo sulle Alpi. Foto @ Sport Outdoor 24

Come l’alpinista Reinhold Messner, che si è espresso chiaramente a favore della petizione lanciata dalla provincia autonoma di Bolzano, dichiarandosi pronto a firmarla, in quanto: «C’è chi ipotizza che basterebbe adottare delle misure di protezione per le greggi. Ma si tratta di una visione quasi romantica, legata ad un passato che non esiste più, quando i pastori stavano assieme alle greggi al pascolo tutta l’estate in quota. Questo valeva cento anni fa, mentre oggi i contadini non possono permettersi il lusso di assumere un pastore per custodire le pecore, che sono quindi lasciate libere. I contadini devono inventarsi un secondo o triplo lavoro, magari gestendo uno skilift o dedicarsi all’agriturismo. Non possono dedicarsi tutto il tempo alle loro pecore, che sono quindi in balia dei grandi predatori».

Messner richiama poi il cambiamento che il territorio ha avuto negli anni, con «moltissimi turisti che, attraverso i sentieri, vanno praticamente ovunque». Sbaglia, secondo l’alpinista «chi sostiene che ci sia spazio per il lupo e l’orso sulle montagne sudtirolesi».

Un ulteriore motivo di preoccupazione è, secondo Messner, «il fenomeno dell’ibridazione cane randagio-lupo, che li rende più confidenti e quindi più pericolosi per l’uomo». Secondo alcuni etologi infatti, se il vero lupo teme l’uomo, non altrettanto accade per il cane e questa confidenza lo porta a rischiare di più.

Nel frattempo a livello nazionale l’annosa questione è ferma nella Conferenza Stato-Regioni, con il cosiddetto “Piano Lupo” proposto dal Ministero per l’Ambiente che è al vaglio della commissione dal 5 dicembre scorso.

Se infatti da una parte Toscana, Veneto, Valle d’Aosta e la province autonome di Trento e Bolzano si dicono favorevoli all’abbattimento, le altre regioni sono contrarie.

Come riporta il Sole 24 ore, il progetto del ministero prevede una serie di misure per la gestione dei lupi: promozione di sistemi di prevenzione naturali (cani pastori, rifugi, recinti elettrificati), rimborsi più rapidi agli allevatori, gestione dei pascoli, lotta agli incroci con i cani, nucleo anti-bracconaggio dei Carabinieri. Su queste previsioni c’è consenso generale da parte delle Regioni. L’unico vero motivo di contrasto sono gli abbattimenti controllati. Toccherà ora al prossimo ministro dell’Ambiente decidere se varare o meno il provvedimento e se autorizzare o no la caccia ai lupi.

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