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Carcere e valanghe: le vostre opinioni

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BERGAMO — Il nuovo emendamento che propone il carcere per chi provoca il distacco di una valanga e 5 mila euro di multa a chi va in montagna quando il pericolo è marcato, sta suscitando un acceso dibattito tra frequentatori e appassionati dell’alta quota. Voi lettori ci avete scritto in tantissimi: ecco tutte le vostre opinioni.

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Anche questo fine settimana numerose lo persone che hanno avuto a che fare con le valanghe nonostante gli avvisi e il pericolo marcato 3-4…e a Foppolo è stato arrestato il giovane che accompagnava l’amico di 70 anni finito sotto la valanga.. ma il turista ceco che è morto in Valturnance sotto una valanga mentre faceva ELISKI??????? Chi arrestiamo????? L’eliski è permesso anche con pericolo marcato 4 perchè le valanghe si staccano solo in salita e non in discesa o il dio soldo ha ancora una volta la meglio su tutti e tutto??? Mi piacerebbe sapere come va a finire ed anche altre opinioni….
un grazie e  montagne libere"
Claudio Verza Arco Tn

Carcere per chi provoca le valanghe??? ZITTI POLITICI E BENPENSANTI (giornalisti di pianura intesta) I politici poi che si mettono in testa il rischio zero su tutto, che pensano solo per il bene altrui!? E nulla sanno di montagne salvo cercare di marciarci sopra in specialmodo in tempi elettorali. Patentino per chi frequenta la montagna? Altra s….. (scusatemi ma ne ho sentite troppe) non hanno forse tutti la patente coloro che provocano o sono vottime delle "stragi del sabato sera" Qualcuno (il politico di turnoo il tecnico politicizzato) dovrebbe farsi invece in sano e onesto esame di coscienza!!!!!
Sandri Sergio Libero alpino e alpinista

Non credo che lo spirito sia quello di mandare in carcere i montanari (cosa sono….una razza a parte?) invece dei mafiosi o dei ladri. Direi piuttosto che la norma o la proposta di norma forse è indirizzata verso coloro che si avventurano in montagna come degli imbecilli (e ce ne sono tanti), senza l’ausilio di esperte guide alpine che vivono in montagna e conoscono la montagna.
Carlo Degl’Innocenti

Mi chiamo Walli Steiner e sono un’appassionata di scialpinismo di Braies in Val Pusteria e dalle ns. parti questo Sport veniva praticato ancora dai ns. nonni e bisnonni, anche se in forma diversa. Quasi in ogni famiglia c’è un membro che pratica scialpinismo e questo sport salva la ns. gioventù da eccessi d’alcool. Sono assolutamente d’accordo nel castigare chi fa fuori pista presso gli impianti sciistici. I ns. politici devono smetterla, viceversa, di voler legiferare su temi a loro sconosciuti e lasciarci vivere le ns. montagne in libertà come sempre abbiamo fatto ed è un ns. diritto fare. Imposizioni di cui alla proposta d’emendamento avrebbero un’effeto devastante sui soccorsi in quanto il soggetto provocatore si darebbe alla fuga invece che soccorrere o chiamare i soccorsi.
Complimenti per il sito e "Bergheil" da
Walli Steiner

Buongiorno, mentre nello scorso fine settimana sopra casa mia (abito ad Arco di Trento) sul monte Baldo morivano 2 giovani sotto una valanga ed altri nella frequentazione di altri posti, io ero in val Formazza ad un corso di autosoccorso in valanga per sci alpinisti esperti tenuto dal Cai Servizio Valanghe Italiano. E a fine mese accompagnerò 2 miei compagni abituali di sci alp ad altro corso sempre dello Svi sugli Appennini. Ogni anno massimo ogni 2 frequento tali corsi per aggiornamento, per perfezionamento e cultura personale che poi cerco di passare ad altri. Certo così facendo non mi sento meglio di tanti altri ma per lo meno ho la necessaria cultura e preparazione nel verificarsi dell’evento valanga. Nel mio zaino non mancano mai la pala e la sonda come l’ARTVA (ex Arva diventato l’anno scorso ARTVA apparecchio ricerca travolti valanga) ha il suo posto fisso legato al mio fianco a contatto epidermico anche se salgo sullo Stivo che conosco da 50 anni e sui suoi pendii non ho mai visto una valanga in qualsiasi condizione di neve e tempo….E quest’anno ho apprezzato molto l’indirizzo che lo SVI sta dando a questi corsi: certo sapere l’utilizzo dell’Artva, pala e sonda e come comportarsi organizzativamente al verificarsi della valanga (avendo la fortuna di starne fuori) ma più di tutto questo IL PREVENIRE l’evento con la conoscenza molto profonda dell’ambiente montano innevato con tutte le sue caratteristiche e continue trasformazioni giornaliere: la consultazione dei bollettini valanghe e meteo: il verificare il percorso scelto su una cartina per capire il terreno e le sue pendenze: sul posto prima di partire guardarsi intorno per leggere i segni sul terreno quali vento, esposizione dei pendii ecc…Tutto questo dedicandosi durante la gita al guardarsi intorno e non mettere la testa e lo sguardo sulle punte degli sci e sfidare l’orologio e trovando il tempo per qualche prova di ricerca o di stratigrafia del manto nevoso. Molto spesso nel mio girar per monti mi fermo nell’incrociare o nell’essere superato da sci alpinisti o ciaspolari e provo la ricezione del loro segnale ARTVA: c’è solo il silenzio radio!! Poi facciano tutte le leggi che vogliono..siamo nel bel paese: Fatta la legge trovato l’inganno o peggio chi la farà rispettare: l’esempio classico qui da noi in Trentino con le mtb: la ns provincia autonoma spende migliaia di euro in campagne pubblicitarie con foto dove si vedono mtb quasi quasi scendere da campanil basso e scorazzare su sentieri da capre.. dall’altra nel tentativo di dare una regolamentazione all’invasione delle mtb su tutti i sentiieri fanno una legge che vieta il passaggio delle mtb su sentieri con tratti di pendenza superiori al 20% e più stretti dell’interasse della bici stessa. Ma chi fa rispettare tutto questo? E lo stesso dicasi per l’inverno. Dal canto mio continuerò a girar per monti nel massimo rispetto di tutto ciò che mi circonda e con la consapevolezza che i grandi alpinisti sono quelli che arrivano a 90 di vita.
Claudio Verza

Al solito il paese di pulcinella. Non sono assolutamente d’accordo e appoggio pienamente quanto scritto da Mondinelli e altri alpinisti. Fatevi sentire.
Gianluigi Pecora

Chi, in auto, provoca la morte di altre persone perchè non si è fermato ad un semaforo o ad un segnale di Stop è colpevole di omicidio colposo! E allora perchè ne deve essere esente chi, con rischio slavine a "livello marcato",  provoca la morte di altri? Messner, Mondinelli e chi conosce e rispetta la montagna non deve temere una simile legge, perchè è presumibile e auspicabile che non commettano mai imprudenze tali da mettere a repentaglio la vita di altri.
Se fosse stato rispettato il "semaforo rosso" posto all’inizio della vel Lasties nel Dicembre scorso, avremmo ancora tra di noi Peratoner e C. e invece…Che ne pensano le familie di costoro? Magari una legge che punisce severamente chi passa col rosso potrebbe salvare vite. O no.
Giovanni Ferraris

Ciao, sono anche io con Messner, e credo che  quelli sotto debbeno sapere che quelli sopra…il mondo è libero, e chi si espone deve sapere cosa stà facendo, altrimenti torniamo tutti all’asilo. Un pò poco diplomatico forse, ma chiaro e

d essenziale.
Maurizio Vettorato

Montagna e Burocrazia non sono compatibili. La vera percezione di libertà si ha solo quando qualcuno cerca di porre dei limiti ai nostri spazi d’azione. Ma per chi la montagna se la sente dentro, e senza non ci può proprio stare, decisioni imposte dall’alto, non sono accettabili. Di certo qualcosa deve essere fatto per porre un freno a delle morti inutili, ma soprattutto per tutelare gli uomini del soccorso che ogni volta mettono a repentaglio la propria vita per provare a salvare quella altrui. Qualcosa deve essere fatto, ma la via della repressione non è quella giusta. Di questo passo si arriverà ad arrestare o a punire con pesanti sanzioni chi oserà mettersi in auto sotto una copiosa nevicata o sotto la pioggia battente per il semplice motivo che, potenzialmente, potrebbe causare un incidente. Le provocazioni sono utili per dare una scossa, ma poi le soluzioni vanno ragionate e ponderate. E’ mai possibile che di montagna si parli solo in occasioni di tragedie o per raccontare episodi negativi? E’ mai possibile che in area come la Valtellina non sia previsto un corso di cultura alpina nelle scuole? Perché non fare della sana prevenzione invece di una controproducente repressione? L’emendamento promosso da Bertolaso non è passato, ma l’aria che comunque tira in Parlamento è quella di un intervento legislativo in materia. Che dire, se proprio nuove regole verranno introdotte in luoghi dove il solo buon senso dovrebbe legiferare, la speranza è che a scriverle siano uomini di montagna e non burocrati che di montagna non sanno nulla.
Maurizio Torri – Red. Sport di Montagna

Assurdo la montagna fa parte della nostra cultura e come tale non vanno fati divieti e leggi ma insegnare e far prevensione anche da parte dei media dare piu notizie e non solo quando ce la trgedia e dare notizie correte purtroppo si da colpa sempre al alpinista e non si guarda che in realta questi incidenti la magior parte sono causati da sprovveduti che alpinisti non sono ma sciatori solo alla ricerca di nuove emozzioni senza nesun criterio e nemmeno atrezzati a dovere e senza un minimo di conoscenza della montagna e qua che va guardato fare prevensione e fare rispettare le leggi che esistono gia sulla materia sulle piste di sci quanti rispettano i cartelli di divieto fuori pista? Oggi mi sembra che basti avere un paio di sci larghi o un snobord e poi via giu su pendii vergini faccilmente raggiungibili con le funivie ma questi secondo voi sono alpinisti? La montagna deve essere libera e il vero alpinista sa i suoi pericoli e sa valutarli e acetta anche la rinuncia e se ne torna a casa questo va insegnato e a chi vuole fare escursionismo in montagna e non e esperto gli ricordo che ci sono dei proffesionisti che di mestiere fanno le guide alpine preperate per portare la gente in sicurezza e insegnare o le scuole cai. Far morire l alpinismo vuol dire far morire una parte della nostra coltura i nostri politici devono riflettere prima di agire a questo punto sono piu criminali noi alpinisti che chi ubriaco gira in macchina ?
Carlo

