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Messner: ecco il film sul fratello Gunther

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BERLINO, Germania — L’anno prossimo saranno passati esattamente 40 anni da quando Gunther Messner morì travolto da una valanga sul Nanga Parbat. E ora che è trascorso così tanto tempo, ora che il suo corpo è riemerso dalla neve a scagionare il celebre fratello Reinhold, è tempo di ricordare. Non per dimostrare torti e ragioni, ma solo per raccontare quella terribile vicenda. Esce dunque nel 2010 il film su uno dei casi più discussi nella storia dell’alpinismo: "Nanga Parbat".

Le riprese erano già iniziate l’anno scorso, nella seconda metà di agosto, quando Reinhold Messner era stato visto sorvolare la montagna con la troupe cinematografica. Ma il regista di "Nanga Parbat", il tedesco Joseph Vilsmaier, spiega che in realtà l’idea di portare la "montagna dei tedeschi" sul grande schermo era nata già nel 2004, anche se poi la realizzazione è slittata a questi mesi.
 
Tante cose del resto sono successe dal 2004 ad oggi. Prima di tutto il ritrovamento dei resti di Gunther Messner ai piedi della parete Diamir del Nanga Parbat. Un ritrovamento che è valso come un definitivo affrancamento del celebre "re degli ottomila" dalle accuse di aver abbandonato il fratello a morire sulla montagna.
 
Nel 1970 infatti, Gunther Messner, dopo aver conquistato insieme al fratello Reinhold la cima, per la prima volta salendo dalla parete Rupal in stile alpino e senza ossigeno, morì durante la discesa dal versante ovest. Una valanga se lo portò via. Questa versione però poté essere confermata solo nell’agosto 2005 quando fu ritrovata la salma.
 
Ma questo episodio nel film non ci sarà. La narrazione infatti partità dagli anni ’50, cogliendo sul nascere la passione per le montagne e le pareti dei due fratelli altoatesini, e si concluderà con la discesa al campo base del Nanga Parbat di Reinhold, solo senza il fratello.
 
Evidentemente una scelta precisa del regista, confermata dalle parole di Messner. "Questa storia è ormai chiusa – ha detto infatti l’alpinista lunedì alla stampa berlinese -. Il film non è stato girato per dimostrare che dicevo la verità. Non mi aspettavo poi che le persone che mi hanno accusato si scusassero con me. Ho sempre saputo dove avremmo ritrovato i resti del cadavere di mio fratello".
 
"Quello che è interessante nel film – ha aggiunto Messner – sono le dinamiche psicologiche sottese ai rapporti tra le persone, tra fratello maggiore e minore. E’ una storia di rivalità, di vita e di morte, e poi di responsabilità. In realtà potrebbe essere ambientata ovunque".
 
Il film di Vilsmaier, per il quale Messner ha lavorato come consulente, è costato 7 milioni di euro e ha come sponsor la Bmw e la Salewa, che ha ricostruito tende e materiali usati negli anni ’70 dai fratelli di Bressanone. Al Nanga Parbat sono state realizzate circa 3 ore di riprese, per un totale di 9.000 metri di pellicola. Ora la troupe girerà il rimanente sulle Alpi austriache e sull’Ortles.
 
La parte di Reinhold Messner sarà interpretata da Florian Stetter, mentre Volker Bruch sarà Günther, Karl Markovics Herrligkoffer, capo della spedizione al Nanga Parbat, e Lena Stolze la madre dei Messner.
 
Il film insomma, promette di fare il tutto esaurito al botteghino. Non solo perchè il Nanga Parbat è tornato tristemente alle cronache dopo la tragica scomparsa di Karl Unterkircher nel luglio scorso. Ma anche perchè racconta per la prima volta al grande pubblico una delle vicende più discusse e dolorose della storia dell’alpinismo, che ha coinvolto niente meno che l’alpinista più famoso al mondo.
 
 
Valentina d’Angella

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