Ambiente

Dove l’intelligenza artificiale aiuta la convivenza tra uomini e orsi

Si chiama Wadas - Wild Animal Detection and Alert System - il progetto già avviato nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per ridurre i conflitti uomo-fauna. Per la sicurezza di tutti

L’Abruzzo è anche la terra degli orsi e dei lupi oggi più che mai chiamati a fare i conti con la presenza umana. La convivenza non è mai stata semplice: strade che tagliano i corridoi ecologici, centri abitati vicini alle aree protette, incidenti stradali che ogni anno mettono a rischio animali e automobilisti.

Ora, però, una nuova tecnologia potrebbe cambiare radicalmente il futuro di questa coabitazione: si chiama WADAS – acronimo di Wild Animal Detection and Alert System – ed è il primo sistema di intelligenza artificiale capace di rilevare in tempo reale la presenza di animali selvatici, identificarne la specie e avvisare immediatamente gli operatori in caso di potenziale pericolo.

Nato nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) grazie alla collaborazione con l’Università dell’Aquila e l’associazione Salviamo l’Orso, WADAS è un progetto ambizioso, open source e già testato sul campo, reso possibile dal supporto tecnologico di Intel e Reolink.

 

Un alleato invisibile tra i boschi

Il cuore del sistema è costituito da una rete di telecamere Reolink Go Ranger PT, posizionate in punti strategici del parco. Sono dispositivi discreti, progettati per “vedere senza disturbare”: dotati di visione notturna discreta, grazie a LED infrarossi invisibili sia agli animali che all’uomo, e di una risoluzione 4K capace di restituire immagini nitidissime anche al buio.

A elaborare i dati raccolti ci pensano computer equipaggiati con i nuovi processori Intel Core Ultra serie 200V, progettati per applicazioni AI in aree remote. Integrano CPU, GPU e NPU in grado di gestire carichi elevatissimi con un consumo ridotto, arrivando a 120 TOPS di potenza di calcolo e fino a 20 ore di autonomia. Questo permette al sistema di funzionare in autonomia, senza dover inviare continuamente dati a server esterni energivori e costosi. Il risultato? Un’elaborazione locale, rapida e precisa, che consente di raggiungere un’accuratezza del 97,4% nel riconoscimento delle specie.

L’obiettivo del progetto

L’obiettivo principale di WADAS è chiaro: ridurre i conflitti uomo-fauna. Le prime vittime dei rischi legati alla convivenza sono gli orsi bruni marsicani, una sottospecie endemica dell’Appennino centrale con poco più di 60 individui stimati in natura. Gli incidenti stradali sono una delle principali cause di mortalità, come ricorda Stefano Orlandini, presidente di Salviamo l’Orso: “La mitigazione del rischio stradale è stata una delle prime motivazioni che ci hanno spinti a cercare soluzioni innovative. Ogni orso perso sulle strade è una ferita irreparabile per la specie”.

Con WADAS, invece, è possibile individuare un animale che si avvicina a un centro abitato o a una strada e avvisare in tempo reale la Guardia Forestale o gli operatori del parco. Nei futuri sviluppi si punta a collegare il sistema a segnali stradali luminosi intelligenti o addirittura a mangiatoie smart che possano distrarre gli animali e tenerli lontani dai centri urbani. “Nel contempo – spiega Stefano Dell’Osa, responsabile del progetto WADAS – abbiamo completato alcune funzionalità aggiuntive, come la cifratura dei modelli per consentirne la distribuzione gratuita ma controllata, e la cosiddetta modalità tunnel mode che segnala la presenza di animali all’interno di gallerie o viadotti. Attualmente stiamo anche lavorando alla realizzazione e sperimentazione dei primi attuatori, e presto dovremmo rendere pubblici i risultati di questi sforzi”. Dietro i numeri, però, c’è una filosofia precisa: usare la tecnologia senza disturbare la natura. Come sottolinea Luciano Sammarone, direttore del PNALM: “La tecnologia, se usata con intelligenza e sensibilità, consente di monitorare la fauna riducendo al minimo il disturbo”.

 

Un modello replicabile

Un altro aspetto che rende WADAS unico è la sua natura open source. Non è un prodotto commerciale, ma un modello condiviso, che può essere migliorato e adattato da enti, università, ONG e ricercatori in tutto il mondo. Questo significa che quanto sperimentato oggi nei boschi d’Abruzzo potrà presto trovare applicazione anche in altre aree protette italiane ed europee: “WADAS nasce in Abruzzo, ma non si ferma qui – ribadisce Dell’Osa –. Si tratta, infatti, di un sistema replicabile ovunque ci sia la necessità di ridurre i conflitti tra uomini e animali”.

Se spesso l’intelligenza artificiale viene raccontata come una tecnologia che minaccia i posti di lavoro o invade la privacy, WADAS mostra il suo volto migliore: quello di uno strumento al servizio della biodiversità. Così, tra boschi e valloni, l’Abruzzo diventa laboratorio di un futuro in cui tecnologia e natura non sono nemiche, ma alleate per la sopravvivenza.

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