Sono in linea con quanto detto da Messner e Mondinelli.
Gaetano

Penso che il problema esiste ma questo non è il modo di affrontarlo, ed il modo per affrontarlo secondo me è quello di educare! Sì perchè non esiste più la cultura dell’imparare, perchè oggi è tutto facile, virtuale, e così se a uno va di fare un quattromila, pensa che essere un po’ allenati basti, se si decide di fare un’escursione sulla neve si noleggia un paio di ciaspole e si comincia a camminare sulla neve, magari attraversando canaloni dopo una nevicata e magari tanto vento e, non sia mai, ascoltare i bollettini valanghe. E allora chi propone queste soluzioni dovrebbe "obbligare" i media a non banalizzare le escursioni specie in ambiente innevato, non banalizzare il fuori pista con gli sci, come fosse una specie di trasgressione simpatica, non far credere che avere addosso un "apparecchio ricetrasmittente" salva la vita, salvo in caso di incidenti, criminalizzare tutti, facendo di ogni erba un  fascio, e sparando a zero anche su chi fa adotta tutte le precauzioni possibili. Detto questo è evidente che all’interno del CAI e dei gruppi di appassionati dell’ambiente montano, devono fare una riflessione; forse bisognerebbe inculcare nella testa della gente la parola "rinuncia", certo non è facile dopo ore di fatica rinunciare alla meta ma, come mi è stato insegnato, la montagna è sempre lì e ci si può tornare la settimana prossima. Ad ogni modo NO a nuove leggi che limitino la fruizione della montagna, anche perchè già esistono norme che puniscono chi provoca valanghe, SI’ ad una frequentazione consapevole dell’andar per monti.
Rinaldo Mezzanzanica – CAINERVIANO

Servono delle normative precise ma non possiamo impedire a nessuno di fare i fuori pista.
Regular or goofy

Io propongo un severissimo "patentino" per quanti frequentano la montagna in inverno, Riguardo le altre stagioni, altro patentino, visto che i tanti frequentatori, anche locali, molto spesso, nel loro andare, non si curano se lasciano cadere sassi o altro. Idem gli alpinisti meno esperti. Multe salate, anche, a chi lascia i propri escrementi, carta igienica o meno, compresa, lungo i sentieri.
Salvatore Messina,  ex appartenente presso le varie stazioni di soccorso alpino dei Carabinieri. Sesto Pusteria – Santa Cristina Valgardena, Ortisei ecc.

In Italia si parla troppo, si combina poco e, alla fine, si pensa di "sparare" la soluzione finale quale sorta di panacea: non credo funzioni cosi’. La montagna e’ territorio di tutti e di nessuno, ha le sue regole lo sappiamo; sarebbe forse meglio che, anziche’ fare altre leggi (sembra che i nostri politici abbiano una percentuale su di esse: se ne fanno troppe), si facessero rispettare quelle (sempre troppe) esistenti, e non solo nel campo alpestre e alpino. Inoltre pare che l’educazione (civica e non) in Italia sia proprio scomparsa e non solo dal programma scolastico: forse aiutare, con incentivi o sgravi, chi e’ preposto ad educare "sulla montagna" non sarebbe proprio cosa malvagia.
Terry

Ho letto diversi articoli sull’argomento e ho sentito diverse opinioni sui fatti ultimamente accaduti in montagna . Personalmente penso che ognuno possa avere un minimo di ragione, su chi propone una multa, chi il carcere , chi solo la maggior informazione e prevenzione, come detto prima non mi sento di dare torto a nessuna soluzione proposta . secondo me l’unica colpa e’ in noi stessi , si parla di piu’ informazione, piu’ prevenzione, ma io penso che ogni alpinista che frequenta una qualsiasi sede cai, un qualsiasi club di appassionati di montagna sappia cosa deve fare prima di partire . siamo anche nell’era supertecnologica di internet che se per caso uno non e’ iscritto in un gruppo di montagna con i mezzi che ci sono e’ in grado di conosciere la situazione in tempo reale di qualsiasi zona alpina. sedi cai , internet, bollettini meteo per telefono, piu’ di cosi’ penso non si possa avere, ecco perche’ penso che siamo noi il vero problema.  Se c’e’ pericolo ed io con altri amici vado a fare del fuori pista e vengo avvisato del pericolo ma ci vado ugualmente , il problema sono io . si parla sempre di alpinisti , ma dei ragazzi di 20 e 17 anni che alpinisti sono , che esperienze hanno , a volte si fannno cose solo per poi raccontarle al bar alla sera , ma loro non le racconteranno piu’. la montagna e’ bella perche’ e’ liberta’ , uno
puo’ andare dove vuole cerchiamo di mantenerla tale.
Davide

Leggo con grande piacere e soddisfazione che e stato respinto ad unanimita il decreto Bertolaso. Grande giorno di intelligenza collettiva responsabilita e tanta neve a tutti saluti
Sibomart

Faccio elisoccorso e soccorso in montagna da un po di anni …pratico anche io lo scialpinismo e mi alleno con una buona regolarieta’, in montagna ci vado molto spesso….sono conscio dei pericoli che ci sono e so anche che sicuri al 100% non si e’ mai, indipendentemente da quanto uno sia esperto e basti pensare al incidente in Val Lasties dove sono morti 4 miei amici del soccorso alpino fassano. Al discorso del carcere a chi provoca valanghe non do neanche peso xche son delle stupidate x me senza senso messe in piedi da gente che secondo me non ha mai messo un paio di sci da scialpinismo o delle ciaspole e fatto nemmeno 1 ora di fuori pista godendosi un panorama e un ambiente tranquillo via da rimori e stress….Poi giornalisti che amano dare peso a queste cose diffondendo notizie nei quatidiani allarmismi e godono a scrivere di cose delle quali hanno zero esperienza e competenza….ma si sa basta riempire lo spazio bianco con qualcosa….
A parer mio se uno sciatore o scialpinista provoca siando fuori pista una valanga che puo andare a finire su una pista frequentata da "normali sciatori" mettendo in pericolo la loro vita…beh allora e’ giusto che venga preso un provvedimento….quale???? lo decidano chi indaga….Carabinieri,magistrati, responsabili delle piste, comissioni valanghe ecc……ce una rete con tanto di cartello che chiude una pista e che avverte del pericolo e gente vi passa ugualmente a lato per godersi la pista vuota ecc…..anche questi che vengano sanzionati e presi i procedimenti del caso…..ma se io vado a farmi una gita e per mia sfortuna provoco una valanga e nella sfortuna ho la fortuna di cavarmela…..beh non vedo xche devo avere paura di essere indagato….ma indagato per cosa?? chiaro che se in una gita salgo un penio sconsigliato, pericoloso e sotto di me ho altri scialpinisti, provoco una valanga e ne metto sotto anche solo uno…beh penso di avere agito in modo irresponsabile e giusto che qualcosa succeda altrimenti va a finire che si va a perdere regole e sicurezza……immaginavo che sta bomba di carcere multe da 5000 euro si stava pompando e a breve tempo si raffreddasse xche non e’ questo di sicuro il sistema piu intelligente per affrontare un problema cosi delicato come questo……qui bisogna che le istituzioni competenti CAI Guide Alpine Scuole di Sci  gruppi dei vari Soccorsi Alpini ecc…..si mettano a tavolino e cerchino di studiare un sistema di informazione e prevenzione piu preciso e adeguato per prevenire altri incidenti ed evitare che la gente prenda paura e scappi in caso avesse la sfortuna di provocare una valanga dove nessuno per sua fortuna ne e’ rimasto coinvolto….
ho fatto questa esperienza durante un intervento di elisoccorso quest’ inverno in Val Sarentino…..scialpinista muove valanga con un fronte di 250mt lunghezza di 100mt andiam la con elicottero cinofili iniziamo ricerca e non ce per fortuna sotto nessuno……50 persone impegnate per 3 ore in ricerca e alle 20.00 di sera una chiama che e’ stato lui xche aveva sentito che lassu in quel posto cercavano qualcuno……capite ora quale e’ il problema???? chi si salva scappa intanto mezzi di soccorso vanno sul posto a ceracre fantasmi….quando un elicottero ed ogni uomo inpegnato li potrebbe venire a mancare in caso di vera urgenza
Christian Soccorso Alpino Valgardena

Come è giusto punire chi provoca incidenti sulle piste da sci, è altrettanto giusto punire chi provoca una valanga.  Come è giusto che chi coglie funghi debba avere un patentino conseguito a seguito di un’adeguato corso, è giusto che per svolgere alpinismo si debba preventivamente superare un’adeguata formazione stabilita per legge. Come è giusto che per guidare si debba conseguire la patente a seguito di un’adeguata formazione e possa essere ritirata impedendo così che si continui a creare rischi, incidenti e danni, è altrettanto doveroso che tutti coloro si recano in montagna su percorsi medi o difficili, debbano prima svolgere e superare un’adeguato corso di formazione e quando ritenuti colpevoli di aver provocato incidenti o pericoli, il loro "permesso" possa essere sospeso o ritirato.
Rosa Mario

Ho 42 anni e sono un tecnico del soccorso alpino della provicia di Trento,se il numero degli incidenti è aumentato è anche perchè è aumentato il numero di frequentatori della montagna in inverno.Senza volere creare delle categorie è innegabile che alcune discipline vedi ad esempio le ciaspole grazie alla semplicità di utilizzo portino ad avere dei comportamenti superficiali dovuti alla mancanza di "esperienza" in montagna,lo stesso vale per snow-border ecc.Secondo me vanno distinti gli ambiti:la montagna,le aree sciistiche.Mentre per la prima sono contrario a qualsiasi tipo di legge ,nel secondo caso delle regole ci vogliono e con esse delle sanzioni,faccio notare come gran parte di casi in cui la stampa parla di sciapinisti travolti o in difficoltà in realtà si tratti invece di sciatori che hanno abbandonato la pista mettendo a volte a rischio anche la vita di altri .Penso che se a qualcuno è venuto in mente di voler fare delle leggi ,non sia solo per l’incolumità delle persone,ma forse più per quella dei conti pubblici.Oramai si parla di introdurre dei tiket sui soccorsi (già esistenti sul elisoccorso,ma che non coprono quasi nulla del reale costo) personalmente sono favorevole,bisogna educare la gente che frequenta la montagna ad iscriversi ad associazioni che offrano la copertura assicurativa in caso di incidenti vedi C.A.I. ,A.V.S. ecc,in svizzera  quasi tutti i cittadini sono iscritti alla REGA che da copertura assicurativa dalla montagna all’incidente stradale ecc.,fare questo significherebbe togliere gran parte delle argomentazioni a tutti quelli che vedono gli alpinisti come dei costi sociali.Rimane la parte più importante,ossia la preparazione e il buon senso,sempre più spesso vediamo scialpinisti con atrezzature all’ultimo grido ma senza ARVA perchè costa!! Ricordo che statisticamente l’autosoccorso è l’unico intervento che dà buone possibilità di sopravvivenza per questo motivo l’ARVA bisogna averlo e soprattutto saperlo usare,anche se si và da soli, in quanto permette ad eventuali soccorsi di avere una minima esposizione al rischio(il primo segnale viene ricercato percorrendo la valanga in hovering dall’elicottero solo la ricerca fine viene fatta a terra) e comunque aver presente che non si tratta di un amuleto per cui la valutazione del percorso sempre prima di tutto.Per finire è all’ educazione alla montagna che bisogna puntare e non alla repressione tenendo conto che tutti possiamo sbagliare,ma cerchiamo di evitare di andare a metterci in situazioni che erano tranquillamente evitabili ascoltando chi ne sa più di noi(bollettini,guide,ecc.).                                                                                          
 Alberto (Trento)

