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Eiger, recuperato il corpo dell'alpinista

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GRINDELWAND, Svizzera — E’ stato recuperato il corpo del secondo alpinista morto di freddo sull’Eiger. Il giovane, un 21enne a quanto sembra, coetaneo del compagno di cordata, era rimasto bloccato sul versante ovest a quota 3.800 metri circa una settimana fa, ma prima di ieri pomeriggio i soccorritori non avevano potuto raggiungerlo a causa del maltempo.

La notizia è stata diramata ieri sera dalla polizia cantonale bernese. In realtà il tempo si è mantenuto brutto ancora ieri, ma nonostante questo i soccorritori sono riusciti a recuperare il corpo senza vita del secondo alpinista morto assiderato sull’Eiger la settimana scorsa.
 
La vittima è un giovane di 21 anni, coetaneao dell’altro apinista compagno di cordata, la cui salma era già stata recuperata giovedì. I due erano saliti sulla montagna domenica scorsa 22 marzo, arrivando in vetta dalla nord lunedì. Poi però durante la discesa erano stati sorpresi dalla bufera e rimasti bloccati a quota 3800 metri sul versante ovest.
 
Le operazioni di soccorso, a cui hanno partecipato anche un elicottero di Air-Glaciers e una squadra di soccorso del Club alpino svizzero di Lauterbrunnen, sono state coordinate da Kurt Amacher capo della stazione di soccorso di Grindelwald.
 
Amacher, 60 anni di cui 37 nel soccorso alpino svizzero, ha dichiarato che è stato fatto tutto il possibile per cercare di salvare i due alpinisti. Ma il maltempo ha reso impossibile raggiungerli in fretta, nè via terra nè via aerea in elicottero.
 
"Non è facile da accettare – ha detto Amacher -, soprattutto per i soccorritori che erano sul posto, a poche decine di metri dalla tragedia. Questi uomini hanno combattuto tutti i giorni contro gli elementi, su metri e metri di neve, superando anche i propri limiti. Durante la notte, sono quasi morti dalla fatica e ciò nonostante non sono riusciti a salvare nessuno. E alla  frustrazione si aggiunge il peso di dover comunicare la cattiva notizia ai loro cari".
 
"E’ fondamentale che gli alpinisti che vogliono scalare l’Eiger – ha concluso Amacher – chiedano informazioni sulle condizioni della montagna, relative al meteo, alla salita, e alle trappole da evitare in cui possono incorrere nella scalata. Ad oggi solo uno su dieci ci contatta prima di attaccare la parete".
 
 
Valentina d’Angella
 

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