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Mauro Corona vince il premio Bancarella per "La fine del Mondo Storto"

Mauro Corona
Mauro Corona

PONTREMOLI, Massa e Carrara — Mauro Corona ha vinto la 59esima edizione del Premio Bancarella. Il riconoscimento letterario assegnato dai librai e dai bancarellai di libri è stato assegnato domenica sera all’alpinista, scultore e scrittore di Erto per “La fine del Mondo Storto”. Il romanzo racconta di un mondo irreale – seppure possibile – in cui carbone, petrolio e energia non esistono più. “È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie. Gli uomini si guardano l’un l’altro, hanno occhi smarriti e il terrore stringe i loro cuori. E ora come faranno?”.

Alla fine ha vinto Corona, ha vinto un romanzo dalle tinte cupe e austere che traccia i contorni di una realtà degradata, impoverita e rovinata, ovvero la nostra portata agli estremi. Un mondo “storto” per l’appunto. Il “padre-autore” presenta gli uomini nel momento in cui aprono gli occhi e si accorgono che il benessere conquistato, i loro oggetti meravigliosi e la tecnologia più all’avanguardia sono inutili rispetto ai bisogni primari. Circondati dal superfluo e privi del necessario, intuiscono che l’unica salvezza possibile è racchiusa nel sapere dei loro avi, una conoscenza ormai perduta, che pure rispettava la natura e dal lei dipendeva.

La fine del mondo storto - copertina
La fine del mondo storto - copertina

Il libro del celebre alpinista scrittore, pubblicato nel 2010 da Mondadori,  si è imposto sugli altri 5 finalisti raccogliendo 75 voti su 189. Ha superato di gran lunga “Non chiedere perché”, 45 voti, del giornalista Franco Di Mare, arrivato secondo e “Dictator. Il trionfo di Cesare” di Andrea Frediani 28 voti, terzo sul podio.

“La fine del Mondo Storto” ha vinto poi su “Lepanto” di Alessandro Barbero, arrivato quarto con 19 voti, su “Il romanzo dei Mille” di Claudio Fracassi che ha totalizzato 16 voti, e infine su “A piccoli colpi di remo” di Alberto Cavanna, che ha preso 6 voti.

Presidente della giuria 2011 a Pontremoli era lo scrittore Gianrico Carofiglio, che ha vinto il premio Bancarella nel 2005 con il volume “Il passato è una terra straniera”. Si è trattata di un’edizione tutta maschile e tutta italiana, senza donne né nomi internazionali.

 

 

Titolo: La fine del mondo storto
Autore: Mauro Corona
Casa editrice: Mondadori
Pp. 168
Prezzo: 18 euro

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7 Commenti

  1. “gli uomini nel momento in cui aprono gli occhi e si accorgono che il benessere conquistato, i loro oggetti meravigliosi e la tecnologia più all’avanguardia sono inutili rispetto ai bisogni primari. Circondati dal superfluo e privi del necessario, intuiscono che l’unica salvezza possibile è racchiusa nel sapere dei loro avi, una conoscenza ormai perduta, che pure rispettava la natura e dal lei dipendeva”

    Più chiaro di così! Aggiungerei anche, distratto da molteplici bisogni creati dal consumismo di massa.

  2. non ho letto gli altri in concorso, ma a mio parere questo libro non merita affatto un premio: una grossa delusione da Corona, i cui altri libri mi sono piaciuti molto, ma questo l’ho trovato scritto male, estremamente scarno e ripetitivo. Peccato perchè l’idea di partenza era bella.

  3. Nell’intervista del TG2 Mauro Corona è stato perfetto nel dare il giudizio sul suo libro.”Non era un libro da premiare anche perchè forse è il peggior libro che abbia scritto”.Sull’onestà intellettuale di Mauro Corona non ci sono dubbi e,avendo io letto tutti i suoi libri,condivido perfettamente il suo giudizio,ma forse la giuria ha voluto proprio premiare la “durezza” e la “cattiveria” di “La fine del mondo storto” affinchè non si faccia più gli struzzi ma si abbia il coraggio di guardare la realtà nuda e cruda quale essa è.
    Bravo Mauro e complimenti.

  4. Non c’è da aggiungere molto. Come dice anche lui: “…la classe non è acqua…” e per l’ertano sappiamo tutti cosa voglia dire …acqua!!!
    Mauro sei sempre avanti….il nostro capocordata.

  5. Non capirò mai la critica. Ho letto tutti i libri di Corona, e questo è decisamente il piu brutto. Lontano un abisso da “L’ombra del bastone” e degli altri

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