Tanto tuono` che piovve. Era nell’aria ed e` successo. Sono anni che la TV non manca
di additare alla pubblica esecrazione ogni disgrazia in montagna, sia che si tratti di sprovveduti incoscienti sui monticelli dietro casa, che di professionisti della montagna dall’altra parte del mondo. Rischiare e` asociale, questo e` il messaggio mediatico diffuso a reti unificate. Peggio, rischiare e` immorale, in questo caso la morale torna ancora comoda. Rischiare costa alla societa`, ci si preoccupa addirittura degli sprechi di denaro pubblico. E la politica asseconda in cerca di consenso, in perfetto stile del Bel Paese sforna una leggina, che, in perfetto stile, non sara` mai applicata, salvo magari qualche caso qua e la per dare l`esempio, o magari per i primi tre mesi le forze dell’ordine andranno a caccia di asociali. I bollettini e il rischio. Ricordo di aver incontrato la forestale che faceva i prelevamenti per il bollettino valanghe. Perfettamente attrezzati, tuta in goretex, ciaspole ai piedi, zanino in spalla, usciti dalla camionetta, duecento metri fuori dal paese, dieci metri fuori dalla strada, hanno osservato gli strati e analizzato i cristalli con la lente, poi via in caserma a comunicare i preziosi dati, non prima di averci avvertito seriamente sulla inopportunita` di intraprendere escursioni, prima del disgelo. Comunque concordo su una cosa, una regola ci deve essere per tutto, per come si guida e per come si scia, per come si mangia e per come si va di corpo, per come si guarda la televisione e per come si vota. Possiamo per favore, per completezza, fare una regola che vieti di guardare altro che giochi con i pacchi o dementi nella stanza. Possiamao per favore fare la scala di rischio e relativo bollettino dei programmi. TV: Pacchi e dementi rischio zero, varieta` e telenovele rischio 1, fiction e TG rischio 2, tutto il resto vietato per semplicita`. Personalmente non mi indigno, abbiamo liberamente eletto i nostri rappresentanti, (anzi delegato qualcuno a eleggere ma questo e` un dettaglio tecnico) percio` ce li meritiamo. Pero` dico una cosa, CAI ci sei ? Se ci sei batti un colpo, prima del prossimo convegno o commemorazione o elezione, batti un colpo. Guide Alpine, voi che ci siete, dite qualche cosa, qualche cosa di montagna. Magari non servira’,  pero` ci consolera` almeno un po`.
Andrea

Buongiorno come spesso succede la politica si muove sulla emozione dei fatti. Esiste già condanna per chi commette disastro colposo, assurda la proposta del carcere per chi scia in fuori pista anche con scala del pericolo marcato; è e rimane una indicazione di massima sulla pericolosità dei pendii, come non esiste pericolo zero di valanghe durante l’inverno. Pur con molta tristezza abbiamo assistito alla tragedia della val Lasties , questa eventualmente potrà far riflettere di come predisporre i portocolli operativi delle squadre di soccorso chiamate ad intervenire in queste circostanze (LIVELLO DI PERICOLOSITA’ SCALA 4 IN QUELLA CIRCOSTANZA). Esiste già una disposizione di legge che riguarda l’obbligatorità di uso ARVA – PALA E SONDA  per tutti gli escursionisti che frequentano l’attività in montagna invernale al di fuori delle zone controllate, ove siano segnalate aree potenzialmente pericolose. Manca una capillarità di informazioni in particolar modo ai giovani ma non solo; sulla conoscenza della neve e delle sue conplicanze, praticamente sconosciuta. Buona l’iniziativa di Sicuri sulla neve intrappresa dal C.A.I. S.V.I – CNSAS .nella Domenica 17 /01 /10 ma rimane una goccia nel mondo della frequenza montana invernale. Mi auguro che l’emozione non giochi come sempre la limitazione dei soggetti a muoversi liberamente in montagna si d’inverno che d’estate. Gabriele Lazzarini – S.V.I.- C.A.I. ex capo stazione CNSAS Cinofilo con cane per ricerca su Valanga, Direttore di soccorso in Valanga Fondatore di un club SCI IN FUORI PISTA  per 30 anni su tutto l’arco Alpino con mediamente 50 persone ad uscita, non è mai accaduto niente FORTUNA? può darsi.
Grazie dell’ospitalità
Gabriele Lazzarini ist. Federrazione Italiana Sicurezza Piste Sci

Le istituzioni si preoccupino di salvarci dai guidatori ubriachi, dai delinquenti, dagli infortuni sul lavoro…in montagna ci sono le regole non scritte: chi sbaglia quasi sempre paga di persona, comunque c’è un codice penale e civile che vale ovunque. Sabato e domenica quanti incidenti ci sono stati sulle strade? Quanti morti sulle strade? Sicuramente più che sotto le valanghe, eppure manco se ne parla!!
Paolo

Io comincerei con il togliere d’ufficio la copertura assicurativa per coloro che fanno scialpinismo o fuori pista quando le  condizioni meteo indicano pericolo o le regole delle piste lo proibiscono. E i costi del recupero li addebiterei ai responsabili di questi casi. E’ troppo stupido mettersi in pericolo e poi gridare aiuto!
Silvio Calvi

Ritengo che anche in situazioni di pericolo generale esistano percorsi sicuri (es. creste) e in situazioni di basso o bassissimo pericolo non si sia mai sicuri (il pericolo in montagna di inverno e anche in generale non è mai nullo). Non è quindi possibile stabilire per legge quando sia possibile andare e quando no. Inoltre la valutazione del pericolo locale è soggettiva al di la del bollettino generale, richiede responsabilità, competenza e dipende da fattori che variano in continuazione (non ogni 24 h come i bollettini). E’ quindi impossibile vietare per legge la frequentazione della montagna in base ad un livello di pericolo. E’ inoltre assurdo stabilire quale sia il livello di pericolo accettabile per ciascuno anche perché dipende assolutamente dalle capacità del singolo (fiscihe, psicologiche, esperienza, conoscenza della montagna, etc…).
Ritengo invece utile imporre a tutti l’utilizzo dell’arva in modo corretto di inverno (e in ambienti innevati in genere) pala e sonda. Ritengo anche opportuno limitare gli interventi di soccorso alpino (esporre al rischio di morte elevato i soccorritori solo perché qualcun altro ha deciso per se stesso di rischiare oltre modo). Questo potrebbe essere il caso di interventi di soccorso in ambiente innevato con bassa visibilità e rischio valanghe es. >=4.
Saverio Potitò

Penso che adesso il sig. Bertolaso abbia altro a cui pensare e forse anche il governo. Penso che ci vorrebbe più consapevoplezza da parte di chi approccia la montagna in situazioni particolarmente pericolose e un minimo di rispetto e sottomissione, eventualmente rinunciando ad effettuare escursioni se il tempo e le condizioni del manto nevoso non sono delle migliori. A volte si può anche fare solo una semplice passeggiata sulle colline, magari in compagnia di una persona cara per passare una bella giornata.
Mikele

Gli Appassionati della montagna non sono degli irresponsabili. Il Club Alpino Italiano invita a lasciar perdere l’emotività. Sempre liberi di andare in montagna. “La montagna è, e deve continuare ad essere un luogo di libera frequentazione, una norma come quella proposta nell’emendamento del Governo sulle emergenze in discussione al Senato non è accettabile dal CAI e dal mondo della montagna”. Lo sottolinea il Club Alpino Italiano che ha preso posizione rispetto alla ipotesi di legge che il Governo vorrebbe introdurre per rispondere (in modo sbagliato secondo il Cai) alle disgrazie in montagna…In merito alla presentazione di un emendamento del Governo al Decreto legge sulle emergenze in discussione al Senato, il Presidente generale del Club Alpino Italiano, Annibale Salsa dichiara: “La montagna è uno spazio di libertà e non di coercizione, come tale comporta un elevato senso di responsabilit&

agrave; e abbisogna di conoscenza e competenza. Tutto ciò non può portare ad una regolamentazione totale della frequentazione perché questo comporterebbe uccidere la libertà di accesso che è uno dei capisaldi dell’alpinismo e della frequentazione della montagna. L’irresponsabilità di alcuni non può essere pagata da tutti gli altri. La sicurezza in montagna – prosegue Salsa – non aumenta con le sanzioni o con il carcere per chi provoca valanghe, ma solo attraverso il lavoro di formazione, prevenzione, informazione svolto con l’ausilio del CAI, delle Guide alpine, del Soccorso alpino e speleologico e dei professionisti e degli abitanti della montagna. Ciò non significa essere aprioristicamente contrari a norme per il miglioramento della sicurezza in montagna, ma per la loro stesura non si può prescindere dal coinvolgimento del CAI, del Soccorso Alpino e Speleologico, delle Guide alpine e di quanti vivono e operano in montagna. “Il Presidente generale del CAI sottolinea inoltre che “Il CAI e il mondo della montagna non possono accettare una norma che, forse dettata dall’emozione, costringe a casa alpinisti, sciatori ed escursionisti, e che porta una militarizzazione delle Terre Alte. Anche l’anno scorso, sempre sull’onda dell’emotività dovuta anche in quel caso a vittime di valanghe, qualcuno aveva proposto l’istituzione di un fantomatico patentino cha abilitava ad andare in montagna individuando il CAI come ente preposto a rilasciarlo, e prefigurando l’impiego delle forze dell’ordine per controllare gli accessi. Anche allora – conclude Salsa – abbiamo espresso la nostra contrarietà a qualsiasi patentino – che non rientra in alcun modo nella filosofia e nella missione del Club Alpino Italiano – e a ogni tentativo di limitazione, sanzione eccessiva, militarizzazione della montagna.” Come Accompagnatore di Escursionismo CAI e Responsabile di un Gruppo Sezionale, sarò direttamente coinvolto dagli sviluppi di tutto questo…Come al solito si fanno le cose senza una analisi seria ed una conoscenza reale della situazione…così si arriva solo danneggiare ed a scoraggiare i tanti volontari del CAI… e di altre associazioni che con passione e impegno si dedicano alla formazione e alla sicurezza per una corretta frequentazione montana, con preziosa opera di prevenzione. Non posso quindi, che approvare, e appoggiare la presa di posizione del Presidente Generale Annibale Salsa. Restiamo sereni, in attesa che ritorni un barlume di ragionevolezza.
Mario Mariotto

Stiamo toccando il ridicolo. Il rischio è che si arriverà a proibire qualsiasi attività potenzialmente pericolosa .più corretto sarebbe favorire forme assicurative (possibilmente gestita dallo stato – tipo inail)  per tutti gli sport con dei rischi; con la possibilità di utilizzare un fondo per favorire la formazione e l’informazione, certamente carente.
per quanto riguarda le responsabilità individuali queste già sono contemplate dalle leggi esistenti.
p.s. L’altro giorno sono andato a sciare su pista ed ho rischiato più volte di essere investito da imbecilli fanatici ed incapaci che mi scambiavano per un paletto di slalom- quelli vanno bene perchè portano dei soldi!!
Ovidiolivero

