Montagna.TV

Dalla schiodatura del Compressore alle salite leggendarie: un ricordo di Hayden Kennedy

Hayden Kennedy

Hayden Kennedy è stato tra i più forti alpinisti del nostro tempo. La suo scomparsa, insieme alla compagna Inga Perkins (fortissima alpinista del team Scarpa), è stata una tragedia nella tragedia: Hayden vedendo la compagna sparire sotto metri di neve, non ha retto al colpo e il giorno dopo l’incidente ha deciso di togliersi la vita. 

Il nome di Hayden era diventato famoso qui in Italia quando lui e Jason Kruk, nel gennaio 2012, al Cerro Torre, avevano schiodato la famigerata via del Compressore di Cesare Maestri, rompendo quasi 100 chiodi a pressione lasciati lì negli anni ’70. Un gesto forse ingenuamente anarchico che però aveva scaldato gli animi, qui da noi. Da Mario Conti a Ermanno Salvaterra, da Daniele Bernasconi a Luca Maspes, da Hervè Barmasse a Fabio Salini, in tanti avevano condannato il gesto definendolo una “bravata”, un “atto terroristico”, “fanatismo purista” ecc. ecc. Concludendo con un laconico “Saranno famosi per una bravata e non per la loro bravura”. In quella faccenda si era infilato anche il Piolet d’Or che aveva deciso (altro polverone) di assegnare il massimo premio ad Hayden per l’impresa. 

Ovviamente non ha senso ora tornare su quel gesto, ma la frase-provocazione sulla “bravura” di Hayden dà un ottimo “La” per ricordare, attraverso le sue imprese, chi era l’alpinista Hayden Kennedy e di che pasta era fatto.

Tra le sue salite, due in particolare spiccano dal mazzo: quella all’Ogre e quella al K7. Negli anni successivi ai fatti del Cerro Torre, che all’epoca avevano abbastanza segnato il 22enne,  probabilmente anche per scrollarsi di dosso le polemiche, Hayden firmò insieme a e Kyle Dempster due salite da annali dell’alpinismo. Una via sulla parete est inviolata del K7, nel luglio 2012,  e la terza ripetizione della storia all’Ogre, aprendo una via sulla parete sud. Una montagna che a detta dei fratelli Huber è “tra le più difficili al mondo da scalare”.

Nel 2015 Kenendy insieme a Urban Novak, Manu Pellissier e Marko Prezelj salirono l’inviolata parete est del Cerro Kishtwar, nel Kashmir indiano, in stile alpino. Questa salita valse a Hayden il secondo Piolet d’Or della sua storia alpinistica. 

Negli ultimi anni Hayden aveva visto alcuni amici morire in montagna, tra questi il compagno di spedizioni Dempster, morto insieme a Scott Adamson sull’Ogre II. Segnato da quelle perdite aveva commentato così la morte dei suoi amici, su eveningsends: “Vedo sia luce che oscurità nell’arrampicata. Attraverso questo avviene un vero apprendimento e diventa più chiara la consapevolezza della brevità del nostro tempo. È difficile accettare il fatto che non possiamo controllare tutto nella vita, ma cerchiamo ancora, e forse il nostro cammino cambia in un modo del tutto inaspettato”.

Exit mobile version