Alta montagna Mountainbike/Bici da Strada

Bicicletta Scalpel SE2 

Cannondale

Bicicletta Cannondale Scalpel SE2 

Dove l’abbiamo provata:

Queyras / Ubaye (Alpi Francesi): Valle Stura di Demonte (Alpi Marittime – CN): Riviera Ligure (SV)

Durata della prova:

Un mese: otto uscite di preparazione e tre itinerari di cicloalpinismo in alta montagna.

Condizioni meteo:

Meteo prevalentemente sereno con qualche velatura in alta quota. Temperature tra gli 0 e i +35°

Condizioni tecniche:

Brevi avvicinamenti su strade bianche poi sentieri molto tecnici di montagna con pendenze fino al 25%, quota massima raggiunta 3.303 m.

Attività d’utilizzo:

Ciclo-escursionismo e tre uscite di Ciclo-alpinismo su itinerari impegnativi.

Aspetti tecnici da evidenziare.

Telaio: Full Suspended in Carbonio (Tg M), escursione posteriore 120 mm

Ammortizzatore posteriore: RockShox SIDLuxe

Forcella: RockShox SID Select, 120 mm

Trasmissione: 1×12 Sram SX Eagle ( Truvativ stylo 34T – Sram NX 11/50)

Freni: a disco Shimano MT500 da 180/160 mm

Reggisella: Cannondale DownLow Dropper da 125 mm (escursione variabile a seconda della taglia della bici)

Ruote: Stan’s NoTubes Crest S1, 32h, TR su mozzi Shimano Deore F(15×110) R(12×148)

Pneumatici: Front – Maxxis Ardent EXO TR 29×2.35″, Rear – Maxxis Recon EXO TR 29×2.25)

Com’è andata la nostra prova:

Ero molto curioso di provare la nuova Cannondale Scalpel 2021 che per gli amanti delle “ruote grasse” non ha certo bisogno di presentazioni: caratteristica principale quella di essere una mountain bike full suspended con un’impronta “racing” tanto da essere un punto di riferimento per le bici da Cross Country, fin dall’esordio del 2001.

Nel 2021 Cannondale la lanciato sul mercato una versione nuova, ripensando il design: al modello classico con escursione 100 mm (anteriore/posteriore), dedicato ai biker più inclini alle competizioni, ha affiancato una versione SE con escursione maggiorata a 120 mm (anteriore/posteriore) che rende più versatile la bici ampliandone il campo di utilizzo. Ed è proprio questo modello che ho provato, con l’allestimento denominato SE2 verniciato di un bell’arancio “brillantinato” di grande effetto.

La bici supera di poco i 12 kg e utilizza un cinematismo brevettato denominato Flex Pivot: un sistema rivoluzionario che si ispira al classico quadrilatero del giunto Horst, ma senza i cuscinetti sui foderi inferiori, sostituiti da piastre in carbonio brevettate. Queste, nel punto di flessione dell’Horst Link, permettono il movimento anche in assenza del classico perno su cuscinetti con un risparmio consistente di peso.

Ho fatto un primo “assaggio” per prendere confidenza col mezzo su scorrevoli e giocosi sentieri liguri: fin da subito il telaio della Scalpel mi ha sorpreso per la sensibilità del sistema di ammortizzazione posteriore che assorbe le asperità del terreno senza inficiare sulla reattività della bici. Queste caratteristiche, abbinate al peso ridotto per una full 29 con 120 mm di escursione, fanno della Scalpel un vero mezzo da salita. Anche in discesa su single track scorrevoli la bici è divertente e maneggevole: forcella, freni e gli altri componenti della bici non hanno mostrato limiti.

Viste le favorevoli impressioni che ho avuto dalla Scalpel sui terreni per i quali è stata progettata, ho deciso di alzare l’asticella e sottoporla a una prova più impegnativa su un terreno non consueto per il biker medio. Tre uscite in alta montagna, tra cui la vetta del Bric Froid (o Punta Ramiere) alta 3.303 metri, sullo spartiacque italo/francese: pieno “cicloalpinismo”, specialità non agonistica dove il fine è quello di vivere la montagna su due ruote, conquistare vette e inanellare itinerari esplorando posti incredibili in alta quota. Le salite sono spesso dure ai limiti della ciclabilità e spesso occorre procedere con la bici sulle spalle per superare alcune tratti, mentre le discese rappresentano la parte giocosa e la sfida è scendere in sicurezza rimanendo possibilmente sempre in sella alla bici. Normalmente per questo tipo di attività vengono utilizzate bici con escursioni maggiori sia anteriori che posteriori rispetto alla Scalpel.

