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Groenlandia: terremoti raddoppiati in tre anni

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TASIILAQ, Groenlandia — D’improvviso il ghiaccio si muove. Profonde fenditure infrangono la calotta artica. Tutto trema, e nuvole di cristalli glaciali si innalzano nel cielo. Al Polo Nord, accade sempre più spesso. E gli scienziati lanciano l’allarme. Qualcuno azzarda che le previsioni sul riscaldamento globale possano, finora, essere state troppo ottimistiche.

I dati sono chiarissimi. Negli ultimi anni, i terremoti nella regione artica sono vertiginosamente aumentati: dal 2002 ad oggi gli eventi sismici sono più che raddoppiati, concentrandosi in particolare nei mesi di luglio e agosto.
 
Lo studio – coordinato dai ricercatori della Harvard e della Columbia University – ha esaminato 136 eventi sismici di magnitudo compresa fra 4,6 e 5,1 ed è stato pubblicato la scorsa settimana sull’autorevole rivista scientifica Science.
 
“In Groenlandia, blocchi di ghiaccio grandi quanto Manhattan possono muoversi anche di 10 metri in meno di un minuto – ha spiegato Goran Ekstrom, della Harvard University – E questo movimento è capace di generare un moderato sisma. Purtroppo i ghiacci non sono qualcosa di inerte come spesso si pensa.”.
 
Secondo lo studio americano, sarebbe proprio l’acqua di scioglimento dei ghiacci polari a scatenare i terremoti. Come? Infiltrandosi tra la calotta glaciale e la roccia, facendo da lubrificante per i movimenti delle placche. La conseguenza sarebbe il distacco e la caduta nell’oceano dei cosiddetti “outlet glaciers”, ossia enormi blocchi di ghiaccio, grandi fino a 10 chilometri cubi.
 
Il dito degli scienziati è puntato contro il riscaldamento globale e il cambiamento climatico, che secondo loro sarebbe più veloce di quanto documentato. La causa sarebbe l’effetto serra. Un rapporto della Nasa, pubblicato nei giorni scorsi, confermerebbe questa ipotesi.
 
Claudio Smiraglia, glaciologo del Comitato Ev-K²-Cnr e docente di Geografia presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Milano, spiega: ”L’accelerazione dei movimenti dei ghiacci polari è sotto osservazione da decenni. A volte si è parla addirittura di "collasso".
 
Lo spessore della calotta groenlandese è superiore ai 2 km ed è chiaro che i suoi spostamenti o spaccature possono provocare un sisma.
 
Anche sulle Alpi questo tipo di fenomeno è probabilmente diffuso, ma poco avvertibile per l’esiguo spessore dei ghiacciai alpini. In qualche caso, comunque, l’evento è stato percepito come un lieve sisma: ad esempio nel crollo di un ghiacciaio sospeso della parete est del Monte Rosa, avvenuto la scorsa estate.”
 
Sara Sottocornola

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