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K2: allestito il campo base, materiali già ai piedi dello Sperone Abruzzi

Gli alpinisti della K2 60 years later expedition
Gli alpinisti della K2 60 years later expedition

CAMPO BASE K2, Pakistan – E’ arrivata alle base della grande montagna la carovana del K2 60 years later expedition. Gli alpinisti hanno montato il campo base ieri, 22 giugno, poi hanno raggiunto i piedi dello spigolo che li porterà verso la cima. Hanno installato il campo base avanzato, lasciandovi tutti i materiali.

Smontate le tende, sollevati gli spallacci e caricati nuovamente i cavalli, la spedizione è partita da Concordia per l’ultima tappa verso il campo base. Una tappa breve percorsa con davanti la vetta seminascosta dalle nubi. Arrivati al campo base hanno istallato le tende sulla morena glaciale non lontano dal punto in cui era stato  allestito 10 anni per la spedizione del 50esimo anniversario della salita.

Un lavoro faticoso e complesso che coinvolge portatori con pala e picconi per creare le piazzole, piazzare le tende cambusa i fornelli, gli animali ma anche gli stessi alpinisti per allestire tutto l’apparato energetico con i pannelli fotovoltaici e altro materiale tecnico. Vengono aperti i bidoni, separato il materiale tecnico da quello alpinistico, i viveri dalle corde; tutto il materiale, tende, cavi, fornelli, attrezzi va piazzato tenendo conto degli innumerevoli rivi d’acqua che formano un reticolo sul ghiacciaio. Una tenda apposita è stata allestita per ospitare la tecnologia che permette di ricevere per esempio le immagini dal campo base.

Un lavoro fatto in fretta dai portatori che dopo aver dormito protetti da un telo di nylon sotto una fitta nevicata, percorso con scarpette di plastica, qualche volta privi di calze, l’ultima tappa e allestito il campo hanno atteso la mancia per poi ripartire di corsa verso valle. In due giorni saranno nuovamente ad Askole per trasportare il carico di un nuovo gruppo.

Ieri i carichi di materiali alpinistico sono stati già trasportati al campo base avanzato, dove sono state allestite due tende deposito con dentro le tende di alta quota, i fornelletti, le corde fisse, e tutto il materiale necessario per scalare lo sperone Abruzzi.

Anche queste attività, pur se preparatorie per la scalata vera e propria comportano alcuni rischi.  “Mentre montavamo il base una valanga enorme si e staccata dalla via Cesen e ha attraversato tutto il ghiacciaio dove passa la traccia per l’avanzato – ci racconta Michele Cucchi. Ha scaricato quindi si è potuto raggiungere con più tranquillità i piedi dello Sperone anche se sotto una leggera nevicata che continua a cadere. Nel ghiaccio hanno trovato uno scarpone d’alta quota con il piede ancora dentro. Stiamo testando le radio WT, lo slang tipico roger …over….  è questa volta ‘contaminato’ dal Balti, ‘don shoss’, ‘Tike Tike’ che vuol dire va bene!”. Chiediamo a Michele quali sono i pensieri di questi giorni. “Penso a questi anni che mi hanno visto coinvolto nel progetto del Concordia Rescue team. Per me è da li che parte tutto. Insegnare quello che ho imparato sul soccorso anche qui è stato per me fondamentale. Ora voglio dare supporto agli otto amici pakistani per raggiungere la cima della loro montagna. È un’esperienza che cambierà la vita a loro come a me. Se ci saranno le condizioni tenterò anche io la vetta, ma prima di tutto sono qui per loro”.

Prima del calar del sole uno yak viene abbattuto, la scena è catturata da Matteo Zanga che insieme a Paolo Aralla e a Daniele Moretti di Sky stanno lavorando senza sosta per raccontare anche questa fase della spedizione. Lo yak sarà la riserva di carne stoccata al campo base per tutti.

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