Ungheresi dispersi nel Sichuan
CHENGDU, Cina — Sono spariti da un mese e mezzo quattro alpinisti ungheresi nel cuore del Sichuan. Il gruppo, intorno alla fine di ottobre, stava tentando la prima salita del Ren Zhong Feng, 5.820 metri. Ma non ha fatto rientro a casa il giorno stabilito: da allora, diverse squadre di soccorritori li hanno cercati, a piedi e con l’elicottero. Ma di loro non c’è alcuna traccia.
L’allarme è scattato il 31 ottobre, quando gli alpinisti erano attesi al villaggio di Cheng. La Sichuan Mountaineering Association ha subito inviato sulla montagna una squadra di soccorso, composta da cinque alpinisti professionisti, seguita poco dopo da un elicottero.
Secondo quanto riferito dalla rivista Alpinist, i soccorritori hanno trovato dell’attrezzatura alpinistica a circa 4.400 metri, dove sembrava ci fosse traccia di un campo alto. Hanno proseguito verso l’alto, sperando di trovare altre tracce degli ungheresi, ma non hanno trovato più nulla. Al rientro, hanno raccontato di aver trovato la montagna in pessime condizioni, con pericolosi seracchi disseminati sul cammino.
Quella del crollo di un seracco o di una valanga sembra proprio essere l’ipotesi più accreditata dalle autorità locali come causa della loro scomparsa. La Sichuan Mountaineering Association, infatti, aveva avuto notizia di un enorme crollo di seracchi avvenuto nella zona il 22 ottobre, data che coincide con la spedizione ungherese. Le speranze di trovarli vivi, comunque, sono ormai quasi esaurite.
Alle ricerche, nel mese di novembre, hanno contribuito anche due alpinisti danesi, Kristoffer Szilas e Martin Ploug, che poi hanno realizzato la prima salita della montagna tra il 24 e il 28 novembre. I danesi sono saliti dalla parete est, passando poi sullo spigolo Nord, in stile alpino e con 3 bivacchi.