Sono un medico, alpinista , sci-alpinista e freerider. Trovo davvero scandaloso che nessuno, in questi giorni, abbia parlato di ciò che davvero, a mio avviso, servirebbe per evitare il più possibile questi incidenti, che tuttavia, in quanto tali, esisteranno sempre; cioè della totale mancanza di “cultura” della sicurezza: mi trovo ogni giorno in cui frequento la montagna di fronte a decine e decine di persone che praticano anche da anni lo sci fuoripista e non sanno neppure cosa siano un’arva, una pala e una sonda……! L’unica legge che servirebbe davvero è proprio l’obbligo di avere con sé questa attrezzatura, e di saperla usare! Poi si potrebbe parlare di sanzioni…
Paolo Montemezzi

Credo che il governo non perda occasione per distrarre l’attenzione dai suoi fallimenti.
MC

Fanno bene, perchè nonostante anche in tv venga detto più volte "pericolo valanghe" le persone se ne fregano, vanno ugualmente e la sera ci si ritrova sempre con il morto sepolto. Il discorso "esperti, nn esperti" conta poco, perchè molte volto sono proprio gli esperti a sentirsi + sicuri di se e fare una brutta fine.
Bisogna avere giudizio!
Thunderstruck

Vietare lo sci-alpinismo o il fuoripista quando c’è pericolo di valanghe (in pratica quasi sempre: si muore anche con grado 2 e persino 1, come purtroppo dimostrano le statistiche…) sarebbe come vietare la circolazione a tutti i veicoli quando c’è pericolo di incidenti stradali (ghiaccio, neve, pioggia, nebbia, strada in curva…). Non è con i divieti che si evitano gli incidenti, ma con la conoscenza delle montagne e la prevenzione, come ribadiscono tutti gli esperti del settore. Invece di far le leggi sotto la spinta emotiva  di un fine settimana sciagurato, sarebbe bene ascoltare chi ha competenza in materia e prendere decisioni meditate, ad esempio favorendo la partecipazione ai corsi CAI-SVI e simili.
Flavio

E una ingiustizia metodi fascisti questa e repressione ma siamo matti ,primo la tragedia del trentino, i soccorritori hanno valutato male le condizioni massimo rispetto e onore a quegli uomini che nonostante tutto hanno rischiato e alcuni hanno perso la vita. La montagna e vita sopratutto LIBERTA. NON QUELLO CHE FANNO CREDERE TV E GIORNALI DELLA MONTAGNA PARLANO SOLO DI MORTE O TRAGEDIE PERCHE ALZA GLI ASCOLTI MAI DI UNA CONQUISTA O VIE NUOVE O AVVENTURE A LIETO FINE solo cronaca nera
ma che leggi sono primo arva obbligatorio e corso per l’utilizzo pala sonda obbligatori e corso per l’utilizzo non solo piste nei comprensori ma piu piste non battute INFORMAZIONI NIVOLOGICHE poi consapevolezza dei rischi e pericoli in montagna
COSI SI ALLONTANA LA GENTE DALLA MONTAGNA SPERO CHE QUESTA LEGGI NON PASSI…SE NO SI VA DAI CUGINI FRANCESI PIU INTELLIGENTI E CON VERA CULTURA DELLA MONTAGNA
Sibomart

Una vecchia pubblicità diceva: "Prevenire è meglio che curare". Il carcere è la cura, tra l’altro SOLO ILLUSORIA. Siamo alle solite. Il governo (destra, sinistra o centro che sia) usa "i morti che fanno notizia" per raccogliere il consenso della massa. Quando è inverno, le valanghe; quando muoiono i ragazzi sulle strade, il pericolo alcol e droga, ecc. Forse è meglio che la gente venga educata e non illusa. Forse è meglio che alla gente venga fatto capire come approcciare la Montagna (con o senza guida a seconda della preparazione) e non consentire ai media che venga fatto passare il messaggio che, grazie ai mezzi "artificiali" e alla tecnologia, ognuno può fare ciò che vuole. Questa educazione, questa preparazione vale per la Montagna, per i pericoli stradali, per il Mare e per tutto ciò al quale l’uomo si accosta.
Pietro

E’ la solita trovata cosidetta all’italiana, dove sull’onda dell’emotività si promulgano Leggi o Decreti che nella realtà divengono in pratica non applicabili od addirittura dannose e spetta poi a chi le applica interpretarle a buon senso. Come faranno le forze dell’ordine o la magistratura a raccogliere le prove necessarie per comprendere che una valanga è stata provocata da un deficient

e che sciava o surfava fuori pista in zona pericolosa ed in condizioni di pericolo invece che dovuta ad un evento naturale ed accidentale? L’unico effetto sarà una limitazione nell’andare liberamente in montagna, dove invece bastano le già stranote poche e chiare norme comportamentali da seguire per limitare i rischi che comunque non potranno mai essere annullati perchè la montagna è un ambiente di per sè mutevole e capriccioso che deve solo essere affrontata con rispetto e reverenza e non considerandola un Luna Park per i fine settimana come purtroppo tanti credono sia, in inverno come in estate.
Massimo

Sulla recente alzata d’ingegno del Governo niente da aggiungere, nel merito, a quello che hanno già dichiarato Messner e tutti gli altri alpinisti e appassionati di montagna. Riguardo al metodo, osservo solamente che queste iniziative, per quanto scervellate, hanno però un senso: rispondono a scopi di propaganda e protagonismo mediatico. Sono concepite per far parlare di sé, per mostrare un attivismo e un decisionismo, per certi aspetti indifferenti ai problemi, ma buoni per esibirsi, per mostrare tempestività di intervento ed ergersi a difensori implacabili della sicurezza sociale. Insomma, un’altra pagliacciata.
Giorgio Vozza

Relativamente alla questione del carcere per chi provoca le valanghe di massima sono dell’opinione che non cambia quasi nulla, con o senza legge ad hoc fondamentalmente prima di attribuire una colpa è necessario passare nella trafila dei tribunali ed essere giudicati con un normalissimo processo, come ce ne sono centinaia in giro… Prima di condannare al carcere è necessaria una incriminazione e qualcuno mostri delle prove (gravi, precise e concordanti) di reato ascritto. Di fatto non cambierebbe granché rispetto alle leggi che già esistono. Se vogliono fare una legge ad hoc la facessero pure ma non credo che cambierà molto lo spirito dell’andare in montagna. Le motivazioni che spingono ciascuno di noi ad esplorare il limite ci superano di gran lunga e sono a volte lontano dall’essere spiegate e spiegabili. Facessero leggi ad hoc quanto gli pare, i pantofolari rimarranno pantofolari, gli amanti della montagna rimarranno amanti della montagna.
Giorgio Carrozzini – Gruppo Escursionistico Aria Sottile

Difficile districarsi dal delirio schizofrenico e mediatico degli ultimi giorni, dopo i recenti incidenti sulla montagna d’inverno. Forse per cominciare potremmo partire dall’abolire il termine sicurezza da ogni attività in ambiente naturale e accontentarci di tentar di comprendere un rischio che non si può azzerare ed è parte integrante della nostra passione. Esser consapevoli di cosa è il “dilettevole orrore” del camminare sul’orlo dell’abisso potrebbe aiutarci a gestire il rischio residuo e valutarne la sua accettabilità o meno. Questo è un processo lungo, laborioso e difficile, lontano da tecniche, manuali, materiali e tecnologie, che mal si combina con il nostro mondo che corre, desideroso di certezze e imperniato sulla sicurezza dovuta e pretesa in ogni nostra azione.
Michele Comi – guida alpina

In questi ultimi anni osservando gli incidenti che tutti gli inverni occorrono a sci-alpinisti, freerider snowdorder o ciaspolatori, tra me e me dicevo "vedrai che prima o poi la fanno una legge che vieta di uscire fuori pista", ed ecco fatto.
Sono pienamente daccordo con tutti quelli che trovano ingiusto un pensiero del genere, perche privo di COERENZA. Si perchè se veramente lo STATO ITALIANO vuole tutelare la salute dei cittadini, allora dovrebbe INCARCERARE E SANZIONARE ANCHE: CHI VIAGGIA AI 180 KM ORARI IN AUTOSTRADA CHI NON TIENE LE DISTANZE DI SICUREZZA CHI GUIDA IN FORTE STATO DI UBRIACHEZZA. E PROVOCA INCIDENTI MORTALI E NON. CHI RUBA ECC. ECC. E ANCHE CHI PROVOCA DANNI FISICI AD ALTRE PERSONE SULLE TANTO AMATE E SUPER SICURE PISTE DA SCI. EVIDENTEMENTE MORIRE TRA LE LAMIERE DI UNA MACCHINA E’ UNA COSA NORMALE CHE FA PARTE DEL QUOTIDIANO. Con questo non voglio dire che sia giusto morire sotto una valanga o, provocandola danneggiare altre persone, ma visto che il RISCHIO ZERO come ci propone la nostra società non esiste (LA VITA IN GENERALE E’ RISCHIOSA) si potrebbe almeno limitare il danno imparando ad affrontare le escursioni in fuori pista con una base di conoscenza dei pericoli più alta, che solo con il rispetto per la vita e per l’ambiente che si frequenta si può ottenere, QUINDI PIU’ CONOSCENZA PERCHE VIETARE A PRIORI NON E’ UN ATTO DI CRESCITA MA UN RITORNO AL PASSATO.
Davide Ortolani (GUIDA ALPINA)

Qua si sta andando verso la follia, 5000 euro di multa x chi non rispetta i bolletini meteo? Ma siamo matti? Poi uno quale bollettino deve seguire, e se sbaglia? Ma vediamo invecie di fare della sana prevenzione avvicinando le persone alla cultura
della montagna, attraverso il cai, organizzando corsi gratis, introducendo la natura nelle scuole, portare i giovani in montagna,nei boschi, facendo capire i valori, oltre alla sicurezza in montagna! Poi se viene giu una valanga cosa si fa la ricerca al colpevole? Che magari è venuta giu da sola? Certo ci sono situazioni come le valanghe provocate dagli sciatori fuori pista che vanno dove non devono andare e quelli si sono da perseguire, ma comunque è frutto di una commercializzazione della montagna che ormai ci son impianti e funivie dappertutto e anche dove non dovrebbero esserci! Allora iniziamo a togliere impianti o almeno a non farne di nuovi, vedrai che se devono andare su a piedi, in montagna ci sono meno sprovveduti, e se capitano incidenti facciamo come in Svizzera che dovunque sei ti vengono a prendere in elicottero!!…o sia chiaro non voglio togliere nulla alla professionalità dei nostri soccorritori, ce ne fossero di persone cosi, però ste sparate di Bertolaso e company, son proprio delle….!!
Riki

