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Film sull'alpinista che si amputò il braccio

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LOS ANGELES, Usa — E’ confermato. Il regista premio Oscar Danny Boyle dirigerà un film sulla storia di Aron Ralston, l’alpinista costretto ad autoamputarsi parte di un braccio durante una scalata. Secondo quanto riporta Variety, la pellicola, che si intolerà "127 ore".

La pellicola non ha ancora un cast definitivo. La ricerca è tutta incentrata sull’attore protagonista. La storia narrata nel film è quella di Ralston che dovette usare un coltello per tagliarsi parte di un braccio, dopo esseere rimasto intrappolato sotto una roccia, durante un’arrampicata nel 2003.

Boyle, che lo scorso febbraio si è aggiudicato ben sette Oscar per il film "Millionaire", sarebbe intenzionato a riproporre per la nuova pellicola lo stesso team creativo, compreso lo sceneggiatore Simon Beaufoy.

Ralston ha perso la metà inferiore del suo braccio destro, dopo un’agonia durata cinque giorni e la tragica decisione di liberarsi da solo con un coltello. L’incidente è avvenuto nello Utah sei anni anni fa. Ralston ha raccontato che gli ci volle circa un’ora per tagliarsi la mano, dopo essersi legato un laccio emostatico al braccio ed essersi aiutato con gli strumenti di pronto soccorso che aveva con sè. Poi dovette scendere da solo con le corde da uno sperone di 21 metri prima di cominciare a dirigersi verso il campo base e la sua autovettura.

Sul percorso, fortunatamente, incontrò una famiglia che gli offrì cibo e acqua e avvertì le autorità. L’uomo, che non aveva avvertito nessuno del suo viaggio, dovette bere la sua urina dopo che la sua scorta d’acqua si era esaurita mentre era intrappolato. La parte amputata del braccio fu poi recuperata e cremata e l’alpinista è tornato sulla roccia dove era accaduto l’incidente per spargervi le ceneri.

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