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Himalaya del Dolpo – Diario di viaggio di Paolo Cognetti: seconda puntata

Continua il trekking nell’Himalaya del Dolpo di Paolo Cognetti, scrittore vincitore del Premio Strega 2017, di Stefano Torrione, del pittore Nicola Magrin e della guida alpina Adriano Favre. 

I quattro, partiti dall’Italia il 9 ottobre, stanno continuando il loro viaggio nella natura del Dolpo. Al reportage integrale sarà dedicata un’importante monografia sulla regione del Dolpo che potrete leggere sul numero di gennaio (uscita poco prima di Natale) di Meridiani Montagne.

Qui di seguito il racconto di Cognetti (se siete curiosi di sentire la voce, potete trovare l’audio della chiamata al satellitare, che purtroppo non si sente benissimo. Sotto c’è la trascrizione di quanto dice Paolo). 

 

https://www.montagna.tv/wp-content/uploads/2017/10/Cognetti2.mp3?_=1
Il lago Phoksumdo. Foto @ Adriano Favre

Siamo arrivati al lago Phoksumdo, che è un lago bellissimo, molto grande, a 3.600 metri d’altezza. Dopo 4 giorni di trekking, siamo partiti da circa 2.000 metri, abbiamo raggiunto questa bellissima vallata dello Phoksumdo. Abbiamo attraversato paesaggi molto diversi, gran parte della vallata è arida in questa stagione. Ad un certo punto iniziava un lungo bosco, molto simile ai nostri, con pini silvestri, cipressi e un fiume davvero maestoso che scendeva dai ghiacciai a 6.000 metri.

Stamattina  siamo saliti di quota, dai 3.000 ai 3.600 metri, e il paesaggio è cambiato di nuovo. Siamo arrivati all’imbocco di un altopiano. Il lago Phoksumdo è il limite tra il basso Dolpo, che è una zona ben servita, dove ci sono rifugi un po’ dappertutto e il sentiero è molto curato, e l’alto Dolpo. Quest’ultimo è una zona molto meno frequentata, ed è dove ci addentreremo domani.

Case e villaggi nell’Alto Dolpo. Foto @ Adriano Favre

Abbiamo incontrato alcuni villaggi, stiamo osservando moltissime somiglianze e differenze con i nostri villaggi alpini: da come si costruiscono le case a come si lavora il legno. Oggi ci siamo fermati a guardare tre ragazzi che lavoravano il legno per una casa in costruzione. Ci sono segni religiosi un po’ dappertutto, piccoli edifici religiosi, gli Stupa. Qui siamo in Nepal però per motivi di vicinanza la cultura prevalente è quella tibetana, questa zona viene definita un piccolo Tibet. Le bandiere che si trovano in giro non sono più nepalesi ma tibetane e così vale anche per la spiritualità. 

 

Foto @ Adriano Favre

La montagna è splendida, qui a 3.600 metri siamo ancora a una quota bassa, il limite del bosco è dove da noi iniziano i ghiacciai. Siamo curiosi e un po’ intimoriti per quello che ci aspetterà nei prossimi giorni perché dovremo raggiungere quota 5.800.

 

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