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Viticoltura di montagna, in arrivo programmi speciali?

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AOSTA — Viene definita eroica, non a caso. E l’Assemblea delle Regioni vinicole europee chiede per la viticoltura di montagna programmi speciali a favore del mantenimento dei vigneti a forte pendenza.

La richiesta è stata fatta nei confronti dell’Unione Europea  su iniziativa del Centro di ricerche, studi e valorizzazione per la viticoltura montana che ha sede ad Aosta. Il Cervim lancia l’appello in un momento cruciale per il settore. In questo periodo infatti, la discussione della proposta di revisione dell’Organizzazione comune dei mercati vitinicola – normativa che regolerà il mercato del vino europeo – rende la questione particolarmente delicata.
La viticoltura di montagna raggiunge il 3 per cento circa della produzione italiana del settore e produce vini di qualità. E ci riesce nonostante le difficoltà territoriali, le modalità di lavorazione lunghe e costose e le difficoltà di meccanizzazione della coltivazione. La questione sta particolarmente a cuore alla Valle d’Aosta, in cui il 60 per cento dei vigneti è dislocato su rilievi e dove i vitigni si spingono fino a 1200 metri di quota.
L’Assemblea delle regioni vinicole europee, da parte sua, vorrebbe mantenere gli obiettivi dell’Organizzazione comune dei mercati ora vigente. Il miglioramento della competitività del settore, una maggiore considerazione delle diversità regionali, la semplificazione della legislazione vitinicola e l’equilibrio tra domanda e offerta sul mercato comunitario tra i primi.
 
Elisa Lonini

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