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Simone Moro: “C’è un orgasmo di comunicazione”

Aveva e abbiamo difeso con entusiasmo, non richiesto, il reality Monte Bianco. E lui, Simone Moro, alpinista che si è infilato con tutto se stesso fin dal principio della sua carriera nel circo mediatico di “alto” livello e che del reality fu protagonista, oggi ci dice che la comunicazione sulla montagna è troppa, è “un orgasmo”. Intendendo forse che c’è una qualche forma di sovreccitazione.

Poi nella stessa intervista a Desnivel, gran rivista dell’alpinismo europeo, annuncia: “Ho un progetto con Tamara Lunger, in aprile o maggio 2017, attualmente è segreto”, “Voglio evitare i pettegolezzi del vecchio mondo dello sport”. E quindi? Non ne se parla? E perché allora lo annuncia?

Veramente difficile capire cosa stia dietro a questa ricerca del consenso mediatico pur affermando di non voler comunicare.

“Prima faccio la salita, faccio qualcosa di buono e poi parlo. Le persone che mi avevano considerato pazzo di comunicazione, privo della possibilità di vivere senza di essa, hanno visto nella spedizione al Nanga Parbat che ho potuto fare una scalata storica senza parlare durante la spedizione (??? n.d.r.). Penso che questa sia la linea che seguirò nelle mie future spedizioni. Io parlo quando mi piace, nei miei colloqui o con i miei articoli, ma non voglio riempire un blog come un matto”. Aggiunge ancora Simone Moro.

Difficile capire cosa tutto questo significhi, se non che si è rotto le scatole di star dietro a un blog.

Particolare e reiterata anche l’opinione del nostro Campione rispetto a chi ha diritto di esprimersi pubblicamente attraverso i giornali o internet: “Le persone che parlano sono persone che le “cose” le fanno, oppure sono persone in sovrappeso o vecchie di testa (giornalisti? redattori? scribacchini? n.d.r.). Sono stanco di gente che parla tanto per parlare, quando nessuno ha chiesto la loro opinione…  Se una cosa non vi piace non parlatene, punto. Si tratta di un vecchio mondo di concepire e comunicare lo sport”.

Parrebbe, secondo Moro, che i giornali sportivi, come ad esempio la “Gazzetta dello Sport”, che vivono di notizie, informazioni, opinioni e commenti sullo sport e i suoi protagonista non debbano più pubblicare nulla se non espressamente richiesto. I loro articoli sono inutili perché “parlano” senza che qualcuno chieda un’opinione. Dimenticando forse che sono i loro lettori, decine e centinaia di migliaia nel caso per l’appunto di un giornale come la Gazzetta, che li legittimano insieme alla “libera informazione”: sono i lettori che chiedono e pretendono notizie ogni qualvolta che comprano un giornale o si collegano ai siti delle testate giornalistiche.

E il reality Monte Bianco? dov’è finito? Anche se nessuno ce lo chiede cercheremo di capirlo. Alla prossima.

 

 

(Foto: Simone Moro Facebook Page. Fonte: Desnivel. Per intervista completa, qui)

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