Everest, la Cina monitora i terremoti
TINGRI, Cina — Tenere sotto controllo i terremoti dell’Himalaya e i movimenti tettonici che laggiù, dove la placca eurasiatica si incontra con quella indiana, sono particorarmente "vivaci". E’ questo il compito della nuova stazione di monitoraggio installata nei giorni scorsi dalla Cina ai piedi del versante nord dell’Everest.
L’interesse di questo monitoraggio risiede nella "giovane" origine catena himalayana, che si è creata dallo scontro tra le placche indiana ed eurasiatica. Si tratta di un’are sismica molto attiva. Diversi terremoti colpiscono ogni anno l’altopiano tibetano: uno dei più disastrosi è avvenuto proprio lo scorso anno, quando la regione del Sichuan è stata colpita da una scossa di magnitudo 7.9 che ha causato 90mila tra morti e dispersi.
Per queste peculiari caratteristiche geologiche anche il Comitato EvK2Cnr, noto ente italiano di ricerca scientifica d’alta quota specializzato negli studi himalayani, si è occupato di studi sismici sul versante Sud dell’Everest. Il Laboratorio Piramide ha ospitato per un certo periodo una stazione sismica temporanea, anche se il vero obiettivo sarebbe quello di poterne installarne una fissa.
Riguardo la stazione cinese, è singolare il fatto che le autorità cinesi abbiano detto di aver scelto la zona dell’Everest per incrementare il turismo nella regione, quando in realtà negli ultimi due anni i turisti sono rimasti più spesso "chiusi fuori" dal Tibet piuttosto che incentivati ad entrare. Gli investimenti, però, non mancano nella regione: si pensi alla strada asfaltata di 130 km fra Tingri e il campo base, o ai ponti per la copertura dei telefoni cellulari fino in cima alla montagna.