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Soccorso alpino a pagamento in Abruzzo: la REASTA rimane in un cassetto

La bella stagione sta arrivando, con lei le giornate di sole e la calura, che spinge a cercare refrigerio lontano dalle città, magari in montagna. Le terre alte si affollano e gli incidenti aumentano, così come gli interventi del Soccorso Alpino.

Quest’estate sarebbe dovuta essere la prima con il Soccorso Alpino a pagamento anche in Abruzzo dopo che il 13 dicembre 2016 è stata approvata la Legge regionale REASTA (Rete Escursionistica Alpinistica Speleologica Torrentistica Abruzzese). In realtà non sarà così.

Iniziamo però dal principio, cercando di capire, come ci hanno chiesto molti lettori, cosa è questa legge e cosa potrebbe cambiare (a questo punto in futuro) per i frequentatori delle montagne abruzzesi.

Cominciamo dal dire che la REASTA, L.R. 27 dicembre 2016 n. 42, è entrata in vigore il 29 dicembre ed è una legge molto ampia, che disciplina la rete escursionistica, alpinistica, torrentistica, speleologica abruzzese (da cui l’acronimo). Di Soccorso Alpino e Speleologico si parla solo all’articolo 11. In particolare, ai commi 3, 4 e 5 si legge:

“2. Gli interventi di soccorso e di elisoccorso sono prestazioni a carico del servizio sanitario nazionale se riconducibili alle disposizioni di cui all’articolo 11 del Decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992 (Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza).

3. Gli interventi di soccorso e di elisoccorso in ambiente impervio o ostile, comprensivi di recupero e trasporto, qualora non sussista la necessità di accertamento diagnostico o di prestazioni sanitarie presso un pronto soccorso, sono soggetti ad una compartecipazione alla spesa a carico dell’utente trasportato, se richiesto da quest’ultimo o riconducibile ad esso. La compartecipazione è aggravata qualora si ravvisi un comportamento imprudente.

4. La classificazione degli interventi di soccorso e recupero in ambiente impervio o ostile a titolo di soccorso sanitario o non sanitario, urgente o non urgente, è attribuita dalle centrali operative 118 dei SSUEM, che effettuano l’intervento in coordinamento con l’equipe di soccorso sanitario e il SASA”.

Dalla lettura della norma si può capire che il soccorso alpino in Abruzzo sarà a pagamento solo in quei casi di intervento in cui non vi è necessità di accertamenti diagnostici o di prestazioni sanitarie urgenti presso un pronto soccorso; qualora sia riscontrabile l’imprudenza la “compartecipazione” alle spese è aggravata.  A determinare se si rientra nella casistica di esenzione del pagamento è, a norma del comma 5, l’equipaggio che ha effettuato il soccorso.

Le tariffe dovranno essere determinate, in base al comma 6, dalla Regione entro centoventi giorni dall’entrata in vigore della presente legge, non dovranno comunque superare il 50% del costo effettivo dell’intervento e ai sensi del comma 6 sarà prevista una riduzione del 20% per i residenti. I proventi saranno destinati al potenziamento delle stesse centrali operative del SSUEM e dei servizi ad esse collegati.

Questa è la teoria. Nella pratica, come abbiamo detto, la REASTA, nonostante sia entrata in vigore a dicembre 2016, al momento è ancora in un cassetto dopo che lo scorso febbraio il Ministro per gli affari regionali Enrico Costa ha avuto il mandato di impugnarla davanti alla Corte Costituzionale. Infatti, a detta del Consiglio dei Ministri, le norme in essa contenute “disciplinano la gestione di una rete escursionistica che interessa tutto il territorio regionale, compreso quello ricadente nei parchi nazionali e nelle aree protette regionali, in contrasto dunque con la legislazione statale in materia di aree protette, ascrivibili alla competenza esclusiva statale”.

La REASTA è quindi in contrasto con la Costituzione o almeno lo è in parte. Infatti, l’articolo 11 che norma il Soccorso Alpino non è interessato dalla mannaia dell’incostituzionalità e pertanto, anche in caso di pronuncia positiva della Corte, rimarrebbe in vigore.

Perché quindi quest’estate gli incauti frequentatori del Gran Sasso continueranno ad essere soccorsi gratuitamente? 