Mi sento tirato in causa in quanto soccorritore alpino con specializzazione di Unità Cinofila da Valanga. Secondo me NON si può vietare a nessuno di andare in montagna! la montagna (almeno una sua buona parte) è ancora e deve essere ancora libera a tutti. Già la restrizione, in certe località, a danno di sci alpinisti che la sera desiderano (dopo 8 ore di lavoro) risalire una pista, già questo mi sembra una restrizione pazzesca. E’ GIUSTO che ci siano delle REGOLE, ma NON i DIVIETI!! Parlo da amante della montagna in ogni suo aspetto, parlo anche da soccorritore alpino. Le regole ci sono, quindi bisogna farle rispettare. La prima regola è il buon senso (fare ciò per cui si è preparati, sia tecnicamente che mentalmente! Non pensare di essere i migliori alpinisti se si va in montagna 1 giorno a settimana!). Utilizzare ARTVA, pala e sonda!! E se non si sanno usare, fare i corsi CAI che costano poco e servono a molto!!! Leggere i bollettini e scegliere l’itinerario più appropriato per la situazione corrente. La gente deve capire che se oggi il pericolo valanghe è 3 o più, bisogna scegliere un itinerario sicuro, tanto cavolo, la montagna e l’itinerario che si avrebbe voluto fare saranno li anche domani o settimana prossima, quando il pericolo è sceso a 2 e la neve si è assestata! Ci sarebbe da scrivere 100 pagine, ma mi fermo… Non fateci lavorare per azioni stupide!
Lorenzo Morlini

APPROVO e RIBADISCO le parole degli esperti : Messner, Mondinelli ecc….loro insieme alle Guide Alpine possono dare un giudizio veritiero e insindacabile, ne il nostro carissimo e incompetente bertolaso o ministro che che sia può parlare. Poi parla

proprio Bertolaso che col terremoto dell’Aquila ha fatto del business per lui e company, oltretutto che i soccorsi da lui diretti sono stati i più lenti anche rispetto , il terremoto dell’Irpinia di 30 anni fa. ZITTI INCOMPETENTI e ZITTI IL CORO DIETRO DI LORO. LA MONTAGNA è LIBERTà
Giankaclimb

Studio giurisprudenza e pratico alpinismo, quindi ho la possibilità di valutare l’iniziativa del governo nei suoi due aspetti. Sotto entrambi i profili è nefasta: sul piano giuridico (in breve) perchè creerebbe un inutile doppione, rendondo ancor più ipertrofica la legislazione penale che avrebbe invece bisogno di essere snellita; dal punto di vista alpinistico una minaccia di sanzioni non rende gli sprovveduti più preparati nè i temerari più accorti. Il punto dal quale si dovrebbe partire è la necessità di formazione, indispensabile per ogni attività che richieda un sapere tecnico specifico e che sia potenzialmente pericolosa. La formazione dovrebbe essere resa obbligatoria, affidata a professionisti della montagna (ex. guide alpine) prevedendo il rilascio di un patentino come quello di abilitazione alla guida, che legitima all’esercizio delle varie attività in montagna (dall’escursionismo, all’arrampicata, allo sci, allo sci-alpinismo e all’alpinismo) e senza il quale sia impossibile poter acquistare le attrezzature ed i materiali necessari. Così come non è possibile venire in possesso di attrezzature mediche senza essere professionalmente preparati, allo stesso modo non si dovrebbe poter comprare liberamente quei materiali che consentono di svolgere attività potenzialmente pericolose per se e per gli altri senza essere adeguatamente preparati.
Guido

La parola d’ordine è DIVULGARE! …e la TV rimane sempre il miglior mezzo di comunicazione: sarebbe buona cosa se i TG Regionali concedessero seriamente più spazio alle previsioni meteo dando anche notizie delle situazioni Nivometeo.
Emanuela

Premetto che anch’io frequento i posti di alta montagna, e sono un appassionato di tutto quello che è legato all’alpinismo. Quindi, da cittadino comune, mi permetto di portare la mia opinione, nel pieno della libertà di espressione. Non condivido assolutamente le parole e le considerazioni di Reinhold Messner, e del Sig. Mondinelli. Difatto, chi scia fuori pista oppure con comportamenti fuorilegge ed illeciti mette a repentaglio la vita altrui merita, senz’ombra di dubbio, di essere denunciato penalmente e condannato. Quando io mi reco sulle piste innevate, cerco di adottare tutte le precauzioni ed i comportamenti corretti per non danneggiare gli altri fruitori della pista, ed i frequentatori della montagna. Se un individuo commette azioni scriteriate e fuori dalla legalità, deve pagare, non è giusto che ci debba andare di mezzo la persona ignara e che si comporta nella legalità. A mio modo di vedere, pur con il rispetto delle idee altrui, non sono minimamente d’accordo con Messner e gli altri. Il loro discorso, mi sembra infarcito di tesi precostituite, di demagogia, e di preconcetti, fattori che non portano per niente ad un ragionamento sereno ed imparziale. Termino dicendo che, anche in Svizzera, è allo studio una legge che prevede di denunciare penalmente e punire chi, con il proprio comportamento fuorilegge, provoca una valanga e rischia di mettere a serio repentaglio la vita degli altri.
Marco

Concordo con i toni duri dei grandi alpinisti. secondo me questo è un modo impulsivo e ignorante di tappare il buco: la repressione di un regime. Auspico un sostegno maggiore a chi fa formazione e sensibilizzazione. Sogno una stampa attenta alla prevenzione al posto di giornalai attenti solo alla vendita di copie dei quotidiani come avvoltoi sulle disgrazie!
Marco

Ho 21 anni e frequento parecchio l’ambiente alpino (Tn) sono convinto che leggi di questo tipo porterebbero solo a confusione e disagi; per migliorare la situazione relativa alla sicurezza in montagna sono necessari provvedimenti che aiutino a conoscere la montagna. C’è molta gente che non sa cos’è eppure ogni tanto ci và ed è qui che nascono i problemi a prescindere dalla stagione. Ho visto persone che si perdono raccogliendo funghi, scialpinisti che affrontano pendii pericolosi senza nemmeno la capacita di stare in piedi fermi sulli sci, escursionisti in alta montagna con il frigo formato famiglia, ecc.  Conoscendo la montagna si assume un comportamento responsabile che permette di evitare rischi, pericoli e incidenti vari. Un altra cosa utile sarebbe quella di rendere alcune attrezzature tecniche più accessibili economicamente. (es. se per un set ARVA si spendesse un po di meno probabilmente molte più persone cel avrebbero)
Claudio Valentinelli

Più che carcere e multe ci vuole come dicono in tanti formazione e consapevolezza prima di affrontare la montagna in tutte le sue forme. E poi con che criterio si andrà a decidere quando è pericoloso uscire fuori pista? Con un rischio 4 del bollettino? E allora allo stesso modo con rischio elevato andrebbero chiusi anche gli impianti sciistici che possono essere interessati pure loro da distacchi anche naturali! Gli impiantismi probabilmente non sarebbero così daccordo. Forse basta formazione, esperienza e buon senso e imparare a rinunciare perchè dire "a me non può succedere" non esiste!. Una legge sensata è forse obbligare ad avere ARTVA, PALA e SONDA quando si affronta la montagna con la neve sia con gli sci, con le ciaspe o a piedi.
Michele

E’ inconcepibile!!! Perché viviamo in un paese così punitivo??? Dobbiamo imparare a informare, a formare le persone non a chiuderle in carcere! I nostri carceri sono stracolmi di persone che spesso entrano innocenti ed escono delinquenti! Andrò in Svizzera, in Austria a fare scialpinismo ma non rinuncerò mai alle mie passioni! E come me lo faranno altri!..e poi ci chiediamo perché in un paese così bello come l’Italia il turismo non decolla!!!
Monica Manuzzi

Non penso che bisogna drammatizzare su tutto specialmente sulla montagna, questo tipo di incidenti capitano specialmente a chi sottovaluta le cose, dopo di che gli imprevisti possono capitare a chiunque…comunque la montagna deve essere libera e non fare delle restrizioni. La montagna è pace, tranquillità e serenità con se stessi e la grandiosità di quest’ultima è tale. Se ci sono già delle leggi occorre che si facciano rispettare.La formazione ai giovani verso l’alpinismo è una bellissima cosa, molti anni fa ho fatto l’accompagnatore all’alpinismo giovanile e secondo me i giovani allora imparavano molto. Cominciamo anche nelle scuole a insegnare come comportarsi in montagna e come rispettarla. Ma Bertolaso ha una vaga idea di cos’é la montagna? Il carcere non è una soluzione.
F Marinoni

Sono di Lecco e da 30 anni vado in montagna 12 mesi l’anno, ho frequentato un corso di alpinismo nel 1992, durante l’inverno faccio circa 35 uscite con le ciaspole, non mi ritengo esente da pericoli o rischi, ma sicuramente la valutazione del pendio e delle condizioni della neve, sono fattori che con la formazione ricevuta e l’esperienza acquisita, mi permette di scegliere percorsi sicuri,..certo l’imponderabile esiste, un cambiamento improvviso di temperatura, l’irraggiamento solare in quel momento, raffiche di vento, ecc..possono cambiare le condizioni, purtroppo fanno parte de

ll’escursione, chi ama la montagna e la vive non in modo superficiale, certamente la affronta con la massima cautela, in certi casi rinunciando o cambiando percorso, valutando preventivamente i bollettini meteo…ma non con il terrore della "montagna assassina". Il mio è un invito alla formazione ed istruzione tramite scuole di alpinismo,…S.CAI ALTA BRIANZA, RAGNI DI LECCO, S. GRUPPO GAMMA, ed altre del territorio montano, certamente non ci esentera’ dai pericoli, saremo noi con il nostro cervello ad applicare gli insegnamenti, ma sopra tutto a rispettare la montagna per cio’ che è..un ambiente da affrontare con umilta’. Se a tutti i costi ci vogliono imporre regole "zero rischi" perderemmo l’essenza dell’avventura e della montagna, il nostro libero arbitrio,la nostra liberta’, pantofolai e poltroni ci vogliono imporre le loro regole dell’ozio o della domenica a guardare il calcio…io non ci sto.
Big Luciano

IO sono un giovane alpinista…l’unica cosa che voglio dire è che sono perfettamente d’accordo con le parole di MORO, Messner, Mondinelli ecc….Vi prego fermate questa cosa
Alessandro

Pene e sanzioni servono a poco quando il danno è già fatto! Insegnamo alla gente ad andare e a rispettare la montagna,con un territorio come il nostro dovrebbe essere materia scolastica.
Carlo Alban volontario del soccorso alpino

BASTA! Sono stanco di tutta questa confusione legislativa. Ho deciso di diventare guida alpina per poter lavorare nell’ambiente che amo di più di ogni altra cosa, ma evidentemente le guide alpine italiane non sono considerati lavoratori e non hanno nessun diritto! Ho investito 9 anni della mia vita e circa 15000 euro (solo relativi al corso guide) per poter essere un professionista della montagna (ndr Legge 6/89 ordinamento della professione di guida alpina), ma faccio un’immensa fatica a trovare clienti e a svolgere bene questa attività. Devo già scontrarmi con gli isctuttori CAI, che per quanto possano essere bravi od esperti, durante la settimana svolgono una qualsiasi attività lavorativa, spesso in ufficio, e poi nel fine settimana prestano la loro opera di volontariato alla propria sezione. Seguono poi le guide naturalistico ambientali (figura provinciale)che non seguono un corso di formazione, ma fanno un esame teorico in aula, al quale fanno seguire un corso di rilevatore nivologico e accompagnano in terreno innevato. Si aggiungono poi le varie leggi Statali, regionali, provinciali e comunali che prevedono già carcere e sanzioni. Ora si aggiunge anche quest’ultimo emendamento che invece di fare chiarezza su questo inferno legislativo crea ulteriori buchi neri! Non so più se sono un professionista o un delinquente! La montagna è bella perchè può essere vissuta in piena libertà, ed ognuno di noi deve essere libero di poterla vivere asssumendosi la dose di rischio che ritiene oppurtuna. Facciamo formazione e soprattutto non facciamo terrorismo mediatico! Chiedo scusa per lo sfogo, non volevo offendere nessuno, ma in tempi di crisi come questi, lasciamo la possibilità di lavoro là dove ancora c’è. Lasciamo anche che la gente possa continuare ad andare in montagna utilizzandolo come ottimo ANTISTRESS. Grazie 
Marco

