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E Alinghi sorvola le Alpi
GENOVA — Uno volo di trecento chilometri sopra le Alpi. Protagonista Alinghi 5, il catamarano del team svizzero inventato da Ernesto che ha sorvolato la catena montuosa appeso ad un elicottero da trasporto russo.
Era l’unico modo per portare l’ingombrante scafo da Ginevra a Genova. Via terra un catamarano lungo 30 metri e, soprattutto, largo 25, non avrebbe potuto viaggiare in alcun modo.
E così ecco la soluzione, un po’ azzardata per la verità. Agganciare Alinghi 5 a un potente Mi-26 di fabbricazione russa e fargli scavalcare le Alpi. Il viaggio è cominciato in mattinata: alle 9,15 lo scafo e l’elicottero sono decollati da Le Bouveret, sul lago di Ginevra, in Svizzera.
Poco dopo è partito anche l’albero (52 metri di lunghezza e 2 tonnellate di peso). Molte le barche in acqua a Genova con a bordo appassionati decisi a godersi la scena dell’arrivo, così come tantissimi curiosi che hanno affollato i moli. Uno spettacolo di moderna tecnologia imposto da regole della Coppa America nate nel 1857.
Tra queste regole, anche quella che impone di costruire lo yacht nel proprio Paese, come accedeva quando i britannici erano costretti ad attraversare l’Oceano con il veliero destinato alle regate e si ritrovavano, anche per questo, immancabilmente in svantaggio fin dal via del confronto. Alinghi, detentore dell’America’s Cup, e lo sfidante Oracle hanno dovuto seguire la medesima regola.
E’ toccato all’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, accogliere la bizzarra richiesta e concedere i necessari permessi per il volo dell’albero e della barca sul territorio italiano verso il porto di Genova.
WP