
Testo di Gian Luca Gasca
Foto di Annalisa Fioretti
Annalisa ha un ricordo chiaro della sua ultima esperienza in Nepal, e non vede l’ora di poterci tornare per dare una mano, per portare il suo contributo. “Questa volta torno per controllare i lavori della scuola che stiamo costruendo, a Jharlang”.
L’alpinista di Carugate (Milano), che il 25 aprile 2015 si trovava al Campo Base dell’Everest per scalare il Lhotse, si sta preparando per una spedizione che non ha come obiettivo la vetta di una montagna. Si tratta invece di una missione in cui c’è davvero il “percorso” declamato a destra e a manca, ma sempre mancante di sostanza. Un percorso che si focalizza nell’attenzione al futuro, ed in particolare all’istruzione delle nuove generazioni: coloro che dovranno ricostruire il Nepal. “Vado laggiù per controllare come procedono i lavori della scuola. È una struttura accogliente e soprattutto antisismica. Realizzata con materiali del posto e dando lavoro alla popolazione locale. Anche i maestri sono del posto.”
Infine Annalisa, medico pneumologo, porterà in viaggio con sé una buona scorta di medicinali, perché bisogna sempre essere pronti a dare una mano a chi dovesse averne bisogno: “In Nepal la situazione sanitaria è problematica. Molti soffrono di malattie respiratorie con bronchiti croniche causate dalla mancanza dei camini di scarico per le stufe e i focolari. Poi ci sono i bambini che sono facilmente vittime della scabbia”.
Insomma tante idee e tanta voglia di fare. Fare mettendoci anima e corpo, anche con l’alpinismo. Un alpinismo diverso da quello che praticava prima del terremoto. Scalate che guardano al sociale con il progetto “Torvagando for Nepal”: un viaggio alpinistico di torre in torre che Annalisa sta compiendo con il compagno di cordata Gianpietro Todesco per raccogliere fondi in favore delle popolazioni nepalesi.
Per maggiori informazioni: https://ilnodoinfinito.it/