Sono un Scialpinista e vivo la montagna tutto l’anno. Penso sia assurdo un comportamento così insensato da parte dei politici. Meglio un "Patentino" che il proibizionismo se proprio non se ne può fare a meno. Se le cose andranno avanti così ci recheremo di massa all’estero (che per me è la Francia). Skiforum sta preparando qualcosa del genere con una protesta di massa con lettere da mandare a tutti gli enti Regioni/Province/Comuni/Gestori impianti ecc. per fare sentire la nostra.
Info PilonePhoto

La solita gran porcata dei politicanti italiani; lo stato italiano, perfetto assente sulle grandi questioni, si fa vedere unicamente a rompere i cosidetti alla gente normale, come nel caso di chi frequenta la montagna, chi alla domenica al posto di rincretinire davanti alla TV o negli stadi ama stare all’aria pura, ad ammirare gli spettacoli delle nostre montagne, anche a costo di rischiare qualcosa. E’ ovvio che andare in montagna comporta dei rischi, ma è lì il bello. La montagna è severa e pretende rispetto; andare in montagna vuol dire essere coscienti dei rischi, evitarli il più possibile ed essere preparati ad affrontarli. Lo stato italiano pretende di regolamentare la vita privata dei cittadini fin nei più piccoli dettagli e poi chiude gli occhi davanti alle enormi violazioni che quotidianamente si vedono (conflitti di interesse, Parmalat, Cirio ….)
AL

Sono Veramente contento che persone del calibro di Messner, abbiano preso una posizione seria, precisa e contraria alla questione “Valanghe e Carcere”. Con la Repressione non si ottiene nulla, anzi probabilmente, mettendo multe e pene a chi provoca valanghe si otterrebbe proprio l’effetto contrario, vale a dire la fuga qualora, malauguratamente, uno provocasse  una slavina, magari con travolti, in questo modo chi è rimasto sepolto andrebbe incontro a morte certa. La montagna è un ambiente straordinario, affascinante, la montagna è scuola di vita non di morte, ma va affrontata con le dovute cautele,con rispetto, ciò non toglie che a volte la disgrazia può accadere,  proprio perché le variabili in gioco sono molteplici e non sempre valutabili con la dovuta lucidità, non si avrà mai la certezza al 100%, ma se si è preparati si potranno fare delle scelte, scelte consapevoli, è per questo che invece che la repressione ci vuole Formazione, bisogna imparare le “regole” per avvicinarsi a questo mondo, sia che si vada a scalare, a sciare, a camminare a ciaspolare … qualsiasi attività che svolgiamo, se non viene affrontata con l’adeguata preparazione ci sottopone a rischi, rischi che spesso si potrebbero evitare..Spero vivamente che il coro di tutti coloro che frequentano, amano e vivono la montagna ed in montagna, arrivi alle orecchie di chi fa le leggi e rifletta su ciò che sta per fare.
Flavio

Magari sarebbe più utile rendere obbligatorio uso di Artva-pala e sonda x tutti quella che frequentano la montagna innevata, rendendo obbligatorio una sorta di patentino per ottenere il quale ad inizio stagione ti OBBLIGANO a fare un mini corso dove dimostri che sai valutare i pendii e sai usare gli strumenti di autosoccoso. Molte delle vittime di questo weekend se avessero avuto l’artva (e se avessero avuto artva, pala e sonda i loro comagni rimasti illesi) si sarebbero salvate. Ma questo nessun telegiornale lo dice!! E non dice nemmeno che per comprare tutta l’attrezzatura si deve fare un mutuo; io però ho preferito comprarmi tutto appena ho iniziato a fare sci alpinismo e mi son fatta i miei bei corsi. Meglio spendere i soldi così che per comprare l’ultimo medello di sci. Purtroppo molti non lo capiscono x’ manca la cultura dell’andare in montagna e questa legge certo non aiuta a crearla.  
N.G.

Sono d’accordo con ciò che dicono Messner, Mondinelli, Moro e tutti gli altri alpinisti, poichè la libertà del singolo deve essere garantita finchè non invade quella degli altri.
Francesco

Proposta ridicola, se non fosse che chi l’ha fatto lo ha fatto seriamente. In Italia le libertà personali cominciano a restringersi. Parlano di pirati della neve, come di quelli del

la strada, ignorano completamente la realtà delle cose. Da due decenni, per passione e per professione, facciamo formazione tra gli appassionati ed i praticanti; riteniamo invece una fatica quasi insopportabile cercare di far capire chi, non avendo voglia di comprendere,  decide senza ragione sulla libertà altrui. Andremo in montagna in Svizzera e Francia, per la gioia del nostro ministro del turismo: una bella boccata d’ossigeno per gli albergatori italiani e le aziende di materiale tecnico.
Luca Biagini & Valentina Casellato   Guide Alpine – Maestri di Alpinismo

Ma non è il popolo delle libertà che ci governa? Ogni occasione per fare demagogia è buona, invece di affrontare i problemi si governa col sondaggiometro in mano. Ma da parte del nostro mondo un po’ di autocritica sull’importanza della vita e del fare le cose nel modo corretto ci vorrebbe. Forse è ora di finirla veramente con " la lotta con l’alpe" e con tutto ciò che ne consegue. Sarebbe ora che nei vari corsi si insegnasse in primo luogo a come ci si comporta a 360° in giro per i monti, al valore della rinuncia, al senso di responsabilità verso se stessi, verso chi ci ama e che rimane a casa a preoccuparsi, verso coloro che mettiamo in pericolo con i nostri comportamenti e verso le montagne che si stanno un po’ stufando di noi e della nostra arroganza.
Claudio

vorrei fare solo una considerazione riguardo al coro di no (Messner – Mondinelli) visto che mi sono avvicinato da poco al fantastico mondo.. della montagna. Perche quei ciarlatani che dettano certe leggi, dovrebbero occuparsi di problemi (piu’ importanti) tipo le stragi automobilistiche che tutti i giorni avvengono! 
Massimiliano Raffaeli

Le decisioni del governo sono inaccettabili. La stampa italiana, televisiva e giornalistica gioca sui drammi e gli italiani purtroppo leggono sempre più solo articoli negativi e drammatici. Concordo con Messner e il Gnaro sull’importanza dell’alpinismo. La cultura alpina non va demonizzata ma va valorizzata per l’importanza e l’etica, che sopratutto per i giovani, trovano nella montagna un esempio di vita e di rispetto per il proprio corpo. Io lavoro nelle Suole di Alpinismo del C.A.I., sono Istruttore Nazionale di Alpinismo, e nei corsi insegniamo la sicurezza in montagna. Questo purtroppo nella stampa, non c’è la minima attenzione sull’impegno gratuito che diamo alla nostra società alpina. Il rischio di valanghe spesso causato da sciatori fuori pista o snowboarder, sono determinati dalla scarsa esperienza di questi sciatori che, non avendo partecipato a corsi del C.A.I. o di Guide Alpine, non hanno l’esperienza per capire se un pendio con neve a rischio può essere sciato. L’importanza di una buona preparazione alpina, dovrebbe essere segnalata dalla stampa e dal governo; in questo modo si ridurrebbero incidenti mortali e drammi famigliari.
Bruno

Un ennesima proposta inutile, ognuno in montagna deve essere responsabile delle proprie azioni non si può sempre giudicare i fatti che accadono in montagna e giudicarli allo stesso modo considerando tutti gli alpinisti degli incoscienti magari da dei media che non sanno nemmeno dove si trova il Monte Bianco visto la cultura di alcuni nostri politici (vedi conoscenza della Costituzione Italiana), poi ai nostri ragazzi sarebbe bello insegnare ad amare la montagna, ma per amarla bisogna conoscerla e capire i pericoli a cui possono andare incontro se le condizione sono particolari, spiegando che a volte è meglio rinunciare tanto le montagne sono sempre da milioni di anni e ci rimarranno per altrettanti anche se l’uomo fa di tutto per deturparle con sempre più impianti di risalita, alberghi e ristoranti in alta quota. Ricordiamoci che forse si muore di più in incidenti automobilistici che alpinistici, ma qui guarda caso questo governo di grandi esperti vuole alzare il limite di velocità da 130 a 150 km/ora ma questo va bene. Concludo dicendo che questi politici che vogliono giudicare e fare leggi per punire chi va in montagna, sarebbe meglio che facessero delle leggi per punire i veri delinquenti che non sono senz’altro gli alpinisti.
Enzo B.

Concordo pienamente con Messner. In un paese montagnoso come il nostro bisognerebbe lavorare nella prevenzione ed educazione ambientale. L’abolizione della geografia è una cosa gravissima che si ripercuoterà inevitabilmente anche sulla conoscenza del territorio alpino. Esistono già regole precise, non sarebbe male anche creare percorsi controllati dedicati ai freeriders che non hanno conoscenze particolari alpinistiche e usufruiscono degli impianti, tipo in Francia. Il proibizionismo non ha mai portato a nulla, la storia insegna. C’è anche il rischio di allontanare giovani dalla passione per la montagna in quanto verrà compresa come una azione ai limiti della legalità.
Giuliano Boccardi

Non sono affatto indignato. Dai politici, soprattutto ora che si è in campagna, non ci si poteva aspettare altro. Figuriamo che in galera difficilmente ci va chi commette reati ben più gravi! E poi chi controlla sul territorio; chi valute le cause, ecc. Andare in montagna, possibilmente evitando il più possibile incidenti deve rientrare nei modi di far cultura: prevenzione e sicurezza. Uno dei compiti del CAI che li svolge egregiamente tramite le sue scuole.
Riccardo

