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Archeologia: l'ultima cena di Oetzi

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BOLZANO — Lo stomaco di Oetzi è ancora pieno, il che vuol dire che poco prima di morire mangiò un ultimo pasto. Nuovi dettagli sugli ultimi momenti di vita della mummia del Similaun emergono alla conclusione del "Bolzano Mummy Congress", il meeting internazionale conclusosi sabato scorso nel capoluogo altoatesino.

Questo settembre saranno 18 anni da quando Oetzi è stato ritrovato sul ghiacciaio di Similuan, al confine fra Italia e la Valle del Tirolo Austriaco. La mummia conservata dai ghiacci per circa 5.300 anni, pesava 15 chili, era lunga 1 metro e 60 centimetri, e aveva accanto a sè i resti di scarpe, mantello, faretra, pantaloni. Oltre che un’ascia di complessa articolazione, fondamentale per risalire alla datazione del reperto archeologico.
 
Da allora ad oggi tantissimi sono stati gli studi svolti sull’uomo del Similaun nel laboratorio di ricerca del Museo Archeologico di Bolzano, e molto è stato ricostruito della vita di questo uomo dell’Età del Rame. L’ultimo dato è stato rivelato proprio la scorsa settimana, durante il "Bolzano Mummy Congress".
 
I radiologi bolzanini Paul Gostner, Patrizia Pernter e Gian Pietro Bonatti hanno annunciato che lo stomaco di Oetzi è ancora pieno, il che vuol dire che l’uomo consumò un ultimo pasto pocho prima di morire. Un nuovo filone di ricerca dunque si apre all’orizzonte dei ricercatori, e potrebbe portare a nuove interessanti informazioni sulla vita degli uomini di 5000 anni fa.
 
 
Valentina d’Angella

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