Il vero problema è che la Regione Abruzzo non ha approvato il piano tariffario che doveva essere determinato, come abbiamo sopra scritto, entro 120 giorni, ossia al più tardi ad aprile. Niente listino dei prezzi, niente Soccorso Alpino a pagamento. Abbiamo chiesto pertanto ad alcuni consiglieri regionali i tempi per questo ultimo passaggio, ma le risposte sono state vaghe e comunque, ci hanno assicurato, non prima dell’estate, ossia il periodo più “caldo”, in ogni senso. 

La REASTA poteva essere un’opportunità, condivisibile o meno, per educare alpinisti ed escursionisti alla frequentazione della montagna nel rispetto delle regole di sicurezza. Quello che è certo è che, almeno per il momento, è sprecata. Speriamo in futuro nel buon giudizio del politicanti. 

 

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6 Commenti

  1. Tento di scrivere qualcosa sulla sentieristica che non è ottimale nell’area Velino ma sistematicamente si interrompe la connessione con questo blog.

    Vorrei solo dire che l’incoscienza è in qualche caso, aiutata dal cattivo stato della segnaletica sentieristica.

    La responsabiltà di alcuni allarmi va condivisa anche con quei soggetti che sono chiamati a gestire i sentieri dove si avventurano epserti e non, giudiziosi e incoscienti.

    Tutto qui

  2. Quale opportunità? Questa REASTA dimostra solo l’ignoranza (o mala fede) di chi l’ha proposta (tra cui un Maestro Sci-GAE) e degli pseudopolitici che l’hanno approvata : un gitante imbecille e sprezzante delle regole basilari di sicurezza che si caccia nei guai e si distorce una caviglia, vince un volo gratis, mentre un esperto alpinista o escursionista perfettamente preparato e equipaggiato, magari in pericolo di vita per una frana o per errore della segnaletica (in abruzzo praticamente la norma), deve pagarsi il soccorso. I primi da educare in abruzzo dovrebbero essere certi professionisti della montagna e i politicanti seduti in Regione.

    1. Mi scusi Sig. Paolo R. forse è in confusione. La legge Reasta tutela l’escursionista equipaggiato che necessita di un intervento di soccorso mentre per non caricare ancor di più la spesa pubblica con eccessive tasse per i contribuenti mi sembra giusto che lo sprovveduto in scarpette da tennis o infradito paghi la chiamata di soccorso tramite ticket. È come la legge dei naviganti … in mare come in montagna si deve essere equipaggiati altrimenti è giusto assumersi le proprie responsabilità.

    2. L’esperto alpinista L escursionista perfettamente preparato ed equipaggiato sono dotati di polizza assicurativa e, quindi, in caso di necessità o causa di forza maggiore il loro intervento non va assolutamente a gravare sulle tasche dei cittadini…
      Evidentemente lei non è identificabile in questa categoria di persone esperte o addirittura professionisti…!!!

    3. Purtroppo ognuno è abituato a valutare e a leggere le cose in base alla propria convenienza o necessità….!!!!
      La parte della Legge in argomento non fa altro che applicare quello che normalmente sarebbe una regola di “Buon Senso” e segue medesime Leggi Regionali vigenti in altre Regioni italiane più evolute dell’Abruzzo e in diverse Nazioni Europee…!!!
      Puoi stare tranquilla perché nessuno lascerà senza soccorso un esperto alpinista o escursionista perfettamente preparato e equipaggiato, magari in pericolo di vita, anche perché nella
      Nostra regione abbiamo almeno altri 3 Enti dello Stato dotati di Elicotteri in grado di effettuare Soccorsi in Montagna.
      …è perfettamente corretto che un eliambulanza venga utilizzata solo ed esclusivamente per
      Interventi di carattere Sanitario che abbiano la caratteristica dell’urgenza, sia per le condizione soggettiva del paziente che per la situazione oggettiva dell’ambiente in cui esso si trova, ma comunque, ripeto, per esigenze di carattere Sanitario che abbiano la caratteristica dell’urgenza!!!
      …aggiungo solo che ogni volta che un elicottero va in volo in zone impervie, mette in pericolo la vita di tutto il suo equipaggio…. e quindi è giusto che un EliAmbulanza lo faccia solo per interventi di carattere sanitario non differibili
      Un caro Saluto.
      Valentino Fabrizio Ferrante

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