Ci risiamo, ancora una volta, l’ennesima, ci troviamo tra i piedi i politici! Ho sempre creduto che andare in montagna fosse un piacere, concepisco il rischio per l’alpinismo solo a condizione della preparazione (fisica psicologica e mentale) che consente di andare al di sopra di un certo livello. Fondamentale anche se mi sembra quasi banale parlare di esperienza! Ho insegnato nelle scuole di alpinismo per decenni! Raccontando che inutile era la conquista se non ci si conquistava il diritto di vivere la gioia del ritorno a casa. E sapete perché ho smesso? L’età? Problemi? No, le interferenze politiche! Si, vero, al momento che tu vai oltre un certo livello di competenza che ti consente di agire autonomamente dai fastidio a qualcuno! Se raggruppi appassionati con uno scopo che non rientra nei loro, sei fuori! Non solo ma devi sparire dal giro! Non lamentiamoci però la carenza di istruttori e volontari nelle scuole di alpinismo che non consente di perseguire fini statutari del CAI, maggior responsabile del settore! Ah, ma, forse dimenticavo che Sella è moto da un bel po’!!! Ne ho visto pochi di politici che fanno prevenzione, che ci mettono la faccia e insegnano come migliorare conoscenza e preparazione! E questo in ogni campo, non solo in alpinismo! Ora, ci vogliono anche dire come dobbiamo fare? Mamma mia come siamo caduti in basso! Forse non siamo più liberi di scegliere la meta? Dobbiamo possedere una speciale autorizzazione firmata da qualcuno che ci consenta l’immunità? Certo, altrimenti se capita qualcosa, ti mettono in galera! Ma se accade, ai nostri figli che raccontiamo? Che siamo delinquenti?  E come mai chi ruba, magari legittimano da un incarico o da un sistema, resta fuori? Mi sembra che stiamo vivendo un momento di valori a rovescio! Son del parere che troppe persone incompetenti vanno per monti, molti non sanno a cosa vanno incontro ma, reprimendo cosa ci guadagniamo? Forse avremo molti più ragazzi che trovano anche in questo campo il gusto della trasgressione! “Ci pensi, tagliare un pendio e provocare un gran casino! Vuoi mettere che soddisfazione farlo e poter fuggire in picchiata!”. Bello vero?! …e se poi uno ogni tanto ci resta che importa?
Statisticamente parlando non è un grande danno! Ma fatemi il piacere, smettiamo chiacchiere inutili e mettiamoci davvero ad educare i nostri ragazzi, i nostri figli! Forse le prossime generazioni capiranno che un grande tesoro che ci è stato dato in custodia va rispettato e protetto meglio di come stiamo facendo noi ora! Evitiamo di discutere inutilmente sui vari summit e rimbocchiamoci le maniche, se ogni persona osservasse meglio ciò che gli sta intorno forse vedremmo che ogni piccola cosa potrebbe essere migliore se solo noi facessimo qualcosa di meglio! Ormai sappiamo tutto, abbiamo conoscenze che anni fa non possedevamo, pensate solo alle previsioni del tempo ma, saper rinunciare insegna molto ma, chi ne ha voglia? “Sono in vacanza e se non vado adesso, quando lo potrò fare? Meglio tentare anche se è nevicato solo ieri, o sta arrivando un temporale o è già sera…” Va bene così? Non capisco allora le polemiche! E, già, ci sono poltrone e luoghi da conquistare e conservare…Come siamo caduti in basso! Altro che terzo mondo, questa è vera povertà! Scusate lo sfogo ma…
INA Fiorenzo Bertolotti

La legge che il nostro “buon governo” vuole emanare ha in se qualcosa di paradossale, poiché, leggi che puniscono l’omicidio e il provocato danno pullulano già in abbondanza nella nostra giurisprudenza. Eppure, da un lato il governo lavora per depenalizzare qualsiasi reato finanziario e bancario e dall’altro alza la guardia sul povero cittadino che vuole godere, almeno nel tempo libero, della bellezza delle montagne in piena libertà!! Ciò che più manca nella gran parte degli escursionisti e sciatori è, in realtà, la cultura della montagna e con essa la capacità di valutare il rischio in base alle proprie capacità tecniche ed al tipo di terreno che si sta affrontando. Ogni buon sci-alpinista che si rispetti sa bene che con grado 3 di pericolo valanghe è molto rischioso avventurarsi su pendii ripidi e sa anche che se il bollettino pubblica grado 2 deve, comunque, valutare la pericolosità sul posto in base alla conformazione del terreno ed agli eventi meteorologici locali (es. il vento). Non si rischia, quindi, con questa assurda legge, di impedire di andare in montagna in qualsiasi condizione invernale? Sarebbe molto meglio che i nostri politici si occupassero di argomenti più seri come: i morti sul lavoro, del lavoro nero, della corruzione, dell’eliminazione dei tanti privilegi feudali di cui godono, della disoccupazione, delle tasse, dei banchieri corrotti, delle mafie, ecc.Come dice Simone Moro, ci vuole cultura non repressione!!!
Fabrizio Pelino

Reputo che l’emozione sia cattiva consigliera. Facile aggiungere leggi… ma i controlli poi ci sono? Quanti hanno letto sulle piste vietato il fuoripista? E quanti hanno visto polizziotti che multavano chi del cartello si faceva sberleffi? Io mai! Sempre piu’ spesso, la montagna viene presa un po’ alla leggera, da chi di montagna sa poco,queste persone spesso non fanno alpinismo ma “passeggiate”. Senza rendersi conto che non è il terreno che crea la difficolta’ ma un insieme di componenti come l’ambiente la meteorologia la preparazione fisica, e la conoscenza di tecniche e situazioni. Gli alpinisti veri sanno innanzitutto rinunciare, sanno quando non è aria, e non è certo per decreto ministeriale, ma per esperienza, fiuto, bravura e non ultimo studio del tracciato, pur semplice che sia, nonostante questo poi c’è sempre l’imponderabile e anche loro sono vittime di quell’ambiente magnifico e piu’ grande di noi che è la montagna. Notavo come sia piu’ semplice vedere degli sprovveduti essere in balia di tempeste montane che non sul mare dove un vento a 30 nodi ed un mare in tempesta sono un deterrente ben piu’ forte di qualsiasi legge.. in questo la montagna è piu’ subdola un pericolo valanghe  grado 4 in una bella giornata limpida spazzolata da un caldo phoen sono purtroppo una subdola trappola mortale.. un canto di Sirene quasi irrininciabile. Faciamo formazione ,istruiamo le persone , informaimole con i vari mezzi di comunicazione, ma sopprattutto insegnamo a rinunciare spieghiamo loro che tornare in dietro non è sinonimo di  codardia, ma sintomo di responsabilita’ e serieta’.
Alberto

Il nostro paese è il paese che ha più leggi al mondo, basta farle rispettare. Peccato che non è così! L’alpinismo finirà tra divieti e leggine e chi se lo può permettere andrà in elicottero.
Mario Stefani

Nell’ aplinismo non ci sono regole, ognuno fa quello che vuole ed è libero di rischiare la propria vita, senza chiedere niente a nessuno. Chi scia fuori pista e  scala le montagne è a conoscenza dei rischi che corre e chi va in soccorso a queste persone conosce a quali pericoli va incontro. Questo fa parte del loro lavoro, come per i poliziotti, militari, pompieri ecc. Certo ci sono dei volontari, ma è la stessa cosa, uno lo fa per scelta. Ci sono altri sport estremi che non hanno regole in quanto, come lo sci estremo e l’alpinismo, si svolgono in luoghi liberi e non soggetti ad assicurazioni, visite mediche ecc. Per esempio il paracadutismo è uno sport estremo, ma siccome si svolge di solito in un aeroporto (proprietà privata) è soggetto a regole precise: bisogna fare un corso con l’istruttore, prendere un brevetto, è obbligatoria la visita medica, l’assicurazione, il materiale deve essere certificato dall’Autorità competente, l’aereo deve essere certificato per i lanci, il pilota deve  essere abilitato a lanciare i paracadutisti, in campo ci deve essere sempre un istruttore e pertanto gli incidenti sono molto rari.  Per rendere l’alpinismo sicuro bisognerebbe brevettare tutti gli alpinisti, mettersi a guardia delle montagne, controllare i loro documenti (assicurazione, visita medica ecc.), valutare le condizioni meteo, decidere chi è in grado di fare una certa via e chi no ed in certi casi imporre una guida alpina, allora forse non ci sarebbero più incidenti, però questa soluzione è pura follia. Che ve ne pare?
Stella       

Come al solito in Italia le leggi sono proposte da incompetenti. Questo emendamento viola il diritto di libertà della persona, i nostri politici dovrebbero ascoltare chi la montagna la vive quotidianamente e non stà comodamente seduto su una poltrona a Montecitorio.
Claudio

Vietiamo tutto. Questa è la ricettina del Governo Italiano. Magari poco efficace, ma semplice semplice. Cosi’ non c’e bisogno di avere persone competenti in materia che si assumono le reponsabilità per le quali sono profumatamente pagati con i soldi di tutti i contribuenti. Come si fa a proporre cose tanto stupide come quella di multare chi fa escursioni in montagna con i bollettini che danno alto pericolo di valanghe. Io mi chiedo se chi l’ha proposto abbia mai visto un bollettino Meteomont. In realtà per quanto mi riguarda questo non è un dubbio, ma è una certezza. Basta un minimo di conoscenza della materia per rendersi conto che ci si può muovere in tutta tranquillita (come fanno la maggior parte di alpinisti ed escursionisti) pianificando le uscite con un po’ di sale in zucca anche con pericolo 5. Viceversa, sempre con le più basilari conoscenze in materia si può facilente capire che ci può mettere in guai seri anche con pericolo 2. Troppo difficile entrare nel m

erito, per persone che devono per forza di cose spendere tutte le loro energie per restare attaccati alle loro misere poltrone. Troppo sforzo tentare di normare il soccorso alpino con regole serie che per esempio prevedano di non effettuare le ricerche quando i bollettini danno  rischo di distacchi spontanei dei neve. Troppo anche distinguere tra che fa fuoripista mettendo a repentaglio la vita di chi scia nelle piste sotto di lui (pistaiolo senza la minima conoscenza che si butta fuori pista ovunque e a caso) da chi invece va a farlo in ambiente selvaggio senza arrecare danni a nessuno se non a se stesso. Lasciamo come attività di svago libera solo gli stadi e i centri commerciali….. tante persone sarebbero ben contente. Io no però, e forse sarebbe la volta che lasciarei questa Italia …. un paese ormai senza alcun futuro (ormai)
Galluzzi Filippo

Da amante e frequentatore delle montagne ritengo questa proposta, dettata anche dall’enfasi mediatica che si è creata, assurda ed inutile. Sarebbe meglio informare e formare al meglio. La cultura, il rispetto e la conoscenza della montagna sono alla base della sicurezza. Resta comunque purtroppo un fattore imponderabile, legato alla fatalità, che non si deve mai dimenticare, insieme all’incontestabile fatto che sempre più persone si avvicinano al mondo della montagna. Amiamo e rispettiamo i nostri monti.
Daniele

Ci vuole prevenzione e formazione,proprio come dice "Gnaro" Mondinelli. Bisogna iniziare ad insegnare a tutti coloro che amano la montagna, dagli escursionisti agli alpinisti dove finisce il divertimento e dove inizia il pericolo. Nello stesso momento ci deve esser da parte del singolo un’attenta valutazione dei rischi che si corrono nel fare uscite proprio in quelle maledette giornate in cui il grado di pericolo valanghe è segnalato con GRADO 3,è proprio in quei giorni in cui succedono la maggior parte degli incidenti. La legislazione è già chiara in materia non mi sembra che si debba calcare ulteriormente la mano così si rischia di non di vedere vuote le nostre montagne,dal’altro canto bisogna anche saper rinunciare in certe giornate in cui la sicurezza è precaria e gli esperti ci consigliano massima attenzione. Comunque i tanti sciatori che fanno fuoripista non sono ne alpinisti ne escursionisti esperti e dovrebbe restare dentro a quei linmiti che si chiamano piste.
Nicola GAS

