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Gran Sasso, come salire adesso sul Corno Grande e tornare a casa indenni

A fine giugno in pianura e in città fa già caldo, ma per salire ai 2912 della vetta del Gran Sasso si devono ancora affrontare dei ripidi nevai. I nostri suggerimenti per evitare incidenti su una vetta che troppi sottovalutano

Nei giorni scorsi, i comunicati del Soccorso Alpino abruzzese sembravano un bollettino di guerra. Ne citiamo uno solo, molto utile per far capire il problema. “Si sono da poco concluse le operazioni di recupero di un escursionista scivolato su una lingua di neve nei pressi del Passo del Cannone”, scriveva venerdì 20 giugno l’addetto stampa del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo. “L’uomo, che ha riportato traumi multipli, indossava calzature non adeguate al contesto montano”.

Dopo aver raccontato l’intervento realizzato con la consueta perizia dal SASA (avvicinamento dell’elicottero nonostante le nuvole, verifica delle condizioni dell’infortunato, sistemazione nella barella), il comunicato spiega che l’uomo, “recuperato sull’elicottero, è stato trasferito all’ospedale dell’Aquila per gli accertamenti sanitari del caso”. E si conclude con un’esortazione importante.

“Il Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo segnala che, nonostante le temperature elevate nelle aree urbane, in quota sono ancora presenti lingue di neve insidiose: è fondamentale affrontare ogni escursione con equipaggiamento adeguato e un’attenta pianificazione”.

Nei giorni precedenti, solo sul Corno Grande, sono stati recuperati altri escursionisti in difficoltà. Alcuni hanno chiamato il Soccorso prima di tentare una discesa pericolosa, altri dopo essere scivolati senza conseguenze gravi. Nelle settimane precedenti, tra maggio e giugno, interventi di soccorso di questo tipo si erano svolti su altre cime importanti dell’Appennino, dal Monte Prena sul Gran Sasso e dal Monte Focalone della Maiella fino al Pizzo Cafornia e al Velino.

Succede tutti gli anni, e quest’anno sembra essere andata bene. Gli scivoloni sugli ultimi, ripidi pendii di neve primaverile intorno alle cime più alte dell’Abruzzo hanno avuto più volte delle conseguenze mortali. Ricordiamo che sotto al Passo del Cannone, e al pendio (di roccette e ghiaie in estate) percorso dall’ultimo tratto della via normale, precipita una fascia rocciosa alta un centinaio di metri, traversata dalla Ferrata dei Ginepri. Volare giù da lì non lascia scampo.

A giugno, e di solito fino al 10-15 luglio, il Corno Grande del Gran Sasso si rivela spesso una “trappola perfetta” per gli escursionisti impreparati. In città fa molto caldo, e l’afa rende spesso faticose anche le escursioni sui massicci meno elevati dell’Appennino. Dall’albergo di Campo Imperatore, che è a sud del Corno Grande, la vetta e i suoi pendii sembrano asciutti. Chi guarda dal versante teramano, percorso dalla via normale da nord, vede neve dall’aspetto innocuo intorno al rifugio Franchetti.

Ma le cose non stanno così. La frequentatissima via normale da Campo Imperatore, dopo aver scavalcato la Sella di Monte Aquila e la Sella del Brecciaio, passa sul versante settentrionale, dove un nevaio molto ripido resiste fino alle prime settimane di luglio. Si può salire più a destra, per la cresta Ovest che comprende passi di II grado e tratti esposti, e che poi occorre ripercorrere in discesa.

Dal versante teramano è peggio. Chi sale toccando il rifugio Franchetti, nell’ultimo tratto, deve affrontare lo stesso ripido nevaio che attende chi arriva da Campo Imperatore. Prima, intorno al Passo del Cannone, il sentiero traversa dei pendii rocciosi ancor più ripidi, dove due anni fa è stata installata una brevissima via ferrata. Se i cavi sono nascosti dalla neve, però, il terreno diventa alpinistico.

Dal versante aquilano, nelle settimane tra la primavera e l’estate, è già percorribile la Direttissima, la “normale alpinistica” del Corno Grande, con due passaggi al limite tra il II e il III grado. Dalla cima, però, quando la vera via normale è ancora innevata, occorre scendere per la cresta Ovest o per la via di salita.

Dai Prati di Tivo, sul versante teramano, fino ai primi di giugno, escursionisti bene equipaggiati e alpinisti possono arrivare sui 2912 metri della cima risalendo il ghiacciaio del Calderone. Un percorso magnifico dal punto di vista ambientale, con pendenze non eccessive (fino ai 30°, che diventano 35° all’uscita), ma che richiede l’uso della piccozza e dai ramponi. Strumenti di cui, purtroppo, gli escursionisti improvvisati ignorano completamente l’uso.

Ricordiamo che anche in piena estate, sui sentieri del Corno Grande, occorre calzare degli scarponi alti, con una buona suola e in grado di proteggere il piede. Fondamentali una scorta d’acqua e una protezione dal sole, ma anche un pile, una giacca a vento, un paio di guanti e un berretto di lana in caso di cambiamento del meteo.

Sarebbe bello se il Centro Turistico del Gran Sasso o il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si dotassero di un ufficio informazioni in grado di dare il “via libera” dopo lo scioglimento della neve. In mancanza, occorre telefonare ai rifugi Duca degli Abruzzi 0862.19561479, 347.5255250) e Franchetti (0861.1725662, 333.2324474 – no Whatsapp!), sui cui gestori ricade il compito di informare e presidiare il territorio.

Finché c’è neve, anche gli inesperti possono salire a 2912 metri di quota rivolgendosi a una delle ottime guide alpine dell’Abruzzo e delle regioni vicine. Il Corno Grande prima dell’arrivo della folla estiva richiede attenzione ma è più bello.

Ecco, in sintesi, qualche consiglio sulle vie del Corno Grande accessibili agli escursionisti:

Via normale da Campo Imperatore
Senza neve è un percorso EE, senza difficoltà tecniche, ma con il pericolo di caduta sassi a causa della folla. E’ bene indossare il casco. Fino a luglio inoltrato il pendio finale è innevato e da evitare.

Via normale dai Prati di Tivo
Alle difficoltà da superare se si parte da Campo Imperatore (il pendio finale è lo stesso) si aggiunge la breve ferrata del Passo del Cannone (EEA, per passare in sicurezza occorre il kit da ferrata), anch’essa innevata fino a luglio. La chiusura della cabinovia dell’Arapietra costringe a partire da Cima Alta, con un dislivello di 1300 metri.

Direttissima e cresta Ovest
Un classico percorso di facile alpinismo da Campo Imperatore, la salita è F+/PD con passaggi di II/III-, la discesa è più facile ma con tratti aerei. Necessari il casco, e uno spezzone di corda per assicurare bambini e inesperti. Le guide recenti che classificano EE la Direttissima sono fuorvianti e pericolose.

Il ghiacciaio del Calderone
Fino a fine giugno, offre il percorso più consigliato per salire dai Prati di Tivo al Corno Grande. PD-, pendenze intorno ai 30° anche tra il rifugio Franchetti e il ghiacciaio. A luglio la neve lascia il posto a ghiaccio e insidiose pietraie, ed è bene lasciar perdere.

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