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Mauro Corona: “C’è vita tra le macerie”

Lui la materia l’ha modellata intagliando nel legno le forme della montagna, dei boschi e del suo pensiero creativo e poi mettendo su fogli bianchi l’inchiostro che componeva parole forti a difesa della natura, degli uomini e delle loro tradizioni e perfino dei vizi. Artista e uomo di montagna oltre che opinionista ben accetto nel mondo dei talk show televisivi.

Corona il 17 giugno era nel cuore della terra che ha tremato e che ancora sussulta, ad Amatrice, per una conferenza seguitissima che ha raccolto non solo la gente del CAI della Regione Lazio, ma la gente comune, il popolo del terremoto. Persone attente alle parole semplici, ma non banali, alle riflessioni su uno stile di vita più essenziale e libero, fatto “di levare” e di “fare con le mani” che “evita lo spreco del tempo, l’inutile attaccamento ai beni superflui”. Ecco la filosofia di Mauro Corona che spiazza il Sindaco Sergio Pirozzi, che a Corona ha regalato un paio di scarponi, un simbolo di chi cammina dentro la polvere della città, dove le macerie sono ancora la realtà di giorni difficili e faticosi, pur nell’esuberante natura che l’estate propone.

E Corona, con nel cuore e nel profondo della sua mente l’antica tragedia della sua terra, quella del Vajont e poi del terremoto del Friuli, ha saputo raccontare di montagne, natura e uomini e ha parlato molto di comunità, di “ritornare a vivere e lavorare ad Amatrice perché le radici ritornano, e sarebbe una bestemmia tagliarle quando sono sane”.

“Non pensavo fosse così spaventoso, qui c’è ancora la vita che pulsa tra le macerie, i sassi e la polvere, ci sono presenze, avverto la comunità operosa di un tempo nelle case distrutte. Ad Amatrice tornerò e cercherò di dare una mano, e lo farò parlando di voi quando qualcuno in televisione mi farà domande sulla politica o sull’attualità. Dirò: parliamo di Amatrice”. Speriamo che qualcuno lo ascolti e si ricordi che, come dice Corona, ciò che conta è il fare. Ad Amatrice e nelle altre comunità dall’agosto e ottobre dello scorso anno, quando la terra tremò ferocemente, ad ora si son sentite decisamente più parole che visti fatti.

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