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Il “bacio” tra Venere e Giove nel cielo delle Dolomiti, i magici scatti di Giorgia Hofer

Lo scorso 22 febbraio, nel cielo notturno, si è assistito a un incontro unico nel suo genere: un allineamento di tre corpi celesti, ovvero il nostro satellite, la Luna, e due Pianeti, Giove e Venere. Uno spettacolo visibile ad occhio nudo, laddove si è avuta la fortuna di non incontrare l’ostacolo delle nubi: dall’alto in basso: una fila ordinata di luci nel buio della notte, con Giove posizionato più in alto sulla verticale, Venere più in basso e la Luna nel mezzo. E se il 22 febbraio ha rappresentato il giorno da segnare in agenda per non perdere il momento dell’allineamento, la magia non è che sia svanita con l’arrivo di una nuova alba. Nei giorni a seguire i tre corpi celesti, in movimento lungo le rispettive orbite, hanno “rotto le righe”, regalando agli sguardi dei piccoli umani intenti ad osservarli da Terra l’impressione che stessero giocando a superarsi vicendevolmente. Venere nel corso di una manciata di giorni ha “raggiunto” Giove, per poi oltrepassarlo. Un incontro fugace, che a voler essere scientificamente corretti, dovremmo definire “congiunzione”, ma peccando di romanticismo, azzardiamo un “bacio” tra Pianeti. E in questa fuga celeste c’è chi si è divertito a sua volta a inseguirli, come la fotografa cadorina Giorgia Hofer, che ha immortalato i due corpi celesti “in viaggio” tra le vette delle Dolomiti.

L’abbiamo raggiunta telefonicamente per farci raccontare questo inseguimento celeste e farci svelare i segreti “nascosti” dietro scatti così nitidi che, all’occhio inesperto (come quello di chi scrive, nda) potrebbero sembrare dei fotomontaggi.

Giorgia, iniziamo con una curiosità: la fotografia, o meglio l’astrofotografia, è per te un lavoro?

Una passione, anche se comunque lavoro in una azienda che si occupa di grafica e personalizzazione, quindi non è che le due cose siano così dissociate. E grazie al lavoro che svolgo riesco ad avere del tempo libero da dedicare alle mie riprese notturne.

É nata prima la passione per il cielo o per la fotografia?

Fin da ragazzina ho coltivato una passione per il cielo, per l’astronomia. Ricordo di aver comprato i primi libri con le foto del telescopio spaziale Hubble che era appena stato messo in orbita (1990, nda), poi è nata la passione per la fotografia. Mi sono iscritta all’associazione astronomica di Cortina e ho visto i lavori che facevano loro, e osservando le foto notturne mi sono letteralmente innamorata di questo modo di riprendere il cielo. Avevo anche provato la via dell’arte, insomma a dipingere ciò che vedevo, ma non sono abbastanza brava a disegnare, non veniva fuori niente di buono. Con la fotografia è andata decisamente meglio.

Di fronte ai tuoi scatti ci permettiamo di dire che sia andata veramente bene. Andiamo nel dettaglio ad analizzare le tue immagini della congiunzione tra Giove e Venere, ci racconti il tuo “inseguimento”? 

Partiamo col dire che non amo scattare immagini in sequenza sempre nello stesso posto, per cui come vedete, ho scelto ogni giorno una location diversa. Ho iniziato calcolando, giorno per giorno, dove avrebbero potuto trovarsi i due oggetti nel cielo e avrei voluto immortalarli in particolare nella notte del 1 marzo, il momento in cui sarebbero stati più vicini tra loro, ma era previsto maltempo, e quindi ho anticipato al 28 febbraio per non perdere l’occasione. E così ho realizzato lo scatto sopra le 5 Torri. Nei giorni seguenti ho scelto dei luoghi in Comelico, vicino casa, raggiungibili in poco tempo e che offrono dei colli ideali per il mio scopo. Il 2 marzo ho immortalato Venere e Giove che tramontavano dietro il paesino di Danta di Cadore, una sera in cui ancora c’erano nuvole, quindi è stato un po’ un tentativo. Mi sono detta “Provo lo stesso”, e sono stata fortunata, anzi fanno un bell’effetto le nuvole intorno al paesino. E invece sabato 4 ho ripreso Giove che tramonta dietro la Croda da Campo, una montagna situata nel gruppo del Popera, nelle Dolomiti del Comelico.

Eccezionale è che tu lo abbia catturato mentre tramontava precisamente nella forcella, come hai fatto?

Mi sono programmata lo scatto in quella precisa serata perché nei giorni precedenti Giove non sarebbe stato lì. Sabato, sulla base dello spostamento dei Pianeti lungo le loro orbite, sapevo di poterlo cogliere lì nella forcella, tra la Cima Nord (a destra) e la Cima Sud (a sinistra) della Croda da Campo. Ho avuto fortuna che ci fosse il cielo sereno, e la Luna piena.

Domanda da inesperti, come fanno a risultare al contempo messi così bene a fuoco sia la montagna che Giove? Sembra quasi uno sfondo di un presepe. 

Si tratta di due scatti “blended”. Per riprendere il cielo bisogna usare per forza un inseguitore, perché l’inquadratura è molto zoomata, c’è necessità di usare un teleobiettivo, e quindi per riprendere le stelle puntiformi bisogna inseguirle. Se inseguo il cielo, ho però come conseguenza che mi si muove anche il paesaggio. E quindi per arrivare a una foto come quella che vedete, bisogna prima fare uno scatto di 10 secondi del cielo, inseguito, e poi subito dopo, senza inseguire, riprendere il paesaggio, senza cambiare inquadratura o lunghezza focale, proprio due scatti uno dopo l’altro, che poi vengono uniti su Photoshop. Se ve li mostrassi singoli, vedreste il primo con le stelle a fuoco e il paesaggio mosso, il secondo viceversa con la vetta a fuoco e le stelle mosse.

Quindi, se abbiamo capito bene, la sequenza del tramonto di Giove nella forcella è una unione di scatti blended…

Esatto, è la medesima tecnica che abbiamo appena descritto, ripetuta in momenti successivi.

Invece la foto delle 5 Torri è uno scatto singolo?

Sì, infatti se provate a zoomare vedrete le stelle un po’ mosse. Ad aiutarmi in quel caso è stata la foschia, che ha creato quelle corone attorno ai Pianeti, diminuendo l’effetto mosso che ci sarebbe stato in caso di cielo pienamente sereno.

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2 Commenti

  1. Una volta si diceva “fotomontaggio”, e lo capivano tutti. Oggi “blended”, a mascherarlo come processo esclusivo e all’avanguardia.

  2. Lo scatto “blended” (letteralmente “miscelato”) ormai è l’attuale alternativa alla post-produzione! Ormai il 10% è foto e il resto è fusione di layers e filtri in Photoshop… Quanti ancora riescono a sorprendere utilizzando solo macchina fotografica, obiettivo e cavalletto?

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