Ognuno è libero di andare dove vuole e quando vuole, l’importante è che questo non crei pericolo per la sua e altrui incolumità. Non si può vietare ad un alpinista esperto, che conosce la montagna e i suoi pericoli, di uscire in una giornata in cui il pericolo valanghe è considerato elevato. L’unico modo per evitare che avvengano incidenti è fare in modo che le persone conoscano i reali pericoli e li sappiano interpretare ed evitare. Da sempre l’INFORMAZIONE e l’EDUCAZIONE sono meglio della REPRESSIONE e della PUNIZIONE.
Fabien NCB

Dopo la legge che OBBLIGA i comuni a regalare l’acqua alle multinazionali private siamo alla legge che vieta di andare in montagna d’inverno. Stiamo davvero raschiando il fondo. Su una cosa sono però sereno e contento: difficilmente potremo finire peggio di così. Io frequento la montagna 12 mesi l’anno ed è sempre pericolosa: d’estate con i temporali, durante le prime nevicate con il terreno gelato, in primavera per le alte temperature, poi ci sono i versanti, la neve riportata, la neve ventata, le cornici, i canali, le creste, il verglass. Poi c’è gente che arrampica senza corda, che usa friend e nut anche per le soste, che fa le doppie su un chiodo. Che dire poi delle grandi classiche delle Dolomiti, troppo pericolose, con i chiodi dei primi salitori e le soste su clessidre: rifaremo tutto a fix inox. Con i milioni di posti di lavoro persi in questi ultimi anni i nostri parlamentari non hanno altro a cui pensare se non pulirsi la coscienza per i morti che purtroppo, ogni anno e in ogni stagione, la montagna porta con se. Queste grandi autorità pensano di risolvere tutto con uno slogan o una legge. Non sempre chi perde la vita ha rischiato ed ha azzardato imprese impossibili, talvolta ha cercato di leggere ogni segnale di pericolo e fatto escursioni in zone molto sicure. Non sempre le nostre sventure dipendono solamente da noi. Speriamo davvero di essere arrivati in fondo al barile…
Nicola

Legge insensata a questo punto sarebbero ugualmente colpevoli sia chi provoca il distacco della valanga e chi sfortunatamente ci finisce sotto avendo anche lui trasgredito. La montagna è stata sempre sottovalutata e poco "insegnata" ora che sta diventando businness inizia ad interessare anche ai politici. Trovo giusto darsi delle regole eventualemente multando chi a fronte di bollettini valanghe con pericolo 4 o 5 si avventurano ugualmente nei fuori pista. Ci si confronti con chi la montagna la conosce veramente prima di decidere quali tipi di azioni portare avanti.
Claudio

No alla repressione si alla formazione ed alla cultura. Bisogna sensibilizzare le persone, insegnar loro che alla base di ogni scelta deve esserci una riflessione, sia nel campo "andare in montagna" che nelle scelte di vita , nei comportamenti di tutti i giorni. Naturalmente l’incidente può sempre accadere anche al più prudente dei frequentatori della montagna.
Ravazzoli Ivan

Sicuramente c’è bisogno di cultura  alpinistica e preparazione,purtroppo però sono sempre di più le persone che mettano a rischio la propria e l’altrui vita (vedi i soccorritori). Quindi dei provvedimenti li vedo opportuni.
Gabriele Bacchereti

Sono d’accordo perchè le leggi esistono già,bisogna fare quello che in questo paese manca in tutti i settori: EDUCARE. Se una persona vuole rischiare la propria vita non credo sia possibile fermarlo con lo spauracchio di una condanna. Non mi stancherò mai di dire che la scuola deve fare la sua parte, pensare che a causa di quattro sciagurati altre persone, spesso volontari, rischiano la vita non lo accetto. Rispettiamo la montagna.                
Claudio Carioli

Non a caso i commenti di Messner, Moro, Gnaro ecc. sono concordi: chi crea una slavina sicuramente non lo fa "consciamente", perchè nella maggior parte dei casi è lui stesso la vittima, quindi più che un deterrente bisognerebbe indirizzarsi a formazione e responsabilizzazione. Ad esempio sono da ricercare strumenti di formazione, per estendere anche a chi va con ciaspole e fuoripista la cultura degli scialpinisti. Poi bisognerebbe tutti imparare un po’ di più a rinunciare: in troppi si muovono con pericolo 3.
Glauco

Prima mandano via i ricercatori, poi gli ingegneri…adesso anche gli alpinisti. Ma che paese sta diventando? Faremo scialpinismo in Svizzera, e magari ci trasferiremo anche!
Nicola Panzeri

Mi accodo alla fila di lamentele. Non sono un legale e non ricordo i dettagli, ma so che esiste già nella legge italiana qualcosa per punire chi provoca valanghe per incuria…nel mio CAI sono morte delle persone a causa di un valanga provocata da altri sciatori che tagliavano un pendio a monte, e i parenti delle vittime sono andati per tribunali. La multa è invece totalmente ridicola: è come dire che danno una multa a chi esce con mare forza 8 perch&e

grave; è potenzialmente pericoloso. E poi come fanno a decidere quale sia il metro di valutazione? Pericolo 3 è pericolo valanghe? Lo è solo dal 4 in su? Anche con pericolo 4 ci possono essere pendii non a rischio, o simmetricamente ci possono essere pendii a rischio anche con pericolo 2. Il vero problema è la poca coscienza dei frequentatori delle montagne: forse potrebbe aver senso un patentino per gli alpinisti, come qualcuno aveva ipotizzato qualche tempo fa. E nei corsi CAI dovrebbero mettere lezioni su valanghe e di valutazione dei pendii anche nei corsi di alpinismo e di roccia, non solo in quelli di sci alpinisimo. Ma anche così non si impedirebbe che lo sciatore delle domenica vada a fare un pendio fuoripista. Inoltre, in Italia manca una rete informativa seria: ogni regione ha un bollettino in formato differente, alcuni in html, altri in pdf, e con aggiornamenti con cadenze differenti. Tutti bollettini difficili (se non impossibili) da accedere tramite un dispositivo mobile. Il sito ANEVA dovrebbe aggregare tutte le informazioni in un formato di facile fruizione, invece che semplicemente linkare i vari altri siti. In sostanza, servirebbe creare maggior consapevolezza, maggior informazione sia a livello nazionale, e a livello locale in ogni singola stazione sciistica. Ma fino a che non si cambierà la testa delle persone…
Simone

Ritengo che questa soluzione, non risolva il problema ma bensi serva solo per aggravarlo, credo che non serva il bastone ma il boun senso, e magari un buon corso che insegni alle persone, le educhi sul frequentare la montagna, che sensibilizzi sull’uso dell’arva come strumento di autosoccorso, il problema è che le decisioni non andrebbero prese da persone che leggono "montagna" solo sulle notizie di cronaca, ma dagli enti presenti sul territorio quali Cai, Soccorso Alpino, Guide Alpine, Scuole del Cai che hanno cultura, tradizione e conoscenza delle problematiche della montagna purtroppo i nostri politici credono che basti una multa per risolvere il problema. Ora si che il problema è risolto.
Amilcare Vivenzi 

Devono piantarla con queste cretinate, cominciassero a mettere in prigione chi veramente commette un reato e con pene adeguate, sicuramente una multa per chi ha delle responsabilità pesanti mi sembra più che adeguata, allora perchè non mettono in prigione anche chi guida con il manto stradale innevato o ghiacciato senza le opportune precauzione e provoca incidenti con morti o feriti. Siamo un paese governato da politici ignoranti e presuntuosi che non sanno più quello che fanno.
Saluti Mauro

Invece di spendere tempo e soldi per inventare emendamenti "assurdi" e superficiali (come quello appena redatto a riguardo della sicurezza in montagna) perchè non pensano a finanziare il CAI in modo da poter permettere loro una formazione culturale più capillare e frequente e meno costosa per gli allievi? Per esempio se tutte le sedi cai (anche quelle che non organizzano corsi specifici) potessero permettersi di tenere delle lezioni di sicurezza in montagna annuali magari con professionisti qualificati non sarebbe meglio? La diffusione della cultura è molto più importante delle multe e delle regole proibizioniste.
Daniele Colombo

Sono Gianni Galeazzi e vado in montagna (sono nato a Laives – BZ) da quando posso camminare: Alpi, Appennini, servizio negli Alpini, ghiacciai, ciaspole, sci alpino trekking, ora pervenuto alla soglia dei 60 anni allo sci alpinismo; peccato non averlo assaporato molto prima!! Mi associ ai duri commenti di Messner ecc; quando vado in montagna uso sempre la testa e valuto le mie possibilità ed i rischi che incontrerei nella zona che sto frequentando e se non sono sicuro…torno indietro…poi la sfortuna può avere la sua parte. Indubbiamente chi spara sulla montagna ci và con l’elicottero e non con i propri piedi e quindi non la conosce, non la assapora e non la rispetta.
"Mai tardi al 5^" – scarponi alpini, Gianni Galeazzi Milano

Ennesima proposta inutile delle istituzioni, e della protezione civile in veste di Bertolaso, inutile per il semplice motivo che un bollettino non puo racchiudere la situazione di ogni singolo pendio, ma come tutti sappiamo è un bollettino generale della zona e poi sta alla persona saper valutare il reale rischio, come al solito i politici vogliono mettere la parola in un area che non conoscono la montagna, che è già regolata da leggi della natura che bisogna saper rispettare. Nettamente contrario a questa proposta molto più favorevole a maggior informazione sopratutto nei confronti di uan categoria in netta evoluzione come i ciaspolatori che si improvvisano alpinisti su terreni che in estate sono semplici ma in inverno nascondo insidie molto pericolose.
Stefano

Purtroppo in Italia e soprattutto con questo governo, il nuovo fenomeno di distrazione delle masse è diventato il fenomeno dei morti per valanga. Si può salvare più vite obbligando alla gente di evitare di fare uscite, quando il livello di pericolo è alto; è capitato però che nonostante il livello fosse basso qualcuno sia morto sotto slavine locali, se succedesse ciò dopo che l’emendamento diventi effettivo, con chi ce la prendiamo?? I parenti della vittima potrebbero benissimo denunciare chi aveva emesso il bollettino nivologico. Quindi che i nostri regnati si facessero un’esame di coscienza e pensassero ai veri problemi dell’Italia e no a fatti isolati che purtroppo ogni anno accadono. Secondo me, in condizioni di pericolo alto, si può obbligare gli eventuali soccorritori di tentare un salvataggio che mette a rischio la loro incolumità.
Giuliano

E’ un’ assurdità!!! L’italia come al solito pensa di risolvere tutto con leggi, divieti e sanzioni..pazzesco..ci vuole solo più formazione, più competenza, e un po’ più di buon senso sia da parte degli escursionisti che dai burocrati..
Francesco

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