Itinerari

Tra i faggi della Val Sorba con vista sul Monte Rosa

Itinerario escursionistico, in una laterale della Valsesia, camminando tra i colori dell’autunno

Lungo la statale della Valsesia, nella sua parte più a monte e verso le cime del Monte Rosa, passa quasi inosservata la deviazione, tra Piode e Campertogno, che conduce nel solco vallivo della Val Sorba. Una strada di montagna, agevole e ben tracciata, fiancheggia le acque del Sorba che si snoda, poco più in basso, tra la folta vegetazione, sino al piccolo borgo di Rassa. E’ uno dei più caratteristici insediamenti della Valsesia, con le case tipiche abbarbicate nei pressi delle sponde del torrente e il peculiare insieme di legno e pietra che definisce l’architettura di zona, con influenze Walser più o meno sfumate e modificate dal tempo e da rarissime tracce di modernità.

Poco dopo le ultime case, a monte, la valle si biforca. Verso destra prende il nome di Val Gronda, mentre il solco vallivo principale mantiene il nome di Val Sorba, uno stretto intaglio dipinto dai colori sgargianti di larici e soprattutto faggi. La valli che dipartono da Rassa, tra l’altro, proprio grazie alla presenza peculiare del bosco di faggio sono riconosciute come “Biotopo di interesse regionale” e “Biotopo di importanza comunitaria”. Tra le unicità della Val Sorba, anche la presenza di alcune specie botaniche come la rara Paeonia Officinalis, unica colonia valsesiana, l’Iris Aphylla e il Rhaponticum Scariosum. Ma questa è un’altra storia, relativa alla stagione primaverile, una scusa per tornare un’altra volta in Val Sorba.

In cammino verso l’Alpe Sorbella

Partenza e arrivo: Rassa (917 m)
Dislivello: + 721 m
Tempo: 4 ore
Difficoltà: E
Periodo: da maggio a novembre

L’autunno è decisamente la stagione ideale per camminare in Val Sorba. Sono molti i percorsi “colorati” dai faggi e dai larici. Punti di interesse, come mete escursionistiche, sono i vecchi alpeggi, testimonianza della storia alpestre della Valsesia, alcuni ancora caricati. In alcuni casi si possono ancora osservare le pertinenze delle baite, come i forni per la calce, indispensabili per la realizzazione delle opere murarie. Dal punto di vista naturalistico, oltre al bosco, è molto interessante l’estetica del torrente, con vari salti e cascatelle. Nella parte finale dell’itinerario, infine, si scorgono anche le cime del Monte Rosa che spuntano dai contrafforti rocciosi più alti della Val Sorba.
Si parcheggia l’auto nel piazzale limitrofo al fiume, sul versante orografico destro. Si cammina verso monte, ignorando sulla destra la deviazione che entra in paese. Si continua, su strada asfaltata e chiusa al traffico, in modesta salita. Si arriva ad un bivio, nei pressi di una casa in pietra e si prosegue in salita lungo la sterrata, delimitata dal bosco di faggio. Si nota, sulla sinistra e leggermente più in basso, il Ristorante Heidi e, poco dopo, l’alpeggio di Sorba, con alcune baite in legno e pietra ristrutturate.
Si continua, sino a una deviazione sulla sinistra, in leggera discesa che conduce ad un ponte in legno. Lo si attraversa e si continua lungo l’ampia carrozzabile, sino ad un bivio. Si lascia una deviazione sulla destra in leggera salita e si prosegue dritto, costeggiando un’altra cascatella, sulla destra. Si sale ora lungo la carrozzabile bianca, sempre circondati da faggi, qualche larice e alcuni sporadici abeti. Alla fine dei ripidi tornanti, si arriva ad una radura con bella vista sulle cime dello spartiacque orografico sinistro della valle. Si prosegue sempre sulla principale, sempre nel bosco, ora prevalentemente di larice, sino a una svolta e a un ampio spiazzo con parecchie baite, ben tenute, in zona panoramica: sono le strutture dell’Alpe Sorbella (1638 m). Dietro la cresta rocciosa, svettano le cime del Monte Rosa. Camminando ancora una ventina di minuti in salita, si raggiunge un punto ancor più panoramico, con vista completa su tutto il versante Valsesiano del Monte Rosa.

Una volta ripercorso in discesa il tragitto dell’andata sino al ponte ove sono presenti i cartelli per l’Alpe Toso e per il Colle del Loo, si consiglia di non ricongiungersi alla carrozzabile, ma di deviare sulla destra e scendere nel bosco di faggi lungo il sentiero che costeggia il fiume in modo da compiere, in parte, un giro ad anello. Si scende passando in alcune belle radure, toccando le zone di Gula Talheinta (1270 m), Cascina Antaiua (1220 m), con un forno per la calce ancora in buono stato, e giungendo al ponte della Prabella (1175 m) dove cartelli indicano varie possibilità, tra cui anche un ulteriore sentiero per l’Alpe Sorbella. Si ignora il ponte e si continua verso fondovalle (cartelli per Rassa e segni su una pietra) sino all’alpeggio di Sorba poi su un sentiero selciato si giunge all’Alpe Campello (1095 m).  Si cammina ancora per un breve tratto di sentiero e si arriva al bivio dell’andata, nei pressi della baita in pietra diroccata e in una ventina di minuti si arriva al parcheggio di Rassa.

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