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Alto Adige, a rischio 1500 denominazioni geografiche italiane

Torna attuale la questione della toponomastica bilingue in Alto Adige. La commissione paritetica Stato-Provincia autonoma, detta Commissione dei Sei, domani tratterà una norma d’attuazione che limiterà l’obbligo di bilinguismo assoluto previsto dallo Statuto di autonomia nella toponomastica e comporterà la cancellazione di circa il 60% delle denominazioni geografiche italiane.

I toni sono accessi in merito, il consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore (centrodestra), Alessandro Urzì, ha parlato di una “vera e propria pulizia etnica” e ha puntato il dito contro il partito di governo locale, la Südtiroler Volkspartei, che da decenni punta all’eliminazione dell’italiano dai toponimi: “Il governo centrale sta barattando le concessioni sulla toponomastica per un pugno di Sì della Svp al referendum costituzionale di Matteo Renzi”.

Il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha tentato però di smorzare la polemica, spiegando che in campo c’è “una legge procedimentale” e che sarà un’apposita commissione a occuparsi

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5 Commenti

  1. lasciamoli fare e lasciamoli continuare a riprodursi fra loro, la consanguineità farà il suo lavoro e tra 50 anni ce ne liberemo

  2. I Sudtiroler non amano l’Italia ma si godono tutte le superagevolazioni date dalla Carta di Chivasso.L’Austria non li vuole e loro stessi non ci tengono perché verrebbero trattati come tutti gli altri.Ma cosa vogliono ancora?

  3. I Sud Tirolesi non sono italiani, l’Alto Adige è un mondo a parte e culturalmente non è Italia. Solo a Bolzano ci si sente in “maggioranza”. Io rispetto il fattore lingua e cultura, per me se vogliono parlare solo in tedesco sono liberissimi di farlo ed è giusto così (garantendo il bilinguismo comunque per la Provincia, ci mancherebbe!)…Comunque ci sono più sudtirolesi che parlano italiano che italiani ivi residenti che parlano il tedesco. Quello che però da parte loro proprio NON tollero è la diffusa arroganza e la supponenza che molti di loro manifestano, oltre che all’ingratidudine nei confronti di uno Stato che ha riconosciuto la diversità e l’ha tutelata concedendo tutto. Avrebbero veramente dovuto provare sulla loro pelle quello che è successo agli italiani di Istria e Dalmazia per mano di Tito…prima di sputare sul piatto in cui mangiano.

  4. Se fossimo in una regione normale, potremmo trovare una buona ragione anche per salvaguardare i toponimi originali, dal momento che l’italianizzazione ha portato spesso a degli stupri linguistici; si potrebbero lasciare così, ed i turisti si abituerebbero rapidamente. Del resto, non c’è stato bisogno di avere Curmaiero oppure Morge, o ancora Valpellina….
    La questione è molto diversa: dietro la scudo della tutela dei toponimi si cela una paura fottuta di perdere il potere di controllo assoluto sul popolo di questa provincia. Si ha tutto l’interesse a mantenere questa guerra linguistica e culturale, poiché è l’unica ragione di sopravvivenza politica dei partiti sudtirolesi . L’esistenza stessa di un politico locale è subordinata al conflitto etnico ed alla proporzionale linguistica. Se uno è un pistola, resta un pistola tanto che parli italiano o tedesco, qui invece no. Come i grandi feudatari medioevali, che qui esistono ancora—sono una ventina di famiglie che governano ogni cosa e sono tutte incrociate tra loro—esercitano il loro potere su tutto e tutti mantenendo l’ignoranza generale e l’isolamento protettivo, facendo passare il messaggio che fuori da questa “domus aurea” si possano prendere solo malattie contagiose.
    Bastano due mesi in Val Pusteria per comprendere che le colonne d’Ercole sono sulla cresta di montagne che delimitano la valle…
    Avendo ben presente che qui non si parla tedesco, si parla solo il dialetto, unico idioma puro ed ufficiale: gli indigeni di una certa età e minimamente scolarizzati hanno meno difficoltà ad esprimersi in italiano che in “Hochdeutsch”.
    Avrei un’idea: proviamo a raccogliere 500 000 firme sul territorio italiano per indire un referendum sul distacco del sudtirolo dall’Italia come provincia indesiderata?
    Qualche milione di firme certamente raccolte non cambierà i confini per ovvie ragioni, ma forse farà capire a questi quattro fondamentalisti che è ora di finirla….

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