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Prodotti nuovi all’ISPO: innovare, innovare!

Tutti i prodotti candidati all’ISPO Award – Foto @ISPO Munich

Lanciare un nuovo prodotto richiede uno sforzo non semplice da parte dell’azienda ed un bel rischio: sforzo perché innovare nel settore montagna, come negli altri, richiede anni di sviluppo e test, esige innanzitutto molta creatività, conoscenza precisa delle esigenze degli utilizzatori e dove si può ottenere un passo in avanti nella direzione della maggior sicurezza, del maggior comfort del minor spreco di energie: che poi sono obiettivi tutti collegati.

Rischio economico sicuramente (lasciare la strada vecchia per una nuova non è detto a priori che vada meglio), ma anche rischio di recall di prodotti per denunce dei consumatori non soddisfatti o peggio perché riscontrano delle rotture durante l’utilizzo.

L’incubo da recall si sta diffondendo: sempre colpa degli americani direbbe qualcuno, ma anche da noi gli avvocati e le assicurazioni si stanno sempre più dando da fare! Il recall (richiamo di un prodotto) è la procedura che il venditore o l’azienda mette in pratica “richiamando” i prodotti o il prodotto che hanno mostrato difettosità all’uso. Può essere per semplice controllo, oppure per riparazione, oppure per sostituzione. Secondo la legge il difetto può essere di progettazione, di fabbricazione, di informazione insufficiente al consumatore, di sviluppo. Il recente caso delle automobili Volkswagen ha portato alle cronache questo problema.

Nei giorni scorsi all’ISPO davanti a due bei bicchieri di Weizen, naturalmente gli ultimi di una serie, ricordavo con il mio amico Stevie quando durante delle salite solitarie ci era capitato a chi di piegare, a chi di rompere completamente la becca della piccozza; abbiamo riso di gusto per gli effetti che questo ci aveva creato. Noi bevevamo una birra in più a Chamonix e la soluzione era di ricordarsi di portare sempre una terza piccozza (vera, non un terzo attrezzo piccolo), immaginate cosa succederebbe oggi dopo un evento del genere: sarebbe una fiera di messaggi sui social, richieste di danni per il rischio della vita corso ecc.

Incubo da recall che non ferma però la voglia di innovare: tutto parte da una ricerca sempre più accurata di nuovi materiali, magari utilizzati per altri scopi in campi completamente differenti, si stabiliscono ormai sempre dei target di peso, si ascoltano pareri e tendenze anche dalla moda, si cerca di trovare qualcosa che fa scoccare la scintilla. Spesso si cerca nel proprio vissuto e nella propria esperienza cosa era stato già fatto nel passato, perché spesso gallina vecchia nasconde l’uovo giusto.

E talvolta tutto rimane sostanzialmente uguale per anni fino a quando qualcuno arriva all’ISPO con il prodotto geniale.

Oggi il rischio per le aziende è in aumento per l’esasperata ricerca di prodotti sempre più leggeri, sempre più performanti, sempre più tecnologicamente sofisticati. Spesso dimenticando che le soluzioni proposte erano già state adottate nei decenni passati, mostrando i loro difetti che in alcuni casi sono oggi superati, ad esempio per i manici in carbonio o per i ramponi in lega leggera, mentre in altri casi sono ancora malati delle vecchie problematiche, ad esempio le viti da ghiaccio in lega con punta in acciaio. Il primo prodotto con questa tecnologia mista era stato inventato da Jeff Lowe, più di 30 anni fa, e ne rimane molto difficile la realizzazione anche perché nel ghiaccio sono presenti sali minerali (per quanto in poche quantità: non è acqua distillata), che rendono possibili processi corrosivi creati da correnti di tipo galvanico, ma questo non vuol dire che non si possono esplorare queste soluzioni.

Il titanio è stato anche molto utilizzato, ma poi ci si è resi conto che, a parte il costo elevato, perde rapidamente il filo delle frese per penetrare nel ghiaccio, come del resto l’acciaio inox che non si ossida, rimane splendente, ma non è sufficientemente resistente (durezza inferiore) e allora caccia alle leghe!

INNOVARE, INNOVARE!

Vediamo nelle prossime puntate sull’ISPO cosa propongono le aziende per il prossimo inverno.

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