La confusione regna sovrana soprattutto nelle cronache dei fogli e siti colorati in cerca di news sul web. Intanto, chiariamo che la moglie di Tomek – in collegamento continuo da ieri sera con un gruppo di “esperti” compreso Ludovic, amico e corrispondente di Elisabeth – si chiama Anusomack e si trova ora in Irlanda. La tenda dove i siti degli esperti collocano Tomek è purtroppo frutto di una errata interpretazione di una generosa volontaria che si sta dando da fare per la riuscita della raccolta fondi che permette l’intervento degli elicotteri.
Denis Urubko è un espertissimo e conosce le regole dei soccorsi con elicottero in Pakistan: sa che se l’Esercito ha deciso un programma, come ha fatto, che prevede di partire con due elicotteri Ecureuil alle 8,30 questi partiranno di sicuro dalle 9. Sa altrettanto bene che arriveranno al CB dalle 9,30 /10 in poi (si fermano alla base militare di Paju, a metà strada, per fare rifornimento perché volano il più leggeri possibile). Al Nanga arriveranno non prima delle 12,30/13. E questo se il meteo, che purtroppo promette un peggioramento, sarà praticabile.
Al base del K2, l’Ecureuil carica al massimo due persone con poco carico (uno zaino) e per regolamento militare, essendo quella del K2 zona ad alta sensibilità militare, devono volare due elicotteri insieme. Dunque quattro persone con “poco carico”. A Skardu, eliporto di partenza, ci sono solo due Ecureuil operativi.
Con il Brigadiere Akram (che è stato un alto ufficiale dell’aereonautica e dei servizi), insieme a tutti i collaboratori dell’Agenzia di Elisabeth e Tomek e ai responsabili delle Ambasciate, abbiamo cercato inutilmente di usare almeno un altro elicottero, ma al momento non è stato possibile aggiornare il programma dei militari e averne uno in più per domattina, nemmeno l’Agusta della Aga Khan Faundation.
Quel che accadrà domani sta nella logica delle cose complesse e dolorose come queste.
La squadra dei polacchi arriverà alla base del Nanga domani tarda mattinata.
Se l’elicottero riuscirà e loro saranno convincenti con i piloti (il regolamento pakistano prevede di poter salire alla quota massima di 6000m), dopo aver alleggerito al massimo l’elicottero, un alpinista ed un pilota potranno salire a 6600 metri circa (C3). Qui si potrà prelevare la Revol (con un improvvisato baricentrico, come già fatto in precedenza con il recupero di Tomaz Humar, proprio al Nanga, nel 2005). Maurizio Gallo ha fornito stamattina in proposito agli operativi a Islamabad una serie di istruzioni tecniche. L’altra ipotesi è che almeno due alpinisti si facciano depositare sempre a C3 e da lì avviino le operazioni di soccorso in parete. La Revol anche in questo caso sarebbe portata a valle in elicottero, mentre gli alpinisti potrebbero tentare di raggiungere Tomek.
Non semplice e bisogna che l’elicottero voli fin lassù.
Altrimenti ai polacchi non resterà che risalire la via Kinshofer. Urubko e Bielecki, che conosce già la via avendola salita con Daniele Nardi, saranno la cordata di punta.
Nel frattempo Elisabeth rimarrà ferma al campo 3 o inizierà a scendere? Certo questa notte che inizia la vede ancora all’addiaccio, senza bere e mangiare, senza riparo, ormai da giorni. Ma Elisabeth è una vera dura e sappiamo che ha risorse formidabili, può farcela, pian piano, a scendere e scendere, fino a campo 2 e oltre, sul muro di roccia dove le corde si mantengono infisse di anno in anno, magari saranno insicure, come sperimentò Nardi, ma sono parecchie. E poi giù per le ripide pareti dure di ghiaccio dei canali iniziali fino alla base del Nanga.
Mi piace sognare che Elisabeth domani pomeriggio possa essere nella tenda del suo Campo Base a bersi un the.
I generosi alpinisti polacchi avranno però anche da pensare a Tomek, rimasto lassù, sotto il gran trapezio terminale di roccia e ghiaccio del Nanga. Compito titanico il loro, ma talvolta appaiono come titani e potrebbero anche farcela. I miracoli in montagna a volte accadono, la storia dell’alpinismo ce lo racconta.