Truffe d’alta quota: sui sentieri di Gressoney arrivano i “furbetti del barattolino”
Anonimi chiedono soldi per la manutenzione degli itinerari lasciando contenitori in cui depositare i contanti. Ma in Valle d’Aosta questo compito è assolto da Comuni e Regione, la richiesta non ha ragione di esistere. L’amareggiato allarme del sindaco Alessandro Girod
La fantasia di chi vuole guadagnare qualche euro senza faticare non ha limiti. Per questo non stupisce più di tanto le notizie che arrivano dalla Valle del Lys, ai piedi del Monte Rosa. Ignoti hanno infatti piazzato lungo alcuni sentieri contenitori accompagnati da un invito a effettuare una donazione a favore della manutenzione dei sentieri. Peccato che in Valle d’Aosta questo compito è assolto dalla Pubblica amministrazione (e non dal CAI o da associazioni di vario tipo) e di conseguenza nessuno pensa di richiedere contributi agli escursionisti.
Il tentativo dei furbetti del barattolino, come sono già stati soprannominati, ha però avuto vita breve. Un’escursionista diretto alle sorgenti del Lys si è infatti insospettito e ha immediatamente avvertito il Comune di Gressoney-La-Trinité.
Questo a sua volta ha subito diramato un avviso di allerta: “Attenzione Escursionisti. Siamo stati informati della presenza di alcuni ‘furbetti’ che, lungo i sentieri, stanno posizionando dei barattoli per la raccolta di offerte per la manutenzione e il taglio dell’erba’”. Peccato che le cose non stiano così. Precisiamo che la manutenzione dei sentieri è gestita dal Comune tramite un appaltatore ufficiale, selezionato tramite bando pubblico e già retribuito per questo servizio. Questi barattoli NON sono autorizzati e sfruttano l’altruismo e la generosità degli escursionisti per scopi non trasparenti. Invitiamo chiunque noti la presenza di tali contenitori a NON contribuire, depositando denaro, e a segnalarne la posizione. Se disponete di ulteriori informazioni, vi chiediamo di comunicarle tempestivamente all’Amministrazione Comunale”.
Stupore e amarezza traspaiono dalle parole di Alessandro Girod, il sindaco di Gressoney-La-Trinité: “Una furbata. Non a caso i contenitori sono stati posizionati in quota e non all’inizio dei sentiero dove ce ne saremmo accorti subito. Dopo la prima segnalazione ce ne sono giunte altre, un barattolo è stato trovato, per esempio, sul sentiero che porta all’Ospizio Sottile”.
Nota di cronaca: l’escursionista che per primo ha segnalato l’indebita questua d’alta quota ha segnalato anche la presenza di contanti nel recipiente. Quando lo stesso è stato rimosso di quegli euro non c’era più traccia: sono stati velocissimi i furbetti a recuperare il bottino, oppure sono stati a loro volta beffati da qualche altro gentiluomo?
Scusate ma trovo scorretto, qui come in molti altri articoli giornalistici, l’uso ripetuto del termine “furbetto/i”, visto che deriva da “furbo” che di per sé ha una connotazione positiva; non sarebbe più indicato, qui come in altri casi (vedi l’evasione fiscale) chiamare le cose col loro nome, visto che i termini appropriati in italiano non mancano? Esempi: ladri, disonesti, truffatori…..