Alpinismo

Morto John Bachar, mito del free solo

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MAMMOTH LAKES, Usa — Un tragico volo di 30 metri sulla Dike Wall, durante una delle sue note solitarie senza corda. E’ morto così John Bachar, celebre climber americano di 51 anni, leggenda vivente delle scalate in free solo e considerato per molto tempo il più forte arrampicatore del mondo. E’ stato trovato morto ai piedi della parete che stava scalando alcune ore dopo la fatale caduta, che sembra non aver avuto alcun testimone.

Ironia della sorte. Dopo scalate mozzafiato sulle pareti più vertiginose d’America, Bachar è morto sulla falesia "dietro casa", in California. L’incidente è accaduto domenica 5 luglio.

Come al solito, Bachar saliva senza corda, completamente solo. Quando è caduto, nessuno era nei paraggi. Alcuni climber che stavano scalando lì vicino hanno però udito la caduta e si sono messi a cercare, seguiti poco dopo dagli uomini del soccorso. Quando sono arrivati ai piedi della Dike Wall, hanno trovato Bachar, il mito, riverso a terra e senza conoscenza. Frenetica, ma inutile, la corsa in ospedale dove il climber è stato dichiarato morto pochi minuti dopo l’arrivo.

Dotato di equilibrio e audacia oltre ogni misura, Bachar era una leggenda vivente dell’alpinismo. Negli anni Ottanta, ha ridefinito i "limiti del possibile", scalando per primo il grado 5.12 (7a+), nella Yosemite valley. Nella sua carriera ha salito, in libera e in solitaria, vie fino al 7b+, come The Gift nelle Red Rocks. E altre pareti leggendarie a Joshua Tree o nello Yosemite, come New Dimensions, The Nabisco Wall, e The Moratorium: tutte da solo e senza usare nessuna corda. Insieme a Peter Croft nel 1986 ha scalato di seguito The Nose a El Capitan la la Northwest Face dell’ Half Dome in 14 ore.

Era un tipo strano, controverso, non scendeva a compromessi. Sapeva di essere il migliore: nel 1981 aveva addirittura offerto una ricompensa di 10mila dollari a chi fosse riuscito a seguirlo nelle sue scalate per un’intera giornata. Nessuno, però, ha mai osato raccogliere la sfida. Alcuni anni dopo, quando era all’apice del successo, è uscito di scena e ha continuato a scalare in privato.

Bachar era un’icona dell’etica alpinistica. Ha sempre condannato l’uso esagerato di chiodi o spit e soprattutto chi chiodava le vie scendendo in doppia. Celebre anche il suo rigore nell’allenamento e nell’alimentazione, inventò l’omonima "scala Bachar": appesa al soffitto, inclinata di circa 20 gradi, si percorre attaccandosi ai pioli con le mani. E’ usata dai climber per allenare i muscoli delle braccia e della parte superiore del corpo.

Su di lui esistono diversi film e documentari. Ve ne regaliamo un estratto.

Sara Sottocornola

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