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CAI e UNCEM sugli incendi boschivi: “La prevenzione è possibile ed efficace”

Gli incendi ripetuti, di natura dolosa e non, che stanno danneggiando in questi giorni ampie porzioni di territorio italiano da Nord a Sud pongono all’attenzione del Governo e della società civile, con una forza e una gravità ineludibili, il tema della gestione e della manutenzione delle aree verdi della Penisola e, in particolare, delle aree naturalistiche e dei parchi.

Al di là delle responsabilità dirette, che è pur doveroso individuare, e delle problematiche legate agli interventi in emergenza, FAI – Fondo Ambiente Italiano e CAI – Club Alpino Italiano si rivolgono al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti per evidenziare ancora una volta l’assenza di presidi adeguati e di piani di manutenzione preventiva contro il rischio incendi, unici strumenti per evitare e ridurre il rischio di queste drammatiche calamità.

La ricorrenza annuale di questi eventi evidenzia la mancanza da parte delle autorità e della società civile di una reale consapevolezza del problema e di adeguate politiche di intervento ordinario riguardo alla prima causa degli incendi, che non risiede nella natura dolosa degli eventi ma che deve essere cercata piuttosto nell’incuria.

L’incendio che ha compromesso ampie porzioni del Parco del Vesuvio, e che ancora oggi infuria, dimostra, ad esempio, che al di là della mano che ha appiccato il fuoco, che è solo la scintilla, questo sarebbe stato ben più facilmente e rapidamente contenuto se i boschi vesuviani fossero stati nel corso dell’anno adeguatamente curati, correttamente manutenuti, puliti dalle sterpaglie e dall’immondizia, dotati di vie spartifuoco e sentieri, oltre che naturalmente di servizi antincendio.

Ogni anno la nostra Penisola perde a causa degli incendi ampissime aree verdi di paesaggi unici al mondo tra cui Parchi naturali nazionali e regionali. Queste drammatiche occasioni devono almeno servire a ribadire che la tutela non è chiusura e immobilismo, ma al contrario è operosa e costante attività di cura e presidio da parte degli enti responsabili e con il contributo della società civile: senza manutenzione ordinaria e programmata, dei monumenti come dei paesaggi, non esiste tutela.

Alle considerazioni del CAI si aggiungono quelle dell’Uncem. Giorgio Vacchiano, Dottore forestale e membro della Società italiana di Selvicoltura e Ecologia Forestale (https://sisef.org/) ed Uncem hanno condiviso alcune considerazioni in merito ai gravi incendi boschivi degli ultimi giorni, che vi riportiamo di seguito. 

Uncem Piemonte ha anche già studiato un piano di micro-invasi per l’accumulo di acqua nelle vallate alpine e appenniniche. Avendo un uso plurimo, questi accumuli permetterebbero anche un buon utilizzo in caso di incendi boschivi, con accesso agevole di mezzi aerei e via terra. La necessità, secondo l’Uncem, è quella di una buona legge forestale nazionale, che modernizzi il DLgs 227/2001 (oltre alle leggi regionali esistenti, come quella del Piemonte oggi alla base anche del Piano forestale regionale), già peraltro concertata con tutti i portatori di interesse (a partire dagli Enti locali) ed elaborata dal Mipaaf. 
 
Una gestione forestale attiva a livello di ambiti territoriali e di Unioni montane di Comuni, dice Uncem, permette una buona prevenzione degli incendi boschivi (oltre che del dissesto) conseguenza di un efficace utilizzo delle risorse forestali per una capacità del bosco di esprimere tutte le sue opportunità e potenzialità, non solo protettive, ambientali e paesaggistiche, ma anche produttive. Questo fronte è fondamentale per una nuova economia montana nel quale il bosco gestito assume un grande valore per i servizi ecosistemici che restituisce, a partire dall’assorbimento della Co2 e dalla difesa dell’assetto idrogelogico del territorio.
 

 

 
 
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