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Un bivacco al museo: dal Cimon della Pala a Trento

Il Bivacco Fiamme Gialle, per quasi sessant’anni sullo Spallone del Cimon della Pala e recentemente sostituito da una struttura più moderna, da due giorni arricchisce la collezione del MUSE di Trento

Tutti gli avventori del Museo delle Scienze di Trento che lunedì scorso erano impegnati a visitarne le sale saranno stati distratti da un evento fuori dal comune: un bivacco, volume complessivo di 21 m³, intento a volare, sospeso in aria grazie ad una gru, verso la terrazza panoramica della struttura museale. Ma anche verso un futuro che lo vedrà far parte degli allestimenti permanenti dedicati al rapporto fra natura, scienza e società. Un destino del tutto simile a quello toccato, nel 2019, al bivacco Günther Messner in Val di Vizze, che era stato temporaneamente traslato alla 58esima Biennale di Venezia.

«L’acquisizione di questo bivacco, grazie all’accordo con la Sezione CAI Fiamme Gialle e la Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo rappresenta per noi un importante passo verso il nuovo percorso espositivo permanente. – spiega Massimo Bernardi, direttore del MUSE – Dal punto di vista del nostro Museo delle Scienze, il bivacco, generalmente inteso, si configura come un importante avamposto, grazie al quale gli esseri umani sono riusciti a sopravvivere in luoghi tipicamente non ospitali per la vita della nostra specie».
Per certi versi, la storia stessa dei bivacchi in generale – e del Fiamme Gialle in particolare – lo ricorda. Il progetto della sua costruzione era infatti nato attorno agli anni Venti del secolo scorso, promosso in prima battuta dal CAAI – Club Alpino Accademico Italiano, i cui membri volevano far fronte all’esigenza di poter contare su una struttura minima, seppur incustodita, che offrisse riparo in una zona remota, dove non era economicamente sostenibile costruire un rifugio vero e proprio. L’idea rimase “in ballo” per alcuni decenni e finalmente nel 1967 il bivacco Fiamme Gialle venne dapprima costruito, per poi essere collocato in sede – i 3.005 metri dello Spallone del Cimon della Pala – l’anno successivo.

«Questo bivacco ha dunque esattamente la mia età – ha commentato l’assessore al turismo della Provincia Autonoma di Trento, Roberto Failoni – ed è facile pensare a quante persone, in tutti questi anni, può avere accolto». «Ma anche a quante altre, grazie a questa iniziativa, potranno ancora passarvi accanto e visitarlo, seppur in un’altra collocazione» ha aggiunto Francesca Gerosa, assessore alla cultura. Il bivacco verrà infatti allestito come in quota, con le otto brande e le coperte originali, in modo da mostrarlo al pubblico nella sua esatta configurazione.

«Una valorizzazione museale che ci rende orgogliosi» ha dichiarato il colonnello della Guardia di Finanza Sergio Lancerin, presente al nuovo “insediamento” del bivacco assieme a Gabriele Tisi, membro non solo del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, più precisamente del Corso Addestramento Alpino di Passo Rolle, ma anche della commissione giudicatrice del bando per la messa a punto del nuovo bivacco. «Fin dalla sua prima collocazione – ha proseguito Lancerin – il bivacco Fiamme Gialle ha costituito un esempio concreto dello stretto legame fra formazione militare alpina, cultura del soccorso alpino e alpinismo civile». Si tratta infatti di un presidio importante per la Guardia di Finanza. In prima battuta perché il Soccorso Alpino del corpo vi ha svolto in tutti questi anni importanti attività formative. Ma soprattutto perché proprio la gestione del bivacco stesso è da sempre affidata alla Sezione Fiamme Gialle del CAI, di cui il colonnello Lancerin è inoltre presidente.

A tal proposito, nelle scorse settimane, al posto della struttura più vetusta da oggi ospitata al MUSE, è stato collocato un nuovo bivacco, in seno all’ampio progetto di riqualificazione voluto proprio dalla Sezione Fiamme Gialle del CAI, che prevede anche il rifacimento dei bivacchi Renato Reali nelle Pale di San Martino e Aldo Moro in Lagorai.

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