Itinerari

A tu per tu con la Est del Rosa ciaspolando verso il rifugio Zamboni

Escursione facile ma indimenticabile a Macugnaga, proprio ai piedi dell’unica parete himalayana delle Alpi. Con il vicino Lago delle Locce a disposizione dei più allenati

Le forti nevicate di questi giorni riportano d’attualità una delle più spettacolari escursioni con le ciaspole (o con gli sci) dell’arco alpino. Quella che si svolge letteralmente ai piedi della Parete Est del Monte Rosa e porta al Rifugio Zamboni ed, eventualmente, il Lago delle Locce. L’abbondanza di neve, infatti, consente di muoversi con buona sicurezza sulla morena ed è probabile che nei prossimi giorni il percorso venga battuto meccanicamente come spesso accaduto in passato, rendendo l’escursione ancora più agevole.

La Est del Rosa è considerata l’unica parete himalayana delle Alpi, sia dal punto di vista estetico, sia per la sua altezza, la maggiore d’Europa con i suoi 2600 metri di dislivello dalla morena del ghiacciaio del Belvedere sino alla rocciosa Punta Dufour, vetta massima del massiccio. La gita consente quindi di immergersi in un panorama eccezionale e non richiede troppo impegno grazie al dislivello moderato. Inoltre l’itinerario è molto frequentato quindi anche chi si reca in zona per la prima volta può seguire le tracce di skialper e ciaspolatori.

Il crepitio dei suoi bastioni di ghiaccio accompagna l’escursionista amalgamandosi col ritmico fruscio delle ciaspole o delle pelli, mentre nelle ore più calde della giornata non è raro che la “voce” del Belvedere sia resa muta dal sordo boato delle valanghe che, polverose, si frangono dai ghiacciai pensili verso valle, lontane, ma imponenti.

Più avanti nella stagione quando la neve inizierà a scarseggiare e muoversi sulla morena potrebbe essere problematico, si potrà raggiungere la conca dell’Alpe Pedriola dove sorge il rifugio Zamboni seguendo il sentiero estivo. Un’alternativa che può essere sfruttata anche per effettuare il ritorno seguendo un itinerario differente, seppur meno panoramico e più distante dalla Est.

L’itinerario

Partenza: Belvedere (1932 m)
Arrivo: Rifugio Zamboni Zappa (2065 m) / Lago delle Locce (2232 m)
Durata: 1,30 ore al rifugio / 1 ora dal rifugio al lago
Difficoltà: facile; ripida la salita al lago
Dislivello: + 133 m al rifugio / 170 m dal rifugio al lago

Da Pecetto, ultima frazione a monte del caratteristico villaggio Walser di Macugnaga, si prendono 2 rami di seggiovia. Se gli impianti sono chiusi, si sale seguendo il tracciato della pista da sci che da Pecetto porta al Burki, per poi proseguire sino al Belvedere. Sono necessarie circa 1,30/2 ore, superando 574 metri di dislivello. All’arrivo degli impianti è presente il rifugio Wengwald Hutte.

Se la quantità di neve è sufficiente, potrebbe essere battuta, col gatto delle nevi, un’apposita pista che conduce sino al rifugio Zamboni, o poco oltre. Non ci sono deviazioni. In caso di carenza di precipitazioni e temperature  che non hanno consentito la battitura meccanica della traccia ci si muove ricalcando il sentiero estivo (gli scialpinisti, però, rimangono sulla morena più a lungo) . Dall’arrivo della seggiovia, cartelli generalmente visibili anche in inverno, indicano la via per il rifugio Zamboni -Zappa. Si scende subito sul ghiacciaio del Belvedere: vista straordinaria sulla parete Est del Monte Rosa.

Chi sceglie di continuare l’escursione rimanendo sulla morena deve soltanto seguire le tracce battute (meccanicamente o meno) e guadagnare progressivamente dislivello fino al taglio causato da un’antica alluvione che permette di entrare agevolmente nella conca dove sorge il rifugio.

Altrimenti si deve ora raggiungere la ben visibile cresta morenica sulla sinistra (orografica destra), scegliendo il tracciato migliore. Si sale rimontando la stessa, puntando verso il Monte Rosa ricalcando il sentiero estivo. Si scende poi sul lato orografico destro della cresta, proseguendo verso monte. Il pendio è ripido e “tagliato” e richiede molta attenzione, soprattutto con neve dura e ghiacciata. Si prosegue sotto il filo di cresta, per poi scendere brevemente sino alla piana ove si vedono le baite in pietra dell’Alpe Pedriola. Raggiunte le strutture, si sale per pochi metri sino al Rifugio Zamboni Zappa (2065 m); chiuso in inverno, è dotato di ampio locale invernale, sempre aperto.

Imponenti ci sovrastano le quattro cime maggiori del massiccio: Gnifetti (4556 m), Zumstein (4563 m), Dufour (4634 m) e Nordend (4609 m).

Con neve stabile è possibile proseguire sino al Lago delle Locce (2232 m), in circa un’ora o un’ora e mezza, a seconda dello stato della neve. E’ originato direttamente dalla lingua glaciale dell’omonimo ghiacciaio. Si continua quindi verso monte, lasciandosi alle spalle il rifugio, in un pianoro cosparso di grossi massi costeggiando, sulla destra nel senso di marcia, la conoide morenica, sino alla base del pendio che cela il lago.

Si prosegue, salendo verso sinistra, nel senso di marcia, aggirandone la base, per poi deviare verso destra, in ripida salita, sino al pianoro, dove è adagiato il lago. Quest’ultimo tratto è ripido e richiede esperienza e fermezza di piede. Con poca neve, o ghiaccio, possono essere utili i ramponi.
Attenzione! Tenersi lontani dalle falde della parete Est e soprattutto dal lato a monte del lago, solcato da impressionanti valanghe che discendono dal canalone sovrastato dalla Punta Gnifetti e soprattutto dal ghiacciaio delle Locce.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close