La prova inizia con un lungo avvicinamento alla vetta attraverso carrozzabili e sentieri ciclabili: circa 1.200 metri di dislivello, con pendenze importanti che spesso superano il 20%. La Scalpel si arrampica bene, con un unico appunto sul rapporto del cambio, un po’ troppo duro da far girare su percorsi con pendenze e dislivelli importanti come questo. Forse una corona anteriore più piccola della 34 denti montata da Cannondale renderebbe la vita più facile alle nostre gambe.

Il giro prosegue con la seconda parte della salita dove si alternano tratti pedalati ad altri dove è necessario caricarsi la bici a spalle: qui ho modo di apprezzare la notevole leggerezza della Scalpel che rispetto alle bici più orientate all’enduro alle quali sono abituato pesa 2 kg in meno…  Niente male!

Una volta in vetta un panorama fantastico e 2.300 metri di dislivello da fare in discesa sono un bel premio che ripaga della fatica fatta. La prima parte della discesa sotto la cima è difficile e ripida, un susseguirsi di tornanti. Una prova davvero dura, dove la Scalpel mostra doti di maneggevolezza, e nei tornanti gira molto bene: sugli ostacoli più alti la forcella da 120 (che ricordo non è stata progettata per un utilizzo così estremo), richiede un lavoro di braccia maggiore rispetto a forcelle con escursioni maggiori, alle quali sono abituato, senza però precludere divertimento e, soprattutto, la riuscita della discesa. Nella seconda parte la discesa diventa più scorrevole e veloce e si confermano le buone impressioni che avevo già avuto sulla bici.

Suggerimenti:

Soltanto i freni Shimano MT500 hanno mostrato qualche limite soprattutto nelle lunghe discese dove ho sentito la mancanza di una regolazione manuale della corsa della leva non presente su questo modello. Personalmente non ho apprezzato le manopole montate da Cannondale, di diametro eccessivo, ma si tratta di un particolare molto soggettivo, decisamente secondario e di facile ed economica sostituzione in base ai gusti personali. Per il resto la Scalpel SE si è comportata molto bene anche al di fuori della sua “comfort zone” con prestazioni che superano le aspettative.

Come opzione di acquisto è disponibile anche il modello Scalpel Carbon SE 1, con componentistica più elevata: una mountain bike cross-country e all-mountain di livello superiore, cacciatrice di trail ad alta velocità.

Highlights:

Telaio leggero BallisTec carbon FlexPivot frame

Forcella New RockShox Sid Ultimate da 120mm

Connettività app Cannondale integrata

Gruppo Shimano XT hydro disc 12 velocità / manovella HollowGram

Ruote HollowGram 25 S in carbonio per tubeless / reggisella telescopico DownLow Cannondale / kit di scorta

Il suo terreno di gioco preferito: sentieri a tutta velocità.

Per cosa è costruita: trail riding al massimo della potenza.

Estremamente performante sui trail: L’attitudine da XC della Scalpel si è evoluta ancora di più grazie a un angolo del tubo sterzo da 67˚ aperto e stabile, integrato con un attacco del manubrio più corto, pneumatici più grandi, un reggisella telescopico e un’escursione maggiore. Se ami sfrecciare sui trail in modo preciso e avendo sempre il controllo, questa è la bicicletta per te. Il telaio full carbon e la nuova sospensione FlexPivot a 4 barre, la rendono una mountain bike leggera e veloce, per andare lontano, e rigida, progettata per il divertimento.

Chi ha recensito il prodotto:

Bobo Santi – Team MTV

cicloalpinismo.com

  • peso 12 kg
  • materiale Telaio: Full Suspended in Carbonio
  • disciplina specifica Cross-country mountain bike
  • caratteristiche extra Ammortizzatore posteriore: RockShox SIDLuxe Forcella: RockShox SID Select, 120 mm Trasmissione: 1×12 Sram SX Eagle ( Truvativ stylo 34T - Sram NX 11/50) Freni: a disco Shimano MT500 da 180/160 mm Reggisella: Cannondale DownLow Dropper da 125 mm (escursione variabile a seconda della taglia della bici) Ruote: Stan's NoTubes Crest S1, 32h, TR su mozzi Shimano Deore F(15×110) R(12×148) Pneumatici: Front - Maxxis Ardent EXO TR 29x2.35
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